Delegazione toscana di Coldiretti al Tuttofood: "Agribusiness filiera chiave"

L’agroalimentare nazionale vale 205 miliardi e rappresenta il 12% del Pil ma è soprattutto un elemento di traino per l’intera economia all’estero dove rappresenta il vero simbolo del Made in Italy.  E’ quanto è emerso all’incontro al primo Forum dell’agroalimentare italiano organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a TUTTOFOOD alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. All’evento hanno partecipato insieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini e a quello di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, l’Assessore agricoltura e alimentazione della regione Lombardia Fabio Rolfi, il Presidente Fondazione Fiera Milano Giovanni Gorno Tempini, il Presidente dell’ICE Carlo Ferro, il Presidente Confindustria Lombardia Marco Bonometti, Nunzio Tartaglia responsabile direzione CDP imprese e Paolo De Castro Presidente Comitato Scientifico Filiera Italia.

Nutrita la rappresentanza della nostra regione al summit milanese guidata dal presidente e dal direttore di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi e Antonio De Concilio; con loro alcuni esponenti di punta del comparto agricolo toscano come Massimo Felice Neri, presidente del Collegio Toscano degli Olivicoltori di maremma, Fabrizio Tesi della Tesi Group di Pistoia azienda leader del florovivaismo e l’aretino Tulio Marcelli titolare dell’agriturismo La Torre e presidente nazionale del patronato Epaca.

Con 1,3 milioni di addetti, +33,3% in 5 anni, 41,8 miliardi di euro di esportazioni con un incremento del 47,8% dal 2008, le imprese agricole di eccellenza italiane rappresentate da Coldiretti e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, riuniti in una storica alleanza, hanno presentano al presidente del Consiglio Conte una realtà da primato del Made in Italy nel mondo e le aspettative che il settore ha per il futuro. Una realtà eccezionale fotografata dal primo studio su “Il valore della filiera italiana del cibo” illustrato durante il convegno dal presidente del Censis Giuseppe De Rita.

Ma la potenza del Made in Italy del cibo non sta solo nella grandezza dei suoi numeri aggregati che mostrano un settore in decisa controtendenza che cresce più e meglio degli altri e che in poco tempo è stato capace di diventare un traino per l’economia italiana. A fare la differenza è proprio il modello che oggi la produzione agricola nazionale e la parte migliore dell’industria alimentare condividono a pieno e difendono. Va proprio nel senso di promuovere e valorizzare un modello di sviluppo unico e distintivo e una strategia unitaria di internazionalizzazione la partnership tra Filiera Italia e Fiere di Milano che punta a sostenere Milano come porta del cibo italiano verso il mondo.

“L'agribusiness è una filiera chiave per l’economia toscana e comprende l'agricoltura e l'industria alimentare – ha commentato Fabrizio Filippi-. Insieme questi settori rappresentano nel 2018 il 3,5% del valore aggiunto regionale. Gli addetti in Toscana ammontano a 73.900 e pesano il 4,4% del totale regionale: una quota superiore alla media delle altre regioni del centro Italia (3,6%). Rispetto al 2008, anno dell'inizio della crisi economica, i livelli occupazionali sono leggermente cresciuti (+2,5%) al contrario di altri settori del manifatturiero (-1,6%), che hanno invece sofferto, insieme alle costruzioni, in modo particolare la recessione”.

“Sul lato dell'agricoltura, le considerazioni da fare sono di vario tipo. In primo luogo – dice Antonio De Concilio - essa oltre a contribuire direttamente alla produzione di valore e alla creazione di posti di lavoro, offre molteplici opportunità di valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche. Tale valorizzazione si è manifestata negli ultimi due decenni attraverso il particolare successo del turismo eno-gastronomico e delle altre forme di turismo esperienziale legate alla fruizione del paesaggio e del patrimonio culturale diffuso sul territorio, dal “benessere” alla cura del corpo, alla domanda di prodotti tipici locali trasformati e venduti in-loco, nonché all’offerta di servizi in conto terzi, ecc. Tutto ciò si è riflesso in modo inequivocabile nel generale aumento delle presenze turistiche in Toscana e in modo particolare nel successo della ricettività agrituristica, che dalla metà degli anni novanta ha più che quadruplicato le proprie presenze”.

 

Fonte: ufficio stampa



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