Attacco sessista a Chiovaro, denuncia per il profilo Facebook

Amalia Chiovaro e Giuseppe Torchia (foto gonews.it)

I carabinieri e la polizia postale stanno indagando per gli insulti sessisti e la violenza politica compiuta nei confronti della consigliera comunale di Vinci Amalia Chiovaro. Quest'oggi si è tenuta una conferenza nella sede distaccata del municipio a Sovigliana con il sindaco Giuseppe Torchia, principalmente per ringraziare dei messaggi di solidarietà ricevuti dalla consigliera attaccata, tra i quali anche la ex presidente della Camera Laura Boldrini.

"C'è bisogno di chiarire dei punti - spiega Chiovaro -, non ho mai rilasciato dichiarazioni sulle foibe e anche se avessi espresso una qualsiasi opinione al riguardo, il trattamento che ho ricevuto è stato di un linciaggio mediatico senza precedenti. C'è un problema irrisolto con la questione di genere. Una donna in politica fa il triplo della fatica dovendosi difendere da questi attacchi".

"Ringrazio il sindaco che ha espresso fin da subito la sua vicinanza, il mio legale che ha lavorato per procedere alla querela e le forze dell'ordine. La polizia postale mi ha rassicurato e dice di essere quasi certi di poter raggiungere una soluzione. Quando ci sarà il processo, l'Anpi e il Comune potranno costituirsi parte civile".

Il primo cittadino ha ribadito l'appoggio: "Al di là delle opinioni politiche, il trattamento riservato ad Amalia non è da paese civile. È molto grave quel che è successo e offende la nostra comunità. Alla base di quel profilo Facebook l'ideologia è molto forte, quello che è avvenuto è violenza politica".

Per il futuro c'è l'intenzione di promulgare il messaggio di una comunicazione corretta e non fuori dalle righe nelle scuole: "Come presidente della Commissione cultura - afferma Chiovaro - abbiamo spesso discusso su come intervenire nelle scuole. Bisogna fare attenzione alle parole, in ogni pensiero ci sono conseguenze gravi. Degli strumenti come i social network possono far cascare in situazioni pericolose".

Mentre le indagini vanno avanti per ingiuria, diffamazione e minaccia, il profilo è tornato attivo e lo è ancora dopo pochi giorni dal feroce attacco a Chiovaro. "Non ho segnalato di nuovo - spiega lei - per aiutare la polizia postale nelle indagini". Ci sono state critiche nel modo di agire dopo questa 'gogna' mediatica? "Non ho risposto ai commenti in pubblico ma in privato ho ricevuto anche un messaggio di una persona che è stata attaccata con la stessa violenza da quel profilo. Ho consigliato come fare e come agire, si sarà rivolto ai suoi avvocati, abita da un'altra parte d'Italia. Sulla stampa palermitana (Chiovaro è originaria di Palermo, NdR) sotto un articolo ho trovato commenti non appropriati. In Toscana è stato fatto un focus preciso sulla questione mentre quell'articolo aveva giocato sul tema delle foibe come acchiappalike. Ho chiamato il direttore di quel giornale e mi ha detto che era stato il pezzo più letto e condiviso su Facebook".

Elia Billero



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