Calamai rimossa, insorgono le opposizioni

Alberti: "Rossi poteva venire in consiglio a informarci della decisione"

“Abbiamo saputo tardi e dalla stampa della rimozione di Monica Calamai da capo della direzione generale diritti di cittadinanza e coesione sociale, un comportamento dittatoriale da parte del Governatore Rossi - dice il consigliere regionale Jacopo Alberti - oggi avevamo il Consiglio, poteva metterci al corrente della decisione. È irrispettoso nei confronti dei consiglieri, di opposizione e maggioranza. Mi domando se la decisione è stata condivisa dall’assessore Saccardi”.

“Tra l’altro, io stesso avevo chiesto l’allontanamento della dirigente, quando è scoppiato lo scandalo di Cattedropoli a Careggi. E ricordo bene la risposta stizzita dell’assessore. Visto che si trattava di un incarico fortemente difeso da Saccardi - conclude Alberti - è l’ennesimo disastro per la sanità toscana. Tra professori indagati, primari in fuga e dirigenti rimossi arbitrariamente, forse dovremo aspettarci anche un cambio al vertice dell’assessorato. Ma dovremo aspettare le agenzie di stampa anche per sapere questo”.

Marcheschi (FdI): "Ennesimo tentativo di Rossi di recuperare l’inesorabile caduta della sanità toscana"

“Solo ieri in Consiglio ho elencato gli ennesimi gravissimi errori che hanno messo in crisi l’efficienza e la credibilità di Careggi e della sanità toscana. Il siluramento della dott.ssa Calamai è l’ennesimo tentativo di Rossi di recuperare l’inesorabile caduta della sanità toscana. Della Calamai non ricorderemo molto se non il fatto che dove è stata ha generato conflitti, strascichi e veleni, ma certamente non assolve la direzione politica che le è stata imposta dal duo Rossi-Saccardi che, loro sì, saranno ricordati per aver prodotto i 5 anni più terribili della storia della sanità toscana -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) -. Ma non è ancora finita per medici infermieri e operatori del settore, che hanno patito per la propria professionalità, ma sopratutto per i pazienti, che hanno sofferto gravi disservizi. Manca un anno e poi davvero, quando la Sinistra andrà a casa, inizierà la fase del rilancio delle nostre eccellenze mediche fin troppo umiliate” conclude Marcheschi.

Quartini su Calamai: "Sia fatta chiarezza"

“Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi venga a riferire in aula riguardo il licenziamento della responsabile del dipartimento alla Salute, Monica Calamai. Vogliamo sia fatta piena chiarezza sulla vicenda”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Quartini a margine della conferenza stampa avvenuta questa mattina nella sede del Consiglio in via Cavour 4 a Firenze.

 Mugnai e Marchetti (FI): "Da Rossi solito discontrollo"

"Dopo quasi vent’anni che Enrico Rossi, prima da assessore e poi da governatore, di fatto è il Gran Burattinaio della sanità toscana ormai lo si sa: quando annaspa esce di senno e si rende protagonista di gesto di puro 'discontrollo' che più hanno a che fare con la sua indole che col buon senso amministrativo. Nel caso specifico della rimozione di Monica Calamai dal verticissimo della sanità regionale, Rossi altro non fa che sconfessare l’impostazione che lui stesso ha impresso al settore e di cui Calamai è stata senz’altro la più attenta esecutrice. Politicamente prendiamo atto del tafazzismo del governatore che fa dei suoi bracci armati di lungo corso dei capri espiatori". La considerazione arriva dai vertici regionali di Forza Italia per bocca del Coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai e del Capogruppo in Regione Maurizio Marchetti che così commentano la rimozione di Monica Calamai da capo della direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana.

"Negli anni – ricordano Mugnai e Marchetti – Rossi ha scelto Calamai per i ruoli chiave negli spazi apicali più delicati della Toscana. La manager si è sempre rivelata di tale efficacia nell’applicazione delle direttive di Rossi sulla sanità da aver ottenuto l’effetto schiacciasassi ovunque sia stata collocata. Livorno, Arezzo, Careggi poi in particolare e ora l’assessorato sono stati teatri di fughe eccellenti sotto la sua guida. La serialità di certe dinamiche difficilmente è un caso. In tutto ciò, però, per Rossi ha sempre rappresentato quasi una alter ego. Diciamo – riflettono i vertici regionali degli azzurri toscani – che Calamai, ovunque è stata collocata, ha prodotto alla sanità toscana tutti i danni che Rossi le ha chiesto di produrre. Lei così come gli altri protagonisti del cordone sanitario di cui il governatore si è sempre circondato e le cui sorti ha legato a filo doppio con le sue".

"E infatti qui siamo al tramonto, come dimostrato anche dai Governance Poll pubblicati l’altro giorno dal Sole24Ore in cui il gradimento del presidente della Toscana precipita. Poteva Rossi tramontare da solo? Figuriamoci. Dopo di lui, secondo lui, ci dovrà essere il diluvio. Invece ci saremo noi, Forza Italia e il centrodestra, a rimboccarci le maniche per riaggiustare quanto lui, non le sue falangi, ha la responsabilità politica di aver sciupato", concludono Mugnai e Marchetti.

