Reddito cittadinanza, Martelli (Acli Toscana): “Rischio flop in Toscana”

Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana

“Il Reddito di cittadinanza così come è stato varato dal Governo rischia di non dare le risposte promesse alla Toscana, o perlomeno alla sua fascia di popolazione più povera, sia per motivi quantitativi che di concezione” così Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana sui possibili effetti del RdC in Toscana.

Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana

“I numeri – spiega Martelli - dicono che oggi 62mila famiglie toscane, circa 140mila persone che in percentuale stanno soprattutto nelle aree più depresse della regione, cioè la costa da Grosseto a Carrara, vivono in povertà assoluta. A queste poi andrebbero aggiunte anche le 59mila famiglie, e quindi circa altre 110mila persone, che vivono in povertà relativa, ma che le soglie imposte per il RdC rischiano nemmeno di considerare. Infatti se il tetto sono i 9.360 l'anno di Isee l'anno si arriva a circa 130mila persone. Un numero destinato a scendere dato che poi ci sono gli altri paletti da superare: un patrimonio massimo di 30mila euro in beni immobili esclusa la prima casa e di 6mila in beni mobili”.

“Inoltre il RdC – aggiunge Martelli - ha sì due finalità entrambe importanti: dare impulso al lavoro, e quindi allo sviluppo economico, e dare una risposta a quanti vivono in condizioni di povertà. Ma si tratta di due obiettivi che rischiano di non essere coincidenti perché la norma è eccessivamente schiacciata sulla componente lavoristica a differenza del Rei (Reddito di Inclusione) che, pur essendo una misura imperfetta e senza coperture adeguate, si basa su una visione multidimensionale della povertà alla quale si risponde con interventi e professionalità multidisciplinari”.

“Il timore insomma è che il lavoro sulla povertà, così faticosamente costruito negli ultimi tre anni anche grazie al contributo dell’Alleanza contro la povertà, diventi inutile. È invece fondamentale che la multidimensionalità sia adeguatamente valorizzata e che non sia messa in discussione l’architettura sociale disegnata dal Rei, che prevede un forte ruolo dei comuni e del terzo settore” conclude Martelli.

Fonte: Ufficio stampa



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