Lucania e Toscania le due lune di Domenico Conforte: la mostra al teatro Il Momento

Si inaugura venerdì 11 dicembre al Teatro Il Momento di Empoli, la personale di Domenico Conforte, un pittore nato a Ruoti, in provincia di Potenza e vissuto per quasi tutta la vita in Toscana, a San Miniato di Pisa: 'Un pittore tra due lune', quella toscana e quella lucana appunto, che sono in realtà un solo astro in un cielo che rimane lo stesso, per i popoli di tutto il pianeta.

La mostra si collega con l’anno di Matera città europea della cultura per il 2019, e alle celebrazioni di un suo grande figlio adottivo, cioè Carlo Levi, che nel 1935 fu mandato al confino ad Aliano, in provincia appunto di Matera.

Lì Levi scoprì una umanità povera e semplice, spesso analfabeta, ma di grande dignità, di grande cultura, alla quale rimase attaccato per il resto dei suoi giorni.

Non è un caso se la sua tomba non è a Torino, dov’era nato, né a Roma né a Firenze, dove visse parte della sua vita e dove scrisse il suo libro più famoso, quel “Cristo si è fermato a Eboli”. La sua tomba, da allora (1975) visitatissima è appunto ad Aliano, in terra di Lucania.

La mostra di Conforte è proprio questo, una specie di omaggio al contrario, nel senso che celebra l’emigrazione, i tanti lucani sparsi per il mondo. Ed è omaggio indiretto anche a Levi, grande pittore, che scopri il colore aspro di quelle terre: un colore che Conforte ha dentro di sé, nel suo DNA e che racconta, esprime, usa nei suoi quadri. Non a caso la sua mostra più recente, nell’agosto dell’anno passato, Conforte l’ha realizzata proprio nel prestigioso Museo Archeologico di Potenza, un luogo che conserva le vestigia degli antichi popoli di quelle terre, di cui anche lui è discendente e dal quale nasce anche il suo dipingere.

Una pittura, quella di Conforte, piena di modernità, ma anche dell’antico “mistero della natura”, fatta di intrecci, di nascite, di morti dalle radici stesse degli alberi e delle piante.

Introdurrà la mostra, che si apre al Momento (fino a fine gennaio), venerdì 11 gennaio alle 21,30 – in orario appunto da teatro - il professor Mario Sladojevich, un grande amico di Domenico Conforte, che descriverà ai presenti soprattutto la grande figura di questo uomo antico.

In una prima sala, il foyer del teatro stesso, sono esposti altre significative opere di un altro pittore, l’empolese Andrea Meini. Cioè il suo apprezzato Trittico Bandiera dedicato ai tre volti di tre partigiani e l’altro quadro appena realizzato, ancora un

omaggio proprio a Carlo Levi, con il suo volto di faccia e di profilo, ispirato alla foto segnaletica che gli fu fatta dalla polizia fascista negli anni del suo confino.

Chiuderà la serata l’atteso spettacolo “Carlo Levi. Cristo si è fermato a Eboli”, con Paolo Giommarelli e Silvia Bagnoli.



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