La primavera al Museo Novecento: una grande monografica dedicata a Giorgio Morandi

Il Museo Novecento dà il benvenuto alla primavera il 15 marzo con “Exit Morandi” (fino al 27 giugno), grande monografica curata da Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti, realizzata in collaborazione con la Fondazione Roberto Longhi e Villa Brandi che si avvale dei prestiti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, della Banca Monte dei Paschi di Siena e di significative collezioni private. A cinquantacinque anni dalla scomparsa dell’artista, tra i più grandi della storia dell’arte del XX secolo, il Museo Novecento ospita un’esposizione che prende origine da quattro importanti dipinti appartenuti al collezionista e mecenate Alberto Della Ragione. Un viaggio di cui sono stati interpreti vigorosi Roberto Longhi, Cesare Brandi, Francesco Arcangeli e Carlo Ludovico Ragghianti, ovvero i punti cardinali della critica novecentesca relativa all’arte del maestro bolognese. Da qui le basi di un progetto espositivo speciale, che raccoglie opere appartenute o gravitate nell’orbita dei quattro illustri storici dell’arte, a sugellare, nello scorrere del tempo e nel cambiare delle stagioni, la fedeltà nei confronti della silente e ferma pittura di Morandi.

Curatrice della mostra assieme al Direttore artistico del Museo Novecento è Cristina Bandera, Direttrice della Fondazione Roberto Longhi, tra le massime studiose dell’opera di Giorgio Morandi.

Taglio del nastro, nella stessa giornata, anche per un nuovo appuntamento del ciclo Duel, che invita un artista contemporaneo a porsi in dialogo con un’opera della collezione del museo. È il momento di Eclisse di Goldschmied & Chiari a cura di Gaspare Luigi Marcone (realizzata in collaborazione con gli assessorati alle pari opportunità e all’ambiente del Comune di Firenze) che costruiscono tutta la mostra sull’idea del “doppio” e hanno scelto, quasi per empatia, il dipinto Demolizioni (1937) di Mario Mafai. L’opera, che testimonia le distruzioni degli edifici romani volute dal fascismo per dare un nuovo volto all’Italia tramite l’urbanistica di regime, introduce all’ambiente

principale della mostra. All’interno della sala le artiste espongono la serie di collage Dispositivi di rimozione (2010-2012) e la grande installazione polimaterica Patria (2010-2019).

Per il ciclo Campo Aperto spazio invece a Riccardo Guarneri e alla sua mostra Pittura Pittura, curata da Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli. La selezione delle opere in mostra prende avvio da una tela degli anni sessanta riferibile quasi agli esordi della carriera dell’artista, fino ad arrivare a lavori più recenti, dai primi anni duemila ad oggi, in cui sono rappresentate composizioni che rinnovano la riflessione sul medium pittorico riconducendola ad un massimo di rigore ed essenzialità.

Un piccolo, ma significativo, innesto è rappresentato dal paesaggio ispirato ai panorami rarefatti e silenziosi di Giorgio Morandi con il quale Guarneri condivide un’attitudine quasi sacrale e monastica al fare pittorico, dedicandosi per tutta la vita a variazioni sul medesimo motivo formale. Una lunga meditazione si cela dietro la realizzazione di ogni dipinto, che pur essendo un’entità in sé conclusa non può non essere interpretato come parte di un processo più ampio, che abbraccia l’intera produzione dell’artista. Filo rosso, quello di Morandi, che lega anche i lavori di Goldschmied & Chiari in mostra al Museo. Lavorando sulla storia, sui suoi simboli e sulla rimozione della memoria, le opere del duo si ricollegano idealmente all’impegno silenzioso e appartato di Morandi, che consegnava all’arte un compito di resistenza al caos tragico del mondo circostante.

“Con l'inaugurazione di oggi Museo Novecento si conferma un vero e proprio caleidoscopio dell'arte, un'istituzione che trova il suo definitivo spazio in città a cinque anni dall'apertura, interpretando il ruolo di nuovo polo urbano dell'arte moderna e contemporanea, un luogo in cui, in simultanea, si aprono gli spazi a diversi artisti e capolavori della nostra storia recente - dichiara Tommaso Sacchi, capo segreteria cultura del Comune di Firenze -. Oggi prendono vita il progetto "Exit Morandi", la prima retrospettiva monografica che il nostro Museo dedica al grande artista bolognese, le mostre del duo milanese Goldshmied & Chiari oltre a "Pittura Pittura" del maestro fiorentino Riccardo Guarnieri: tre preziosi interventi d'arte, a testimonianza del fatto che il Museo Novecento incarna, sempre più, il ruolo unico e straordinario di istituzione che prende vita, si accende e si rigenera in maniera simultanea, continua e vitale.”.

