Il lavoro domestico in Toscana, tutti i dati 2018 al convegno Domina

In questi giorni di valutazione finale della bozza del decreto del reddito di cittadinanza, chiediamo al Governo, in particolare al Ministro Luigi Di Maio, di includere le famiglie datori di lavoro domestico tra i soggetti destinatari degli incentivi per l’assunzione dei lavoratori domestici beneficiari del Rdc. “La nostra è una richiesta di equità – prosegue DOMINA – è un dovere portare all’attenzione del Governo e del Ministro Luigi DI Maio la voce di milioni di famiglie datori di lavoro domestico che ogni giorno, per necessità di varia natura, decidono di affidarsi alle cure di colf, badanti o baby sitter e che per troppo tempo sono state lasciate sole a gestire, anche economicamente, tutto il peso dell’assistenza dei non autosufficienti. Con il decreto del reddito e delle pensioni di cittadinanza – continua Lorenzo Gasparrini Segretario Generale di DOMINA – siamo fiduciosi che le famiglie siano incentivate a regolarizzare i rapporti di lavoro permettendo così di contrastare l’irregolarità nel nostro settore pari a € 10mld”. “Le Famiglie italiane danno lavoro a circa due milioni di lavoratori, italiani e stranieri, producendo un PIL pari a 1.3 tra lavoro regolare e irregolare”. Conclude Lorenzo Gasparrini: “gli incentivi sarebbero per le famiglie un motivo valido per non cadere nell’irregolarità del lavoro domestico, tanto temuta con l’introduzione del Rdc, o comunque per uscire dal nero del nostro settore che coinvolge oltre un milione di rapporti di lavoro, ma soprattutto per avviare l’attesa modifica del regime fiscale del nostro settore.”

Lavoro domestico in Italia: dettaglio nazionale: Secondo i dati INPS, a fine 2017 i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie italiane sono circa 865 mila, con una lieve prevalenza di colf (54,4%) rispetto alle badanti (45,6%). Negli ultimi anni, tuttavia, le colf registrano un lieve calo mentre le badanti continuano ad aumentare. Le badanti si concentrano nelle regioni del Centro - Nord, mentre le colf sono in prevalenza in Lombardia e Lazio. Pur essendo in grado di affermare che il numero complessivo dei lavoratori domestici in Italia è di circa 2 milioni (con una componente irregolare vicina al 60%), in questa analisi tratteremo solamente i lavoratori regolari. Le donne sono in netta maggioranza (88,3%) rispetto agli uomini. L’età media del lavoratore domestico è 48 anni e nella maggioranza dei casi è assunto da meno di un anno.

Nazionalità lavoratori domestici: Per quanto riguarda la nazionalità, gli stranieri rappresentano il 73,1% del totale, anche se negli ultimi anni sono aumentati gli italiani. La componente più significativa è quella dell’Est Europa (43,8% del totale) . Nelle regioni del Sud probabilmente per le minori possibilità di lavoro, la componente italiana è maggiore e questo si riflette anche su un’età anagrafica del lavoratore che risulta leggermente più bassa.

Spesa annua delle famiglie italiane datori di lavoro domestico: Complessivamente, nel 2017 le famiglie italiane hanno speso 6,9 miliardi di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR). Ciò significa che, mediamente, ogni lavoratore domestico ha percepito circa 6.500 euro annui, evidentemente variabili di molto a seconda delle ore lavorate e del tipo di servizio. Richieste di lavoro più frequenti : Se i dati INPS consentono un’analisi quantitativa del fenomeno, i dati DOMINA (basati sulle elaborazioni delle buste paga) offrono alcuni dettagli qualitativi molto interessanti. Innanzitutto, il datore di lavoro ha un’età media di 64 anni ed è in prevalenza un uomo (52%). La mansione più frequente per il lavoratore domestico è quella di collaboratore generico (29%). Oltre uno su cinque lavora come assistente a persone non autosufficienti. Un numero significativo anche quello degli assistenti a persone autosufficienti con mansione di pulizie della casa. Queste tre mansioni raccolgono circa il 70% di tutti i lavoratori domestici.

Scenari futuri: Infine, osservando gli scenari demografici Istat, possiamo ipotizzare che nel 2050 aumenterà significativamente il fabbisogno di lavoratori domestici, in particolare babysitter e badanti: rispetto al 2017, infatti, anziani (over 80) e bambini (0 - 14 anni ) rappresenteranno un quarto della popolazione (rispettivamente 13,6% e 12,0%).

DETTAGLIO REGIONE Toscana I collaboratori familiari regolarmente iscritti all’INPS nella regione Toscana sono 74.554, valore in diminuzione dal 2012 (83.584) e con un prevalenza di badanti (55%). È nel 2014 che si inizia a registrare nella regione un numero di badanti superiore alle colf. Per quanto riguarda la nazionalità, gli stranieri rappresentano il 77% del totale; la componente più significativa è quella dell’Est Europa (47,7% del totale), subito seguita dalla componente italiana (24%). Complessivamente, nel 2017 le famiglie in Toscana hanno speso 634 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR), mentre il valore aggiunto prodotto dall’intero comparto supera il miliardo di euro (1,3 MLD). A livello locale, il maggior numero di colf e badanti si concentra nella provincia di Firenze (36% delle colf della regione e 31% delle badanti). Ed è sempre in questa provincia in cui si rileva un’incidenza superiore sia di colf (11,8 colf ogni mille abitanti) che di badanti (15,2 badanti ogni 100 anziani). Per la forte presenza di badanti si caratterizza anche Siena (15,2 badanti ogni 100 anziani) dove del resto la presenza di una popolazione con almeno 80 anni è molto elevata (9%)

I lavoratori che si occupano del settore domestico in Toscana, sono prevalentemente di genere femminile, hanno un’età media di 48,6 anni e nel 57% dei casi hanno un contratto inferiore all’anno. Mediamente lavorano 29 ore alla settimana, nel 55% dei casi convivono con la famiglia datrice di lavoro. La mansione più frequente per il lavoratore domestico è quella di assistente a persone non autosufficienti (44%). Un quinto dei domestici lavora come collaboratore generico (21%), ed il 15% assiste persone autosufficienti nella pulizia della casa. Il datore di lavoro ha un’età media di 71 anni e si registra una leggera prevalenza maschile (51%). Infine, osservando gli scenari demografici Istat, possiamo ipotizzare che nel 2050 aumenterà significativamente il fabbisogno di lavoratori domestici, in particolare badanti: rispetto al 2017, gli anziani over 80 rappresenteranno il 13,5% della popolazione, con un aumento di 200 mila unità rispetto al 2017.

Fonte: Ufficio Stampa



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