Bomba di Capodanno a Firenze, Vece: "Mi sono sacrificato per la sicurezza di tutti"

Il palazzo di giustizia di Firenze

Oggi si è tenuto il processo in cui sono imputati 39 anarchici per l'esplosione di una bomba la notte di Capodanno 2017. Durante l'esplosione rimase ferito l'artificiere della polizia di stato Mario Vece, che oggi era presente in tribunale.

L'artificiere Vece, investito dall'esplosione, è rimasto ferito gravemente. Il suo racconto ha evidenziato i momenti precedenti all'esplosione della bomba posizionata la notte di Capodanno 2017 davanti alla libreria Il Bargello a Firenze

Intervenne in divisa da specialista ma non indossava la tuta protettiva per agire in velocità. Questo ha detto rispondendo prima alle domande dei difensori, che lo hanno citato come teste, e a quelle del pm Filippo Focardi durante il controesame. Secondo il racconto di Vece c'era un alto rischio che l'ordigno artigianale esplodesse in un'area dove si trovavano finestre e portoni da cui potevano uscire persone. "Non ho fatto in tempo a manipolare l'ordigno, ricordo di non averlo preso in mano", ha anche detto in aula. "Si trattava di un ordigno a tempo che sarebbe esploso comunque senza bisogno di altre azioni esterne. Così capii che si doveva intervenire il prima possibile, e in questi casi la sicurezza dell'operatore, fino anche la sua vita, viene messa in secondo piano".

"Quello di Vece è stato un tipo di intervento - ha spiegato il suo legale, avvocato Federico Bagattini - nel quale la sicurezza dell'operatore soccombe rispetto a quella pubblica".

Vece, in quella notte di Capodanno 2017, fu richiamato in servizio quando ormai era quasi arrivato a casa. In presenza dell'ordigno teneva in mano una pinza con la quale tagliare i fili e disattivarlo, ma fu investito da un'improvvisa esplosione: "Ricordo che sono saltato in aria e caduto a terra", ha raccontato. Il legale di Vece ha sottolineato che "Ancora oggi ci sono persone che si divertono a scrivere frasi denigratorie sui muri o volantini in cui si festeggia per la perdita di un occhio". "Sono cose che mi riportano le mie figlie adolescenti" ha detto ancora. Di recente l'artificiere ha presentato una querela per delle scritte denigratorie verso di lui apparse sui muri di Firenze.

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