
Nel settembre 2013, un sarcastico manifesto funebre, sulla falsariga di quelli veri, fu affisso in Via Raffaello Sanzio. Così recitava: “Gli avvocati del circondario empolese - valdelsa partecipano con sommo sconforto il decesso del “Tribunale di Empoli”, di anni 700. Le esequie del carissimo estinto saranno celebrate venerdì 13 settembre con partenza dalla sede di via Raffaello Sanzio. La venerata salma sarà seppellita nel cimitero di Novoli, vicino all’ingrosso dei cavoli e delle zucchine”.
Empoli veniva privata degli uffici del Giudice di Pace e del Tribunale, nonostante servissero da secoli ed onorevolmente un importante bacino d’utenza, agevolassero le forze dell’ordine nelle incombenze giornaliere e costituissero un’opportunità di lavoro per tutto l’indotto del settore giustizia, oltre a dare prestigio alla Città.
Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative di quest’anno, è stato riconsegnato alla città l’Ufficio del Giudice di Pace. Se questo è un successo, o una magra consolazione, è ancora da capire, visto che attualmente è dotato di un unico Giudice Onorario, chiamato a gestire da solo tutto il contenzioso civile e penale di competenza dell’Ufficio.
Ma la speranza deve essere l’ultima a morire, visto l’impegno profuso degli avvocati abituati a combattere per ciò che ritengono giusto e mai rassegnati all’accaduto.
Essi aspirano, giustamente, a riottenere anche la presenza del “Tribunale di Empoli” per le esigenze pratiche dei cittadini e delle forze dell’ordine. Quest’ultime, notoriamente sotto organico, sono costrette a recarsi a Firenze per ogni incombenza giudiziaria, sottraendo tempo prezioso e risorse al presidio del territorio, senza considerare i costi che per tale motivo gravano su tutta la comunità.
Si ricava un’idea degli oneri che comporta la perdita della giustizia locale riflettendo che, secondo una classifica 2013, stilata sulla base del numero di cause trattate, il “Tribunale di Empoli” era collocato al 70° posto su un totale di 140 Tribunali. Ciò nonostante, vantava tempi virtuosi per la conclusione di una causa. Mediamente di circa 3 anni, contro i 4/5 degli altri Tribunali.
Il trasloco degli uffici giudiziari a Firenze, deciso per finalità di risparmio di spesa, è quanto di più insensato sia mai accaduto in città. Una pubblica amministrazione, attenta allo sviluppo ed alla competitività del proprio tessuto imprenditoriale sul mercato, non può trincerarsi dietro a ciò che le amministrazioni statali avrebbero dovuto non fare o che dovrebbero fare, né rinviando impotentemente ad un sistema giudiziario che detta i suoi tempi.
Il governo cittadino deve pensare e proporre soluzioni pratiche alle esigenze delle imprese e dei cittadini, che chiedono una giustizia rapida. Altrimenti, è come pretendere che in una partita di calcio un attaccante si fermi ad attendere il direttore di gara che non riesce a tenergli il passo.
Le imprese, prima ancora che i cittadini, hanno bisogno di risposte che, a tutto voler concedere, devono pervenire entro mesi, non anni. Non è un capriccio, lo esige la competitività dei mercati e la possibilità di attrarre o meno capitali da investire.
Se questo è il problema principale, è inutile prospettare come soluzione alle esigenze del tessuto sociale il ripristino del Tribunale di Empoli, senza proporre altre misure a sostegno, perché sin tanto che lo Stato non risolverà radicalmente il problema dell’organico della magistratura a livello nazionale, certe attese rimarranno vane speranze.
Sia chiaro, il Tribunale a Empoli deve tornare, ma esistono anche strumenti immediatamente attuabili, in grado di dare parziali soluzioni al complesso sistema giustizia, come i meno conosciuti o trascurati procedimenti arbitrali.
La Lista Civica ritiene che la realizzazione di un organismo cittadino (di concerto con la partecipazione dei professionisti locali, delle imprese e delle associazioni di categoria), in grado di gestire arbitrati amministrati, costituisca una grande opportunità mai presa adeguatamente in considerazione prima d'ora o che, comunque, non si è saputo promuovere o sfruttare come si poteva, perdendo di vista l’obbiettivo principale che si mirava a conseguire.
Molti chiederanno di cosa si tratta? Semplicemente di un organismo da dotare di un proprio regolamento di procedura, di un elenco di professionisti esperti nei settori di competenza, cui attingere secondo l’esigenza dell’utenza e mediante un sistema di selezione che ne garantisca la casualità di nomina del professionista e, in ogni caso, l’imparzialità e competenza di giudizio. Esso permetterebbe di ottenere la decisione di una controversia civile in tempi prestabiliti, normalmente tra 60 e 180 giorni, a costi certi e contenuti ed è usufruibile da imprese e cittadini.
Ciò è possibile, salvo casi particolari, mediante l’introduzione di una apposita clausola negli statuti delle società o nei contratti (che devolva, all’organismo, la decisione di future liti) od anche con il mero consenso delle parti interessate ad una spedita definizione della controversia.
L’entrata a regime dei giudizi arbitrali, porterebbe beneficio non solo a chi liberamente decida di avvalersene, ma anche al Giudice di Pace ed al futuro Tribunale, sgravandoli di un importante numero di cause civili. Il risparmio dei tempi della giustizia ordinaria nella decisione delle altre liti è agilmente immaginabile.
La lista civica propone di disegnare - assieme alle diverse professioni locali, ai cittadini ed alle loro rappresentanze - un organismo arbitrale indipendente e d’eccellenza, capace di operare in sinergia con la giustizia ordinaria per il miglioramento della qualità di vita del tessuto sociale della città.
Fonte: La Mia Empoli
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