Detenzione illegittima a Massa Marittima, scarcerato

“È un caso clamoroso che grazie all’avvocato Passione abbiamo messo in luce e, forse proprio l’aver annunciato un incontro pubblico su questo, ha portato ad una svolta: alla liberazione ieri sera dal carcere di Massa Marittima di una persona che da tredici giorni era lì detenuta in modo illegittimo. La scarcerazione è avvenuta per intervento del presidente del Tribunale di sorveglianza, non del magistrato che aveva deciso la misura di sicurezza di tre anni in una Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) in Piemonte, dove la persona è residente”.  Così il garante regionale dei diritti dei detenuti Franco Corleone interviene nella conferenza stampa convocata per parlare della vicenda: una persona che aveva finito di scontare la pena lo scorso 23 gennaio e non era stata ancora rimessa in libertà.

Michele Passione, difensore della persona in questione ha ricordato che si trattava di una condanna per duplice omicidio, interamente scontata. Dopo la pena, doveva essere sottoposta alla misura di sicurezza della casa di cura e custodia, in quanto era stata giudicata socialmente pericolosa. Il magistrato di sorveglianza aveva giudicato che la misura dovesse essere scontata in una REMS del Piemonte ma in attesa che in quella struttura si liberasse un posto, lAmministrazione penitenziaria aveva ordinato di trattenerlo in carcere. Adesso, attende la decisione nel merito perché il Tribunale di sorveglianza che si è pronunciato in via d’urgenza disponendo la sospensione e la revoca, dovrà verificare nel merito se sussistano i presupposti della sua pericolosità e dell’applicazione in Rems.

Intanto, però, è libero, comè giusto che sia afferma Corleone . La denuncia per detenzione illegale contro il codice penale è contro i valori della Costituzione e, per me, rappresenta la conferma che la grande riforma della chiusura del manicomio giudiziario deve essere accompagnata da una riforma che chiarisca tutti gli aspetti per non creare situazioni di incertezza. Corleone ha definito questo caso esemplare per rendere evidenti le incongruenze di una legge che dopo la chiusura degli opg presenta molte contraddizioni: chi ha scontato la pena non può restare in carcere, l’amministrazione penitenziaria deve liberarlo; se poi ci sono altri provvedimenti dell’autorità giudiziaria, la verifica compete ad altri”.

Fonte: Regione Toscana



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