“È un grande traguardo, per il Museo Novecento, poter ospitare una mostra dedicata a un grande protagonista dell’arte italiana e mondiale come Giorgio Morandi - spiega Sergio Risaliti, direttore artistico del

Museo Novecento – che tanto interessa ancora gli artisti contemporanei, come Sean Scully e Claudio Parmiggiani, presenti nel catalogo che accompagna la mostra con due contributi critici di raro spessore. È stato soprattutto un grande privilegio poter collaborare con una curatrice del calibro di Maria Cristina Bandera, tra le più autorevoli studiose del maestro bolognese, e con istituzioni prestigiose come la Fondazione Roberto Longhi e l’Archivio Villa Brandi. Nell’ultimo anno il museo ha ospitato Emilio Vedova, Piero Manzoni, Medardo Rosso, ottemperando a una mission che lo vuole impegnato nella rilettura dell’opera dei maestri del Novecento. Colgo l’occasione per ringraziare i collezionisti che hanno aderito al nostro progetto consegnandoci in prestito opere di straordinaria bellezza, tra questi la Banca Monte dei Paschi e i prestatori che hanno preferito rimanere nell’anonimato”.

“Come laboratorio culturale” prosegue il Direttore “il Museo Novecento intende anche aggiornare il suo pubblico sui protagonisti dell’arte di oggi, dando spazio ad artisti giovani ma con un’esperienza maturata a livello nazionale e internazionale, come il duo Goldschmied & Chiari il cui lavoro è orientato alla elaborazione di un linguaggio visivo e installativo che vale come critica sociale, politica ed economica sul recente passato della storia del nostro paese. Una patria offesa da tragedie collettive ancora oggi non elaborate del tutto. Questo significa che l’arte non è mai solo arte per l’arte, neppure quando è un esercizio estremo per la sensibilità estetica orientato alla contemplazione del quasi invisibile come nel caso della Pittura Pittura di Riccardo Guarneri, la cui opera astratto-geometrica, caratterizzata da una lirica costruzione di rapporti di luce-colore, è influenzata dall’alto magistero pittorico di Giorgio Morandi.”

Museo Novecento, piazza Santa Maria Novella - Firenze

Inaugurazione giovedì 14 marzo 2019 ore 18 15 marzo – 27 giugno 2019

Il 18 giugno 1964 Giorgio Morandi moriva nella sua Bologna e Roberto Longhi, tra i più celebri interpreti della sua opera, dichiara il proprio profondo turbamento: “Non vi saranno altri nuovi dipinti di Morandi: questo è, per me, il pensiero più straziante”. A cinquantacinque anni dalla scomparsa del grande artista, il Museo Novecento ospita Exit Morandi, una grande mostra dedicata alle opere dell’artista bolognese. La mostra (dal 15 marzo al 27 giugno 2019), curata da Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti, vede la collaborazione con Fondazione Roberto Longhi e Villa Brandi e si avvale dei prestiti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, della Banca Monte dei Paschi di Siena e di significative collezioni private.

L’esposizione prende origine da quattro importanti dipinti conservati al Museo Novecento appartenuti ad Alberto Della Ragione, tra cui un acquerello con una rara figura femminile che reca la data puntuale “11 aprile 918”, piccolo capolavoro su carta, che palesa le straordinarie capacità di aggiornamento dell’artista sulle avanguardie e la sua personale sintesi figurativa, svolta in un linguaggio già essenziale e anticonvenzionale. La grandezza di Morandi fu subito evidente a Roberto Longhi, che non interromperà mai il confronto umano e intellettuale con l’artista. I due, pur frequentandosi per decenni, si daranno sempre del “lei” nei loro scambi epistolari; un’affinità tra uno storico dell’arte e un pittore iniziata sul finire del 1934, in occasione della prolusione tenuta da Longhi in veste di nuovo titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Università di Bologna. In “un’aula gremitissima” Longhi concluse la sua illuminata revisione dei Momenti della pittura bolognese parlando in questi termini di Morandi: “E finisco col trovar non del tutto casuale che, uno dei migliori pittori viventi d’Italia, Giorgio Morandi, ancor oggi, pur navigando tra le

secche più perigliose della pittura moderna, abbia, però saputo sempre orientare il suo viaggio con una lentezza meditata, con un’affettuosa studiosità, da parer quelle di un nuovo incamminato”. Ammirazione che fu reciproca come testimoniano le parole di Morandi dedicate allo studioso nel ‘61: “Sto leggendo, come può immaginare col più vivo interesse, i Suoi Scritti giovanili. Anche questi, come tutta la Sua opera hanno insegnato, insegnano ed insegneranno sempre.”

Un viaggio di cui sono stati interpreti vigorosi anche Cesare Brandi, Francesco Arcangeli e Carlo Ludovico Ragghianti, ovvero i punti cardinali della critica novecentesca relativa all’arte del maestro bolognese. Da qui le basi di un progetto espositivo speciale, che raccoglie opere appartenute o gravitate nell’orbita dei quattro illustri storici dell’arte, a sugellare, nello scorrere del tempo e nel cambiare delle stagioni, la fedeltà nei confronti della silente e ferma pittura di Morandi, secondo il quale “anche con soggetti così semplici, un grande pittore può raggiungere una maestosità visiva e un’intensità emotiva alle quali reagiamo all’istante”.

