Carcere San Gimignano, Sarti (Sì): "Detenuti aspettano oltre mille giorni per le visite specialistiche"

“Siamo molto preoccupati per la gestione complessiva del carcere di San Gimignano e in particolare dal punto di vista della tutela della salute dei detenuti. La nuova direzione ha adottato metodi che rischiano di aumentare la loro esasperazione e limitazioni che interferiscono in particolare con le cure nel carcere,vedi la possibilità di accesso alle visite specialistiche negli ospedali del senese”. Lo afferma il consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo nella casa di reclusione. Sarti e il capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, annunciano intanto un’interrogazione per sapere se l’assessore Stefania Saccardi intenda intervenire per migliorare la situazione tesa fra ASL e direzione.

“Il personale sanitario, che di per sé sarebbe sufficiente, lavora in condizioni difficilissime, dovendo rispettare direttive poco conciliabili con le effettive necessità di cura. - prosegue Sarti- le criticità, apprese durante il sopralluogo effettuato di recente, riguarderebbero soprattutto l’interferenza della direzione nel giudizio sui casi meritevoli di invio al Pronto Soccorso, le limitazioni nell’individuazione dei presidi sanitari di riferimento e la carenza di mezzi di trasposto verso gli stessi al momento della necessità. Capita continuamente, di conseguenza, che le visite specialistiche slittino di 6 mesi in sei mesi, con tempi di attesa che raggiungono i mille e settantasette giorni”.

“A quanto pare – osserva Sarti - è in atto una sorta di pugno di ferro tra direzione carceraria, detenuti e soggetti “esterni” presenti nella struttura che serve solo a inasprire il clima: peggiorano i rapporti tra agenti e detenuti e anche tra gli stessi detenuti. Da metà dicembre, le celle di media sicurezza rimangono chiuse durante tutto l’arco della giornata, salvo tre ore e mezza per l’uscita in cortile, rendendo ancora più invivibile e carica di sofferenza la detenzione all’interno di una struttura di per sé fatiscente e poco funzionale, fredda e umida d’inverno ed estremamente calda d’estate . C’è anche il problema dell’acqua, potabile sì ma troppo calcarea (nonostante una spesa di 36 mila euro l’anno per la sua depurazione), che comprensibilmente i detenuti si rifiutano di bere. E lo dimostrano anche le continue intasature delle apparecchiature odontoiatriche”.
“Che ci siano gravi problemi con la nuova direzione – conclude Sarti - lo testimoniano non solo le proteste dei detenuti che sono arrivati fino allo sciopero della fame, ma anche le recenti manifestazioni degli stessi poliziotti penitenziari. Intanto, come prima mossa, chiederemo la collaborazione dell’assessore Saccardi per migliorare le condizioni di lavoro del personale Asl all’interno del carcere attraverso una maggiore collaborazione da parte della direzione”.

Fonte: Ufficio stampa



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