Un candidato unitario per mettere fine alla "diaspora" del centrodestra: è in questi termini che oggi è stata presentata ufficialmente la candidatura a sindaco di Andrea Poggianti, il 28enne avvocato empolese che è riuscito a raccogliere intorno a sé praticamente tutta l'area di riferimento: Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, UDC e Popolo della Famiglia. La presentazione è avvenuta nella sede del comitato elettorale, inaugurata al numero 16 di piazza Farinata degli Uberti (a pochi metri da quello per Brenda Barnini che sarà inaugurato domani).
Sono intervenuti l'onorevole di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, il coordinatore regionale FdI Francesco Torselli, Antonio Bossa dell'UDC di Empoli, Samuele Spini coordinatore locale di Forza Italia, Mauro Domenici coordinatore del Popolo della Famiglia toscano, il coordinatore provinciale di FdI Claudio Gemelli e il coordinatore comunale Giovanni Pracchia. All'appello mancava la Lega, ma solo perché il segretario Marco Cordone non ha potuto partecipare per altri impegni (questo quanto è stato spiegato). Erano però presenti esponenti del Carroccio a livello locale come Susi Giglioli e Damiano Baldini.
Non è passata inosservata la 'predominanza' di Fratelli d'Italia, il cui peso nell'alleanza empolese rispecchia forse l'importanza e la maggiore organizzazione del partito a livello toscano rispetto agli alleati. Fdi farebbe insomma da ariete su Empoli (ma anche altrove) di un'alleanza che però a livello regionale non è mai stata in discussione. E non è un caso che nel manifesto elettorale figurino in bella mostra tutti i simboli in un momento storico in cui a livello locale spesso se ne fa a meno; questo a dimostrare ancora una volta l'importanza dell'unità politica che la lista di Poggianti rivendica.
A questa 'alleanza a cinque' potrebbero aggiungersi in un secondo momento anche alcune liste civiche, come è stato confermato durante la presentazione.
Finisce la 'diaspora' del Centrodestra
Una "diaspora", il termine è usato dallo stesso Poggianti, che si conclude a Empoli dopo 5 anni (il riferimento è alla spaccatura avvenuta quando Fdi e Udc scaricarono FI e non aderirono alla lista di Damasco Morelli) : "Questa è una data importante perché dopo cinque anni il centrodestra si è ricongiunto: non ci sono fratelli e fratellastri, siamo uniti per vincere su Empoli. Dopo cinque anni non è da poco aver trovato una voce unica e dobbiamo provarci perché questa volta ce la possiamo fare"
Sullo stesso tema anche Torselli che rivendica la 'scommessa' fatta cinque anni fa e non risparmia bordate al sindaco Barnini: "Cinque anni fa c'era una candidata sindaco che si vantava di essere l'espressione più alta del renzismo (Barnini, ndr) e di rappresentare il nuovo. Dall'altra parte c'era un centrodestra al minimo storico anche a livello nazionale, ma noi abbiamo deciso di mettere i simboli e appoggiare una lista che si chiamava 'Centrodestra per Empoli' perché eravamo convinti che da qui avremmo ricostruito nei prossimi cinque anni questa area. Nardella senza Renzi sarebbe a suonare il violino all'opera di Firenze, ma ora va in strada a rinnegare il suo passato, mentre Brenda Barnini nasconde il simbolo di partito, entrambi prendono le distanze da chi l'ha fatti diventare grandi. Noi siamo quelli che cinque anni fa hanno fatto scommessa quando tutti ci consideravano marginali, abbiamo preso una stradina irta e armati di buona volontà siamo arrivati in cima. Ora dall’alto vediamo il fuggi fuggi di avversari che si nascondono dietro i cespugli e nascondono il simbolo, noi ne mettiamo cinque".
Da questo punto di vista il centrodestra 'ricostruito' carica la candidatura di Poggianti di un forte valore 'simbolico': conquistare Empoli, considerata roccaforte renziana, è senza dubbio un risultato che fa gola ai vertici regionali. E basterebbe dopotutto vedere l'investimento fatto per allestire la sede del comitato elettorale (spaziosa, ipermoderna e 'scintillante') per capire che il centrodestra ci crede davvero!
Una candidatura 'simbolica'
Insomma quella di Poggianti è sicuramente una candidatura 'simbolica', un tassello voluto dai vertici toscani per cavalcare quel "vento" che soffia dietro le spalle del centrodestra verso una storica conquista (culturale oltre che politica) della Toscana, la 'regione rossa'.
