Morte Duccio Dini, domiciliari per i tre arrestati

Duccio Dini, la vittima dell'inseguimento in via Canova

Il tribunale del riesame di Firenze ha stabilito i domiciliari per i tre nomadi arrestati l'estate scorsa per aver causato il 10 giugno 2018, durante un inseguimento in auto per un regolamento di conti, la morte di Duccio Dini, il 29enne fiorentino travolto e ucciso mentre era fermo in scooter a un semaforo rosso.

I tre sono stati scarcerati con decisioni diverse

Per il tribunale del riesame, visto che i tre sono accusati di omicidio per dolo eventuale, la misura dei domiciliari è idonea al rispetto delle esigenze cautelari, visto anche il periodo trascorso in carcere dal  2018 in poi. Per due di loro ci sarà il braccialetto elettronico.

Non c'è braccialetto elettronico invece per Remzi Amet: il riesame, nel motivare la sua scarcerazione (era in carcere dal 10 giugno 2018) evidenzia da una relazione sanitaria il suo precario stato di salute, gravato da varie patologie croniche tra cui diabete e problemi di deambulazione.

Sono sei i nomadi accusati per la morte di Duccio Dini

Sono in tutto sei i nomadi accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale per la morte di Duccio Dini e di tentato omicidio del loro parente Bajram Rufat, l'uomo che veniva inseguito per punirlo di uno sgarro fra parenti.

A questo punto in carcere rimane solo Dehran Mustafa, 36 anni, mentre ai domiciliari ci sono sempre Emin Gani, 27 anni, 'dentro' dal 13 agosto 2018, e Kole Amet, 39 anni, in cella dal 20 novembre 2018. Gran parte dei domiciliari vengono osservati in campi nomadi di Firenze.

Il gruppo partecipò all'inseguimento, a scopo punitivo, per le vie di Firenze del loro parente Bajram Rufat, il quale rimase gravemente ferito nello speronamento della sua vettura. Duccio Dini venne investito mortalmente al semaforo e nella stessa situazione un automobilista - estraneo ai fatti come Dini - subì un impatto contro la sua macchina e finì gravemente ferito in ospedale con prognosi di 40 giorni. Il prossimo 26 febbraio è fissata un'udienza dal gip per un incidente probatorio.


I COMMENTI

Nardella: "Siamo sorpresi e amareggiati"

"Siamo sorpresi e amareggiati per la notizia della scarcerazione di alcuni imputati dell'omicidio di Duccio Dini". Lo dice in un video pubblicato su Instagram, il sindaco di Firenze Dario Nardella, riguardo alla decisione del tribunale del riesame di mandare agli arresti domiciliari alcuni nomadi indagati per la morte del 29enne fiorentino durante un inseguimento in auto nelle vie della città. "Si è trattato - ha detto - di un fatto molto grave, violento, che ha colpito duramente la famiglia Dini e tutta la nostra comunità. Se questo è dipeso da un problema della legge, allora una legge del genere deve essere cambiata. In più siamo preoccupati perché, proprio dopo che noi abbiamo proposto la modifica del regolamento sull'assegnazione delle case popolari per impedire che questa vada a chi si è macchiato di reati così gravi, si è deciso di inviare questi soggetti agli arresti domiciliari proprio in quegli alloggi. Pensiamo che su una vicenda del genere occorra fare una riflessione molto seria"



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