Caso Elisa Amato, dalla Regione Toscana il no alla Fondazione Federico Zini

No dalla Regione Toscana alla Fondazione Federico Zini. Proprio l'ente ha deciso di negare l'iscrizione della fondazione nel registro regionale delle persone giuridiche. A dicembre gli uffici legislativi della Regione si sono pronunciati e hanno ritenuto inopportuna e contraria all'interesse generale al contrasto alla violenza l'intitolazione di una associazione a Zini, in questo caso autore dell'omicidio della compagna Elisa Amato. Lo scorso maggio, infatti, Zini uccise la giovane originaria della zona della Galciana (Prato) per poi spararsi nel parcheggio di Gargozzi a San Miniato.

Nel decreto dirigenziale, infatti, si legge: “La finalità propria della fondazione (circa il contrasto alla violenza di genere), pur essendo oggettivamente meritevole di tutela giuridica, rimane tuttavia collegata all’intitolazione personale della denominazione che la identifica. Tale denominazione – nel sollevare evidenti sentimenti di sdegno – finisce per offuscarne gli scopi e, ingenerando confusione, reca pregiudizio all’effettiva portata operativa della Fondazione”. Fu il padre di Zini, unitamente agli amici e ai parenti dell'ex Tuttocuoio, a avanzare la possibilità di una fondazione a nome del figlio.

Da allora è nata una protesta con tanto di raccolta firme, arrivate a più di 9mila tra web e cartacee. Alcuni Comuni del Pratese e della Zona del Cuoio - tra cui Prato e San Miniato, città di origine della coppia - e il Consiglio regionale della Toscana si erano dati da fare perché la fondazione non portasse il nome dell'assassino di Elisa Amato. In memoria della pratese potrebbe nascere un parcheggio a San Miniato, ma intanto le è già stata dedicata la sala giunta in Provincia a Prato.

"Siamo davvero soddisfatti per questa decisione, che va esattamente nella direzione che avevamo indicato anche con un voto all’unanimità del Consiglio regionale. Le parole sono importanti e, nel caso del nome di una fondazione, l’intitolazione a una persona che si è macchiata del crimine orrendo del femminicidio, ciò lo è ancora di più". Lo dicono Nicola Ciolini ed Enrico Sostegni, consiglieri regionali del Pd, commentando il decreto dirigenziale della Regione Toscana che ha deciso “di non far luogo all’iscrizione della Fondazione “Federico Zini” con sede in San Miniato (PI) nel registro regionale delle persone giuridiche”.

"Nelle motivazioni espresse in questo atto – spiegano i consiglieri – ci sono proprio le riflessioni che avevamo fatto chiamando l’Assemblea regionale ad esprimersi sulla tragica vicenda di Elisa Amato. Esprimevamo infatti ferma contrarietà alla decisione di intitolare una Fondazione che ha tra i propri obiettivi anche il contrasto alla  violenza di genere con il nome di un ragazzo che ha commesso tale delitto, perché pur rispettando il dolore delle famiglie coinvolte, bisognava evitare di lanciare messaggi ambigui rispetto alle diverse responsabilità dei soggetti protagonisti del tragico evento".

"Un altro passaggio importante di questa decisione – spiegano ancora Ciolini e Sostegni – è il richiamo alle prese di posizione delle istituzioni: dal Consiglio regionale della Toscana, ai Consigli comunali di Prato, di San Miniato, Montopoli in val d’Arno, di Montemurlo e di Vaiano. E la conseguente motivazione circa “la decisa avversione espressa dalle comunità locali citate mette in evidenza le difficoltà cui la Fondazione andrebbe incontro nel raccogliere fondi per le proprie iniziative, nell’integrarsi nel tessuto sociale e nel creare le indispensabili sinergie con altri soggetti pubblici e privati”. Crediamo – concludono – che la Regione, attraverso questa decisione, abbia perfettamente interpretato il sentire comune di cittadini ed istituzioni, soprattutto per quanto riguarda “il sentimento di condanna verso l'intitolazione di una fondazione all'autore di un gravissimo delitto contro una donna, anche per il significato ambiguo sotteso all'iniziativa, che punta a giustificare o a riabilitare chi ha commesso un femminicidio”."



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