Ancora Marcheschi: "Mozione congiunta di sfiducia a Rossi"

La responsabile non può essere soltanto la dotto.essa Calamai, che certo non ha fatto un buon lavoro perché ha lasciato problemi ovunque, proporrò dunque ai capigruppo del Centrodestra di presentare una mozione congiunta di sfiducia al Presidente Rossi -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marchesch (Fdi)- In Consiglio ho elencato gli ennesimi gravissimi errori che hanno messo in crisi l’efficienza e la credibilità di Careggi e della sanità toscana. Il siluramento della dott.ssa Calamai è l’ennesimo tentativo di Rossi di recuperare l’inesorabile caduta della sanità toscana.Della Calamai non ricorderemo molto se non il fatto che dove è stata ha generato conflitti, strascichi e veleni, ma certamente non assolve la direzione politica che le è stata imposta dal duo Rossi-Saccardi che, loro sì, saranno ricordati per aver prodotto i 5 anni più terribili della storia della sanità toscana. Ma non è ancora finita per medici infermieri e operatori del settore, che hanno patito per la propria professionalità, ma sopratutto per i pazienti, che hanno sofferto gravi disservizi. Manca un anno e poi davvero, quando la Sinistra andrà a casa, inizierà la fase del rilancio delle nostre eccellenze mediche fin troppo umiliate” conclude Marcheschi.

Marras replica al capogruppo di FdI: “Mozione di sfiducia? Marcheschi pensi alle cose serie”

“Oggi era, evidentemente, il giorno libero del consigliere Marcheschi dato che ha avuto tempo di tornare più e più volte sulla vicenda della dirigente regionale. Prendo la sua proposta come quella di un simpatico burlone e lo invito a non perdere tempo e occuparsi di cose serie che riguardano e interessano i toscani”. Così Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana, commentando le dichiarazioni capogruppo di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi.

Dal Forum Diritto alla Salute

Mi colpisce e preoccupa questa vicenda del ‘licenziamento’ della direttrice della sanità regionale della regione toscana da parte del presidente Rossi che circa un anno fa la volle, fortissimamente volle, in quel ruolo ritenendola poco meno che salvifica.

A quel tempo ci fu una polemica che giustamente agitò gli ambienti sanitari riguardante l’intervento di ‘adeguamento’ stipendiale per la Calamai che altrimenti, trasferendosi da AOU Careggi, avrebbe perso un po’ di remunerazione. Anche noi facemmo presente che questi interventi ad personam risultavano, specialmente in un periodo di dannosissimi tagli alla sanità, piuttosto inopportuni.

Non conosciamo le vicende e i dettagli che hanno portato a questa rottura. All’esterno non sembrano emersi elementi di merito. E dire che questioni ‘grosse’ ve ne sono tante in corso: la crisi della sanità territoriale, una valutazione degli effetti del gigantismo aziendale ancora da farsi, la riorganizzazione del 118, le risposte in corso al pesante problema delle liste d’attesa fondamentalmente incentrate sul privato (addirittura ‘mettendolo in concorrenza’...) e sul cosiddetto privato sociale. Si rileva un po’ di carenza sul piano della trasparenza, diciamo. Sappiamo solo che “da tempo si susseguono notizie e voci relative alla volontà della dottoressa Calamai di cessare il proprio rapporto di lavoro con la Regione Toscana per accettare nuovi incarichi in altri enti fuori dalla regione. Il rincorrersi delle notizie, nonostante le smentite, ha determinato una situazione di incertezza e ha minato l’autorevolezza e l’affidabilità degli atti e delle strategie della direzione”.

Questo episodio suscita qualche considerazione ‘storica’ sui profili di gestione della più importante infrastruttura pubblica della Repubblica (cioè la Sanità Pubblica). Da tempo assistiamo a intensi ‘giri’ dei manager della sanità, direttori generali, che occupano le postazioni in amministrazioni di diverso (almeno supposto tale..) colore politico; abbiamo avuto anche il caso dell’ex assessore toscano ‘tecnico’ che subito dopo si piazza in gruppi di consulenza per il presidente di una regione governata dalla destra.

La base di queste ‘evoluzioni’ è certamente connessa all’affermarsi di un’egemonia culturale ‘superaziendalista’, in cui la dimensione tecnica economico-manageriale, supposta ‘neutrale, sovrasta grandi valori-obiettivo, quali, ad es., la lotta alle diseguaglianze e tutto il potente contenuto della Costituzione, a partire dell’art 3 e 32, e delle altre norme sanitarie fondamentali (attualmente, infatti, piuttosto neglette). Sono così emersi alti dirigenti che sembrano un mix tra antico capitano di ventura e piccolo CEO (chief executive officer) di qualche ‘corporation’.

Penso che la difesa e il rilancio della ‘bellezza del servizio sanitario nazionale’ dovrà passare anche da un ripensamento dei modelli culturali e organizzativi in questo campo. La politica (la ‘buona’ politica, non quella che piazza adepti nei ‘posti’) dovrebbe promuovere e assicurare questi grandi valori.

In ogni caso bisogna sempre sforzarci di esprimere pensieri positivi, come la speranza e gli auguri che dobbiamo al sostituto Tomassini che si cimenterà nella tenuta della quasi cinquantennale sanità toscana (sì, perché in Toscana, fin dalla nascita delle regioni, si incominciò da subito, con un forte collegamento con le realtà sociali, a produrre leggi innovative in questo campo, poi sussunte anche nella riforma del ’78, la legge 833).



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