Discarica del Cassero, tre capi d'accusa. Bardelli (FdI): "Giusto che la discarica sia ancora attiva?"

Apprendo dagli organi di stampa che le indagini della magistratura riguardo all’incendio della Discarica del Cassero del 4 luglio 2016 si sono concluse con la notifica di  tre capi di accusa a carico del Presidente di PistoiAmbiente e del direttore tecnico della società, che rappresentano il preludio alla richiesta del loro rinvio a giudizio. I due -secondo quanto riportato-  vengono accusati di incendio colposo per un deficit di prevenzione; di violazione di alcune prescrizioni e autorizzazioni nella classificazione dei rifiuti; di violazione delle norme del Testo Unico sulla sicurezza, in quanto la condotta omissiva avrebbe provocato la propagazione delle fiamme.  Da aprile scorso, dopo il dissequestro, l’impianto ha chiesto e ottenuto dalla Regione Toscana l’autorizzazione a riprendere la regolare attività. Da cittadina e militante di Fratelli d’Italia mi chiedo però a questo punto se in presenza di tali gravi capi di accusa rilevati dal Sostituto Procuratore sia opportuno o lecito,  secondo le autorità competenti in materia, che la discarica continui ad essere in funzione. I Vigili del Fuoco, dopo aver analizzato tutte le misure idonee di prevenzione, avrebbero concluso che rifiuti non correttamente qualificati erano distribuiti in modo arbitrario e potevano liberare sostanze incompatibili; che sarebbero state necessarie isole di stoccaggio separate da viabilità interna; che la rete idranti è risultata non in grado di garantire la copertura; che i pozzi di estrazione del biogas non erano segnalati; che ingenti quantitativi di pneumatici hanno prodotto fumi neri e densi ad alto contenuto inquinante;  che gli addetti hanno operato senza idonei dispositivi di protezione. Chi ci garantisce che dalla riapertura ad oggi il gestore si sia adeguato alla normativa sulla sicurezza e che tali misure e accorgimenti di prevenzione siano stati effettivamente adottati? Qualcuno può dettagliatamente verificarlo e certificarlo? Il responsabile locale di ARPAT, invitato a Casalguidi qualche settimana fa ad una assemblea pubblica, ha addirittura affermato che i dati delle analisi annuali effettuate da questo ente di controllo non sono più rese pubbliche dalla Regione. 

Ricordo che Fratelli d’Italia aveva presentato in occasione dell’incendio una mozione, approvata all’unanimità -anche dalla maggioranza di allora, che aveva però cercato di aggirare la proposta - perché l’amministrazione comunale di Serravalle, in caso di processo penale, si costituisse parte civile per tutelare i diritti e gli interessi della collettività.

 

Elena Bardelli Circolo FdI-Serravalle Pistoiese



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