Morte Arafet Arfaoui, Acad nomina medico legale. La famiglia non rilascia dichiarazioni

Ci sono novità riguardo la morte di Arafet Arfaoui, il 31enne di origini tunisine che è diventato un caso nazionale. Arfaoui, accusato di aver utilizzato una banconota falsa, è deceduto giovedì 17 gennaio in un money transfer di Empoli durante un fermo di polizia e Acad Onlus (Associazione contro gli abusi in divisa) si sta dando da fare per aiutare la famiglia del giovane.

"Nessuna brioche e cappuccino per Arafet, ma una corda ai piedi e momenti terribili prima della morte, un altro calvario" dicono da Acad, parafrasando con amara ironia le parole del ministro Matteo Salvini. Proprio Acad ci tiene a dire la verità su Arafet Arfaoui, in un momento in cui girano all'impazzata molte voci su di lui: "Era legatissimo alla moglie e non erano separati. Stava passando un periodo di difficoltà, ma non era un tossicodipendente e non era mai stato in comunità".

Come detto, Acad si sta occupando sia di assistere gli Arfaoui sia di fare chiarezza sulla vicenda. L'avvocato Giovanni Conticelli è il legale nominato dalla moglie e si occuperà lui del caso Arafet. La famiglia al momento non vuole rilasciare alcun tipo di dichiarazione, è ancora molto scossa dall'accaduto. “Allarghiamo quindi a tutti questa loro comprensibile richiesta, invitando giornalisti e non, a rispettare tale decisione della famiglia che non vuole rilasciare nessun tipo di dichiarazione”, spiegano.

Sempre Acad: "Anche se le prime ricostruzioni ufficiali, come da prassi, tendono a liquidare frettolosamente il decesso come 'arresto cardiaco' prima ancora che le stesse indagini abbiano potuto chiarirne le vere cause, molti dettagli inquietanti stanno emergendo in questi giorni secondo le nostre ricostruzioni. L'autopsia avverrà domani [lunedì 21 gennaio, ndr]. Abbiamo provveduto alla nomina del consulente di parte, un medico legale che ha richiesto la Tac e che parteciperà per la famiglia agli esami sul corpo di Arafet".

Acad lancia accuse al clima di odio presente soprattutto sui social dopo la notizia della morte del 31enne - "Se sei tunisino, ex facchino disoccupato con qualche precedente, per alcuni sembra valere la pena di morte per 20 euro" - e si dice pronta a fare giustizia: "Ce la stiamo mettendo tutta per raccogliere gli elementi necessari per fare luce su quanto realmente accaduto. Ci sono molti testimoni, 5 telecamere interne, 4 all'esterno e una famiglia che vuole verità e giustizia. Noi siamo con loro, per Arafet e per tutti gli altri."

 



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