"Il vento in Toscana è davvero cambiato - spiega Donzelli - e dobbiamo provarci. Renzi disse che il vento del cambiamento non si può femrare con le mani quando era vincitore, ecco ormai il suo vento è una brezzolina e il nostro vento è pronto a travolgere Renzi e la sinistra in Toscana. Con la candidatura di Andrea incoraggiamo questo vento"
E che il valore della candidatura vada oltre le mura di Empoli sembra abbastanza chiaro. La presentazione è stata prima di tutto una 'grande parata' del centrodestra: iniziata con il canto dell'inno nazionale e con un minuto di silenzio per i fatti del 1 marzo 1921 a Empoli (quando alcuni carabinieri furono uccisi da esponenti dell'area comunista), l'attenzione è ricaduta sui temi della famiglia, della lotta alle teorie gender, della sicurezza, dell'immigrazione. Temi che sono stati affrontati più a livello di generici "valori del centrodestra" che in ambito locale.
La candidatura di Poggianti è quindi prima di tutto un passo (da Empoli) verso un duplice obiettivo: politico, la conquista del governo toscano nel 2020, ma anche culturale, sbiadire la storica egemonia di sinistra nella regione rossa. E Poggianti è cosciente della sfida a cui lo hanno chiamato: "Empoli è un'apripista per un cambio epocale. Una battaglia storica e entusiasmante che possiamo vincere per rendere Empoli più moderna e sicura".
Interessante sarà capire se a livello locale l'unità d'intenti avrà legami con ciò che succede a livello nazionale e se i rapporti di forza interni riescano a stare in equilibrio in una situazione in cui il partito forte dell'alleanza locale (FdI) è quello con il minor peso politico nazionale, mentre la Lega per il momento fa da spalla, ma è pronta (forse) a giocare l'asso dei crescenti consensi nel paese. Su tutto questo conterà certo l'abilità di Poggianti, ma il discorso è rimandato a dopo le elezioni.
I progetti per Empoli
Ma oltre le dinamiche del centrodestra toscano, c'è Empoli e Poggianti ha le idee chiare sul progetto di governo che intende portare avanti. "Sicurezza, lavoro e territorio": queste le tre parole chiave della sua proposta politica.
"Al centro della nostra campagna - spiega Poggianti - c'è il tema della sicurezza e del degrado. Dobbiamo cambiare il sistema di immigrazione incontrollata, rendere sicuri e vivibili strade e parchi abbandonati alla criminalità. Serve anche un piano straordinario per i cimiteri. Altro elemento della nostra campagna sarà il tema del lavoro: ridurre le tasse alle imprese, la Cosap, l'Irpef, la riduzione della TARI per sviluppare zone industriali". E ancora: "Destra significa stare a contatto con i cittadini e ascoltarli, significa andare nelle frazioni, nelle scuole, ovunque ci siano dei problemi. La destra è quella che pensa non sia giusto fare regali da un punto di vista urbanistico e condannare all'isolamento zone industriali come il Terrafino. Non sarebbe destra un partito che non pensa ai giovani che non trovano lavoro o che non aiuta le famiglie: vogliamo ridurre tasse su acqua, luce e rifiuti in relazione ai figli, oltre a mensa e trasporto scolastico".
Sicurezza e degrado, quindi, ma anche alleggerimento della tassazione, sviluppo industriale e sviluppo del settore turistico che "è pari a zero", da favorire con "il rilancio delle strutture alberghiere, ma anche riportando l'istituto alberghiero a Empoli", mentre "è assurdo che passato il ponte di Sovigliana non si parli più di Leonardo". Parlando di scuole Poggianti propone anche una sorta di piano per ristrutturare e rendere sicure "molte strutture messe male".
Riguardo alle passate amministrazioni il giudizio di Poggianti è netto: "Sono aumentate criminalità e degrado e lo sviluppo del territorio a livello industriale si è arenato. Gli empolesi oggi dicono basta dopo 70 anni di amministrazioni di sinistra, di consorzierie di potere che hanno distrutto il sistema produttivo locale. Empoli era la città delle vetrerie e delle confezioni, ora è un dormitorio. Non c'è stato nessuno sviluppo industriale, il centro si è svuotato, nessun piano di assunzioni e lavoro".
"Non chiediamo - conclude - una poltrona, ma vogliamo attuare un'operazione di democrazia, restituire la città agli empolesi. Non sarà il centrodestra a guidare Empoli, ma saranno gli empolesi a riprendersi la città data alle cooperative e ai poteri forti".
Quale l'obiettivo prefissato? "Puntiamo a vincere al primo turno", spiega seccamente Poggianti.
Giovanni Mennillo
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