Exit Morandi

Dopo averne scritto più e più volte, Roberto Longhi, che parlava di severa elegia luminosa a proposito della pittura di Morandi, consegna un testo che lascia il segno nella storia e nella critica d’arte a lui posteriori. Lo storico dell’arte fa risaltare una coincidenza dalle conseguenze per lui epocali, in quel fatidico mese di giugno del 1964, quando si era appena inaugurata la Biennale di Venezia: “Una nemesi capricciosa ma non priva di significato ha voluto che Morandi uscisse di scena il giorno stesso in cui venivano esposti a Venezia i prodotti della pop-art”. Il critico era convinto che la statura di Morandi sarebbe cresciuta ancora, mentre sarebbero stati ridimensionati i valori di molti degli “stagionali prodotti”, prima e dopo Morandi.

“Morandi non sarà secondo a nessuno”. Questa – ricorda Maria Cristina Bandera – fu l’autorevole, lungimirante previsione di Roberto Longhi, confermata oggi dall’attenzione internazionale per il pittore, che non ha confini. Non si trattò di un vaticinio avventato, ma di un giudizio critico ponderato, maturato lungo un trentennio, espresso dall’autorevole storico dell’arte sui gradini di accesso al proprio studio a Villa Il Tasso a Firenze, davanti alla telecamera che lo riprendeva per la trasmissione televisiva L’Approdo, programmata, a dieci giorni di distanza, per commemorare l’uscita di scena del pittore.

“La tesi di Longhi espressa nel ’64 in Exit Morandi – dichiara Sergio Risaliti – poteva apparire in quei giorni e nel tempo immediatamente successivo quella di un critico un po’ reazionario e conservatore, fedele a un’idea di arte fin troppo formale e dipendente dall’idealismo, in difesa di una tradizione pittorica occidentale che saldava il mondo di Giotto, Masaccio, Piero della Francesca, Bellini, Tiziano, con quello di Chardin e Corot, di Renoir e Cézanne, per culminare nelle nature morte e nei paesaggi di Morandi. Col tempo si è avverato il presagio di Longhi, ma non tanto nel senso del ridimensionamento dell’importanza epocale della Pop Art, incontestabile, quanto in quello di un Morandi faro e riferimento innegabile di tanti artisti contemporanei, sintonizzati, come lui, con i valori profondi e ritornanti della tradizione classica.

Un ruolo esemplare nell’arte del novecento, che anche Francesco Arcangeli riconosceva a Morandi, interpretato come artista di avanguardia e al contempo profondamente antico. Alle riflessioni di questi alfieri della critica novecentesca si uniscono quelle di Cesare Brandi, che metteva in risalto il valore “sopranazionale e universale” della sua pittura, e di Carlo Ludovico Ragghianti, figura fondamentale per la storia stessa del Museo Novecento. La lettura critica di quest’ultimo – afferma ancora Maria Cristina Bandera – era estremamente acuta, non solo perché ha aiutato a superare la “favola volgare del pittore delle bottiglie”, ma anche perché si è rivelata lungimirante, come avvalorato dalle testimonianze di artisti, architetti e registi, tra cui Bernardo Bertolucci, catturato dalla “monumentalità” ravvisabile nelle sue piccole tele e dal “sonoro basso” che le qualifica.

In mostra si potranno ammirare nature morte, paesaggi, fiori e una serie di incisioni, espressione artistica che vede in Morandi uno dei maggiori rappresentanti dei suoi anni e che gli valse il premio internazionale alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1953.

Giorgio Morandi - Bologna 1890 - 1964

Mostrando da subito talento per la pittura, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Aggiornato sulle sperimentazioni di Picasso, Cézanne e Derain, grazie ad un viaggio a Firenze si confronta direttamente con i grandi maestri della pittura italiana, ammirando, tra gli altri, i capolavori di Giotto, Piero della Francesca e Masaccio, che esercitano un forte influsso sulla sua ricerca successiva. Dopo la prima e fulminea mostra collettiva ,

risalente al 1914, si avvicina con una poetica personale alla pittura metafisica e al movimento Valori Plastici, formatosi attorno all’omonima rivista edita da Mario Broglio tra il 1918 e il 1921.

La scansione e la luminosità dei paesaggi e delle nature morte degli anni Venti, memori della lezione di Piero della Francesca, cedono il passo ad una costante ricerca che continuerà sino all’ultimo dei suoi giorni in opere che, seppur in un’apparente immobilità, rivelano il sentimento dell’ineluttabile trascorrere del tempo.

 

Fonte: Ufficio Stampa



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