Comunità del bosco del Monte Serra, gestione pubblica per evitare nuovi disastri

Firmato a Calci dalla Regione Toscana – rappresentata dal presidente Enrico Rossi –, dai sindaci dei Comuni di Calci, Vicopisano, Buti, Vecchiano e San Giuliano Terme e dall'Unione montana dell'Alta Val di Cecina il protocollo che entro un anno porterà alla nascita della 'Comunità del bosco del Monte Pisano'. Il protocollo promuove il lavoro integrato tra soggetti che operano sulla stessa area per presidiare il territorio, garantire l'uso sostenibile della foresta e la salvaguardia idrogeologica, accrescere la biodiversità e la produttività, diminuire il rischio di incendi, con evidenti benefici ecologici, economici e sociali. Per la Regione era presente anche l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi.

Nell'occasione, sono stati presentati alla stampa ed alla comunità alcuni dati che riepilogano il lavoro svolto fino ad oggi per la messa in sicurezza del Monte Pisano a seguito dell'incendio del 24 settembre ed un breve documentario che racconta quanto avvenuto: le fiamme, lo spegnimento, la realizzazione delle opere di salvaguardia, la rinascita.

Le Comunità del bosco - previste dalla normativa regionale in ambito forestale (lr 39/2000) - nascono proprio con l'obiettivo di avviare un processo partecipativo tra enti pubblici e soggetti privati al fine di fare crescere sul territorio la presa di coscienza e coinvolgere la collettività nella gestione attiva del patrimonio boschivo, per avviare processi di recupero e miglioramento ecologico, oltre che per prevenire il dissesto idrogeologico e gli incendi boschivi.

"Siamo di fronte ad un intervento straordinario - ha commentato dopo la firma il presidente della Regione Enrico Rossi - fatto prima di tutto dai lavoratori, che hanno risistemato qualcosa come 200 chilometri di griglie di contenimento e regimazione delle acque, portato via tutto il legname bruciato. Ci sono, insomma, tutte le condizioni perchè il bosco si riprenda. Ora dobbiamo fare ancora interventi di selezione della crescita, per impedire quello che i tecnici chiamano "effetto insalata", overo una crescita disordinata per fare in modo che il bosco si caratterizzi com'era in precedenza, con l'ordine che devono avere i boschi coltivati e ben strutturati. Noi abbiamo speso volentieri per questa iniziativa. Da un'esperienza drammatica, abbiamo capito come dove e quando intervenire. Ripeteremo questa iniziativa a Vico Piano e in Lungiana. Certo, dovremo impegnare per questo risorse, ma penso che i cittadini capiscano che sono ben impegnate. Qui a Calci, per la prima volta, sperimentiamo la legge regionale che istituisce le Comunità di bosco. Il bosco, un bosco curato e presidiato, per tanto tempo è stato una fonte di reddito preziosa. Dobbiamo creare le condizioni perchè questo importante patrimonio continui ad essere risorsa e fonte di reddito anche con la presenza dell'uomo. La comunità di bosco mette insieme enti pubblici e privati, per dettare regole comuni per curare e tenere il bosco nel modo migliore possibile, aiutando così a prevenire incendi e regimare acque, salvaguardando la valle, cosa particolarmente importante in una fase delicata di cambiamenti climatici".

"Abbiamo firmato un accordo di azioni concrete – ha detto l'assessore Marco Remaschi – e lo facciamo con l'Unione dei Comuni dei Monti Pisani con i quali abbiamo gestito questo intervento. Dobbiamo mettere insieme tutti gli attori del territorio, i Comuni, le associazioni, il mondo del volontariato e fare di questo territorio un modello, un progetto pilota per la Toscana. Parte la prima comunità del bosco che è frutto di una modifica della legge 39 con il regolamento specifico e parte perché riteniamo che qua ci siano le opportunità per ristabilire un equilibrio sia di carattere ambientale sia di fruibilità turistica e di valorizzazione di un intero comprensorio. Questo è lo spirito con il quale la comunità del bosco deve funzionare: rendere fruibile e gestibile un territorio come questo, compl esso sotto l'aspetto della forestazione, ma di una straordinaria bellezza e di una valenza ambientale per noi assai rilevanti. Ci puntiamo molto e sono convito che faremo bene".

"Grazie all'intervento della Regione siamo scesi in campo subito perla mesa in sicurezza, già pochi giorni dopo l'incendio c'erano 50 operai forestali a lavorare sul monte", ha sottolineato il sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti. "Il meteo è stato benevolo, i lavori sono proceduti bene e anche la messa in sicurezza, in maniera costante e con risultati importanti. Abbiamo un'altra fetta di monte che è completamene intatta e vogliamo che tale resti, per questo bisogna cominciare a lavorare programmando per il futuro. Lo facciamo anche noi. Con i fondi del Fai abbiamo intenzione di acquistare mezzi per effettuare manutenzione diretta e fare ancora più interventi di mitigazione del rischio, ma occorre coinvolgere i privati che hanno responsabilità importanti che devono conoscere. E' un onore ospitar e la prima comunità del bosco della Toscana, anche se a seguito di una disgrazia, con l'obiettivo di mettere insieme tutti gli interessi possibili sul monte, da quelli dei proprietari a quelli delle aziende che lavorano sul monte, fino a quelli delle realtà associative che amano vivere il monte per tenere il monte vivo e vissuto".

