Arrestato in Algeria il miliardario Issad Rebrab, ex proprietario delle acciaierie Aferpi

È stato arrestato in Algeria l'ex proprietario delle acciaierie Aferpi di Piombino Issad Rebrab. L'uomo, attualmente a capo della Cevital, è accusato di falsa dichiarazione sui trasferimenti illeciti di capitali verso l'estero, fatturazione eccessiva di attrezzature importate e l'importazione di attrezzature usate godendo di vantaggi doganali, fiscali e bancari. L'arresto sarebbe avvenuto nella notte tra lunedì e martedì: Rebrab è stato trasferito nel carcere di el-Harrach.

La notizia dell'arresto di Rebrab, uno dei magnati più ricchi d'Africa, era trapelata lunedì mattina ma il suo gruppo lo aveva inizialmente smentito. La conferma è arrivata oggi dalla tv di stato.

Rebrab aveva acquisito le acciaierie di Piombino nel luglio del 2015, ma il suo progetto era lentamente naufragato per problemi di finanziamento, in particolare per il blocco delle esportazioni di capitali deciso dal governo algerino. Durante una lunga battaglia politico-giudiziaria, l'imprenditore aveva già rischiato l'arresto nel 2015. Nell'estate del 2018 la Aferpi è stata ceduta all'industriale indiano Sajjan Jindal.

Secondo alcuni commentatori, il suo arresto potrebbe essere legato anche a motivi politici, essendo Rebrab originario della regione berbera e da sempre in conflitto con le autorità che hanno bloccato diversi suoi progetti industriali. E' anche fondatore di uno dei principali quotidiani algerini di opposizione, Liberté. I reati contestati sarebbero legati alla EvCon industry, controllata della Cevital, una multinazionale con interessi in molti settori, dall'acciaio all'elettronica e alle costruzioni, e ad un progetto avviato a Bab Jdid.

"Teniamo a sottolineare - afferma la società in una nota - che non si tratta, come qualcuno ha lasciato intendere, né di un caso di corruzione né di distrazione, né di spreco di denaro pubblico. Simili pratiche - aggiunge la società - sono contrarie alla nostra etica e ai nostri valori". Lo stesso Rebrab, nei giorni scorsi, aveva negato ogni accusa affermando su twitter che "il nostro gruppo, al pari del popolo algerino, è una vittima del sistema e della sua mafia economica".



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