Qui abitava Elia Simoni: stamani a Sant'Anna la prima pietra d'inciampo di Lucca

“Qui abitava Elia Simoni”: stamani a Sant'Anna è stata posizionata la prima pietra d'inciampo della città di Lucca

La cerimonia ha visto la commossa partecipazione dei parenti del deportato e di un nutrito gruppo di studenti dell'Itc Carrara e del Liceo musicale. A posizionare il sampietrino è stato l'artista tedesco Gunter Demnin, che ha ideato nel 1993 l'iniziativa con lo scopo di diffondere nelle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio e nei campi di concentramento nazisti.

“Qui abitava Elia Simoni”. È la prima pietra d’inciampo della città di Lucca, quella posizionata in via dei Guami, a Sant’Anna, di fronte alla casa di Elia Simoni, il militare italiano internato nei lager nazisti dopo la proclamazione dell’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943. A posizionarla, questa mattina, in occasione delle celebrazioni dedicate alla Giornata della memoria e di fronte a un gruppo nutrito di studenti, emozionati e commossi, sono state le due figlie, Maria Giovanna, professoressa dell’Itc “Carrara” e Danila Simoni, il sindaco Alessandro Tambellini, l’assessora alla continuità della memoria storica Ilaria Vietina, l’artista tedesco, ideatore delle “pietre d’inciampo”, Gunter Demnig, rappresentanti dell'associazione arma aeronautica, Andrea Borrelli che ha effettuato ricerche sulla figura di Elia Simoni, Divo Stagi, che di Elia Simoni era amico e che è stato testimone di ciò che in quegli anni è successo, e tre classi delle scuole superiori lucchesi, Itc e Liceo Musicale.

Un gesto dovuto, quello che l’amministrazione Tambellini, su proposta dell’Isrec, ha voluto riconoscere alla storia e alla memoria di Elia Simoni, omaggiato anche dalla Prefettura nel 2017 con la consegna agli eredi della medaglia d’onore.

“Finalmente anche a Lucca iniziamo questo percorso – ha detto il sindaco Tambellini – che ci porterà ad inciampare non fisicamente, ma mentalmente attraverso una riflessione, nella sofferenza che ha causato il nazifascismo. Una riflessione di carattere etico e morale, per avere consapevolezza che la bestia feroce, che esiste in tutte le persone, può risorgere in qualsiasi momento, se non siamo capaci di costruire quegli anticorpi per condurre la nostra vita personale, sociale e collettiva, verso le istanze più alte che caratterizzano una civiltà”.

La figura e la storia di Elia Simoni è una delle tante che popolano l’Italia e che raccontano il sacrificio compiuto da molti cittadini per affermare finalmente la pace, la libertà, la democrazia. Lui, classe 1919, nacque a Fagnano. Era un aviere di aeroplano. Fu uno degli 800mila "Imi", gli Internati militari italiani, dal tedesco "Italienische Militär-Internierte", nome ufficiale dato dalle autorità del Terzo Reich ai soldati italiani che dopo il disarmo si rifiutarono di continuare a combattere con l'esercito tedesco e appoggiare la Repubblica di Salò. Fu catturato nell'agosto 1944. Le ricerche sulla sua deportazione sono ancora in corso: in Germania ci rimase fino alla fine della guerra. Come hanno più volte raccontato le figlie Daniela e Maria Giovanna, Elia, una volta tornato a casa, ha elaborato il suo dolore raccontando la sua storia di fame e di freddo, di lavoro forzato e di sofferenze e così, nonostante questa tremenda esperienza, ha continuato a restare una persona con

tanta gioia di vivere. Elia Simoni, una volta tornato nella sua casa a Lucca, ha lavorato come macellaio. È morto nel 2015.

Le pietre d’inciampo sono piccole targhe di ottone della dimensione di un sampietrino. L’iniziativa, ideata dall’artista tedesco Gunter Demning nel 1993, ha l’obiettivo di depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio e nei campi di concentramento nazisti. Tanti luoghi, anche della nostra città, sono stati testimoni di questo sacrificio. L'inciampo non sarà fisico, ma visivo e mentale, e costringerà chi passa in corrispondenza del luogo dove è apposta la targa a ricordare quanto accaduto lì in una determinata data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

Fonte: Comune di Lucca - Ufficio Stampa



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