Sulla base di questo accordo i firmatari:
- promuoveranno la partecipazione di tutti i soggetti del territorio nella gestione attiva del bosco
- favoriranno le forme di aggregazione tra i piccoli proprietari forestali, al fine di creare unità gestionali che consentano una migliore pianificazione del territorio
- pianificheranno un modello di gestione integrato e finalizzato allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione di tutte le funzioni del bosco

La Regione Toscana affiancherà i Comuni e l'Unione montana in questo percorso, aiutandoli a sensibilizzare la collettività e le imprese.
Il bosco del Monte Pisano - Calci, Vicopisano, Buti, San Giuliano Terme e Vecchiano sono Comuni con un elevato coefficiente di boscosità, caratterizzati da boschi a prevalenza di pino marittimo misti con latifoglie (castagno in quota, leccio nelle zone più basse), ontani e salici. Sui Monti Pisani è presente anche uno dei 53 complessi del Patrimonio agricolo forestale regionale (Pafr). Una superficie di 660,98 ettari di elevato valore ambientale e paesaggistico che insistono sui territori dei Comuni di Calci, Buti e Vicopisano.

I numeri raccontano l'incendio del Monte Pisano

1150 ettari di aree verdi bruciati, 700 abitanti evacuati, fortunatamente nessuna vittima. Questi i dati principali che raccontano l'incendio del monte Pisano divampato lo scorso 24 settembre, ma i numeri (200 km di graticciate realizzate, 18.000 ore di lavoro, 12 km di viabilità recuperati) possono anche narrare il frenetico lavoro per la salvaguardia idrogeologica che è scattato all'indomani dello spegnimento delle fiamme e l'impegno della Regione nel sostenere il percorso verso la rinascita di questo territorio, fino alla firma per la nascita della prima ‘Comunità del bosco della Toscana' posta oggi al teatro della Valgraziosa di Calci dal presidente della Toscana Enrico Rossi e dai sindaci dei Comuni di Calci, Vicopisano, Buti, Vecchiano e San Giuliano Terme.
Ecco i dati nel dettaglio.

L'incendio:
1150 ettari bruciati (1000 ettari di bosco, 150 di colture agricole);
Perimetro dell'incendio: 26 km;
Tre Comuni coinvolti: Calci(75%), Vicopisano (24%) e Buti (1%);
700 gli abitanti evacuati, nessuna vittima;
580 squadre impegnate tra spegnimento, bonifica e controllo dell'area;
1350 persone tra operai forestali, volontari antincendi boschivi (AIB) e Direttori delle Operazioni AIB;
50 autobotti;
500 pick up attrezzati Anticendi Boschivi;
12 mezzi aerei: 5 elicotteri della flotta regionale, 5 canadair e 2 elicotteri della flotta nazionale inviati dalla Protezione Civile Nazionale.
Tutte le forze in campo sono state coordinate dalla Sala Operativa Regionale. Fondamentale anche il supporto dei Vigili del Fuoco, di mezzi e operatori delle Forze dell'Ordine e dell'Esercito e dei mezzi di soccorso sanitario.
Salvaguardia e messa in sicurezza:
200 km di graticciate e palizzate realizzate
5,3 km di fossi di guardia;
200 briglie/traverse posizionate sui principali impluvi;
sistemati 12 km di viabilità forestale;
ripristino e messa in sicurezza strada provinciale;
18 mila ore di lavoro complessive;

Nel primo lotto di lavori (da ottobre a gennaio)
7 cantieri;
5 tecnici forestali della Regione Toscana;
50 operai in media al giorno;
77 giornate di lavoro da ottobre a gennaio.
9 tecnici del Consorzio di bonifica n.4 Basso Valdarno
Nel secondo lotto di lavori (da gennaio a fine maggio)
2 tecnici forestali della Regione Toscana;
3 cantieri;
15 operai al giorno.

Impegno finanziario della Regione Toscana
Totale 1.5 milioni di euro;
300 mila euro per interventi urgenti di soccorso;
300 mila euro per interventi di ripristino del reticolo idraulico;
800 mila euro per interventi di salvaguardia e messa in sicurezza delle aree coinvolte;
90 mila euro per le attività straordinarie di tecnici, direttori delle operazioni AIB e operai forestali;
10 mila euro per spese relative all'attività eccezionale del personale di volontariato antincendi boschivi;
Nel 2019 sono stati destinati inoltre 155 mila euro per garantire il mantenimento degli interventi realizzati e il proseguimento degli interventi di salvaguardia previsti entro il maggio 2019.

Fonte: Regione Toscana



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