Morte Arafet Arfaoui, nel fine settimana le prime risposte dall'autopsia

Arafet Arfaoui
Arafet Arfaoui (foto da Facebook)

Nel pomeriggio di oggi, 21 gennaio, presso l'azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi a Firenze, ha avuto luogo l'autopsia sul corpo di Arafet Arfaoui, il 31enne tunisino morto giovedì scorso, 17 gennaio, in un money transfer nel centro di Empoli, dopo essere stato colto da un malore durante un controllo di polizia e 118.  Dalle prime informazioni, sul corpo del 31enne il medico legale non avrebbe riscontrato evidenti segni di lesioni. Una relazione preliminare del medico legale dovrebbe essere consegnata in procura venerdì prossimo. Per quella finale il tempo previsto è di 60 giorni.

I primi risultati degli esami istologici dovrebbero essere disponibili entro la fine di questa settimana, dando una risposta per le cause del decesso. La procura riceverà i primi risultati in una relazione preliminare del medico legale che dovrebbe essere pronta venerdì. Saranno effettuati anche esami tossicologici, per accertare se l'uomo, che era in forte stato di agitazione al momento del controllo, avesse assunto sostanze che possano avergli provocato uno stati di alterazione.

Arafet Arfaoui è morto lo scorso 17 gennaio in via Del Papa, nel pieno centro di Empoli. Il 31enne era entrato nel Taj Mahal, negozio che effettua servizio di money transfer, tentando di farsi cambiare una banconota falsa. Di fronte al rifiuto dei titolari, secondo le testimonianze, ha dato in escandescenze ed è diventato minaccioso. Poi l’arrivo della polizia e poco dopo dei sanitari del 118. Di lì a poco la morte di Arafet. La polizia cerca di immobilizzarlo usando le manette e pare un cordino per tenergli bloccati i piedi. In questa fase l’uomo ha avuto un arresto cardiocircolatorio che, malgrado la presenza dei sanitari, lo ha ucciso.

La squadra mobile di Firenze prosegue nelle indagini e il pm Christine Von Borries, titolare del fascicolo aperto con l'ipotesi di reato di omicidio colposo, ma al momento senza indagati. Sono state già ascoltate diverse persone tra gli agenti di polizia intervenuti, i medici e i sanitari del 118, oltre ai vari testimoni. Al vaglio degli inquirenti sono sottoposte le immagini delle telecamere cittadine di videosorveglianza della zona e di quelle all'interno al negozio, che saranno visionate anche da un tecnico nominato dalla Procura. Acad Onlus (Associazione contro gli abusi in divisa) che si adopera per aiutare la famiglia del giovane ha incaricato un avvocato dell'associazione Giovanni Conticelli, che è il legale nominato dalla moglie e si occuperà lui del caso Arafet.



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