L’area Stroke del San Giuseppe compie un anno di attività: 600 i pazienti ricoverati

(foto gonews.it)

L’Area Stroke dell’Ospedale San Giuseppe compie un anno di attività. Diretta dal dottor Luca Masotti, direttore di medicina Interna II , l’area è dedicata ai pazienti affetti da ictus ischemico od emorragico.

All’interno dell’ospedale Empolese, la Stroke è dislocata in più setting, differenziati rispetto ai livelli di intensità di cura.I pazienti con ictus ischemico o emorragico, dopo aver ricevuto un primo inquadramento diagnostico ed un eventuale trattamento acuto, sono sottoposti ad un tutoraggio da parte di un team medico-infermieristico-riabilitativo-motorio e logopedico. Il team si avvale del supporto di figure professionali specialistiche: neurologi, fisiatri, cardiologi, radiologi, rianimatori, chirurghi vascolari, foniatri, infermieri di percorso ed assistenti sociali nell’ottica di un lavoro di equipe finalizzato alla personalizzazione della cura, dell’assistenza, della riabilitazione e del rientro al proprio domicilio. Il tutoraggio medico dei pazienti con ictus cerebrale è affidato ai medici della Medicina Interna II.

Nel primo anno di attività, i pazienti ricoverati sono stati 600, di cui 306 con ictus cerebrale ischemico, 90 con ictus cerebrale emorragico (emorragia cerebrale spontanea non traumatica), 55 con attacco ischemico transitorio. 155 pazienti, pur presentando inizialmente un quadro clinico compatibile con ictus cerebrale, non hanno avuto la conferma diagnostica, ma una diagnosi alternativa che ha comunque richiesto un’attenta ed approfondita valutazione clinica.

Nei pazienti con ictus ischemico si è registrato una lieve prevalenza del sesso femminile (52% femmine, 48% maschi), l’età media è stata di 80 anni. La mortalità, nella fase di degenza è stata del 7.5%. Un dato confortante se paragonato alla letteratura mondiale e nazionale. Le cause più frequenti di ictus ischemico sono state embolie provenienti dal cuore ed in particolare la presenza di una fibrillazione atriale (30% circa). Seguono le alterazioni micro circolatorie che trovano nei fattori di rischio cardiovascolare, come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l’ipercolesterolemia e il fumo di sigaretta i principali responsabili (30% circa). Le placche aterosclerotiche dei grossi vasi (carotidi e arterie intracerebrali) sono responsabili per il 10% circa degli ictus ischemici e cause meno frequenti rappresentano il 5% dei casi.

“Sono particolarmente contento dei risultati raggiunti, ha dichiarato Giancarlo Landini Direttore del Dipartimento delle Specialistiche Mediche , siamo riusciti in un anno a dotare anche l’ospedale si Empoli di una attività di ricovero essenziale che era già presente in tutti gli altri ospedali dell’azienda con risultati veramente importanti. La costituzione della grande azienda sanitaria Usl Toscana Centro ha permesso che le buone pratiche e servizi validi potessero essere implementi in tutte le zone e gli ospedali con una logica di rete prima assente.”

“Deve essere sicuramente sottolineata, ha spiegato Masotti, l’alta percentuale, di pazienti sottoposti a procedure di rivascolarizzazione in urgenza, quali trombolisi sistemica per via endovenosa effettuata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale, e/o trombectomia meccanica per via endovascolare effettuata presso la Neuroradiologia Interventistica di Careggi dove i pazienti che hanno l’indicazione vengono trasferiti d’urgenza.“

Nel primo anno di attività dell’Area Stroke sono stati oltre 40 i pazienti sottoposti a trombolisi sistemica (13.5% del totale degli ictus ischemici) e circa 10 sono stati sottoposti a trombectomia meccanica.

Dati che indicano un notevole incremento rispetto agli anni passati. Nel 2016, infatti, le trombolisi sistemiche erano state circa 30 e solo un paziente aveva effettuato trombectomia meccanica.

Per quanto riguarda gli ictus emorragici la distribuzione dei sessi è stata sovrapponibile (50% femmine, 50% maschi). L’età media è stata di 82 anni e la mortalità nella fase di degenza è stata di circa il 18%, dato estremamente confortante se paragonato alla letteratura mondiale e nazionale.

“Questi risultati , ha concluso Masotti - sono stati possibili grazie ad un importante sforzo collettivo locale che ha coinvolto medici ed infermieri del 118, del Pronto soccorso, della radiologia, della neurologia, della medicina, della terapia intensiva e sub-intensiva multidisciplinare e grazie alla capillare organizzazione a rete realizzata nell’Azienda USL Toscana Centro in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universiaria di Careggi. “

Fonte: Ausl Toscana Centro



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