
Fiorente attività di spaccio di cocaina nell’hinterland di Firenze scoperta dai Carabinieri di Borgo San Lorenzo.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri di Borgo San Lorenzo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, per reati in materia di stupefacenti. Cinque i soggetti destinatari di provvedimenti cautelari emessi dal GIP Silvia Romeo: si tratta di quattro cittadini albanesi e un italiano), residenti tra il capoluogo e l’hinterland fiorentino. Tre di loro sono finiti in carcere e due all’obbligo di dimora.
L’indagine ha consentito di ricostruire l’attività di spaccio organizzata da due principali indagati, facendo emergere anche i loro canali di approvvigionamento, nonché individuare un’ulteriore rete di spaccio organizzata a livello familiare.

I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE
In carcere sono finiti due pusher, uno italiano e uno albanese, entrambi 25enni, che per l'accusa rifornivano le piazze di Sesto Fiorentino e Calenzano, e il loro fornitore, 33enne albanese. Secondo quanto accertato dai carabinieri, i due 25enni sarebbero arrivati a spacciare 200 dosi di cocaina in 15 giorni. Per comunicare coi clienti usavano un linguaggio in codice senza mai nominare le sostanze stupefacenti, usando un unico telefono cellulare.
Le indagini hanno inoltre consentito di scoprire un altro traffico di droga a Sesto Fiorentino, portato avanti da un 36enne e dal padre 68enne, albanesi, entrambi sottoposti alla misura dell'obbligo di dimora. L'anziano, in base quanto emerso, eseguiva le direttive del figlio, occupandosi delle consegne ai clienti. Le indagini sono partite a seguito delle dichiarazioni di un consumatore di cocaina, sentito dai carabinieri nell'ambito di un altro filone d'indagine, conclusosi nel maggio del 2017 con alcuni arresti per traffico transazionale di sostanze stupefacenti.
Lo sviluppo delle operazioni ha presentato diverse difficoltà in quanto non si è mai fatto esplicito riferimento alla droga né tanto meno sono stati rinvenuti quantitativi di sostanze illegali. Gli inquirenti però, quando hanno ascoltato frasi del tipo “Ma la ragazza, cosa hai fatto? Ti è piaciuta? Sì, buonissima” oppure “ne voglio tre, uno regalo; son 250 questi” hanno potuto intuire l’oggetto delle conversazioni.
I due, in concorso tra loro, avevano realizzato una remunerativa e irrefrenabile attività di spaccio in grado di rifornire diversi consumatori di Sesto Fiorentino e di Calenzano, condotta in perfetta simbiosi tra i due correi. Gli oneri dell’approvvigionamento, i rischi della custodia e della distribuzione e la spartizione dei guadagni non hanno mai creato attrito. Anche lo strumento di lavoro utilizzato, il telefono dello spaccio, non poteva che essere in comune, utilizzato a seconda delle necessità contingenti. Una sorta di brand conosciuto dagli assuntori in cerca di sostanze stupefacenti di qualità: sono state duecento le dosi cedute in soli quindici giorni. Nel provvedimento cautelare notificato stamattina è di particolare rilievo il passaggio che descrive l’interessamento per nuovi e sempre più consistenti approvvigionamenti di cocaina.
Acclarato in modo incontrovertibile lo smercio al minuto ad opera di G. L. e M. E., gli investigatori hanno fatto poi luce sui canali di approvvigionamento loro disponibili. Due le figure emerse a questo livello: si tratta di due soggetti albanesi anch’essi destinatari di provvedimento cautelare in carcere, un 40enne allo stato irreperibile ed un 33enne V. E. . Ad opera del primo sono state documentate due consegne, entrambe di cinquanta grammi di cocaina. Il suo arresto a Bologna, nel dicembre 2016, non si è rivelato un evento drammatico per i correi, che poi hanno individuato subito in V. E. il loro nuovo fornitore, dal quale acquistare cocaina di purissima qualità 'tutta a cristalli' e a prezzi vantaggiosi: “un etto m’ha dato; giuro; perché me l’ha fatto a 45; bono!”. L’attività delinquenziale di quest’ultimo non era minimamente ostacolata dal fatto di essere sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa, visto che proprio all’interno del suo appartamento venivano effettuate le cessioni, anche con la formula “soddisfatti o rimborsati” nel caso di prodotto non rispondente ai canoni abituali. Proprio in occasione della restituzione al loro fornitore di una consegna non conforme, i due soci G. M. sono stati costretti a disfarsi del 'prezioso' carico (circa 100 grammi di cocaina) temendo di poter essere bloccati dai Carabinieri. Nella circostanza, i due si sono lanciati in una precipitosa quanto spericolata fuga, incuranti del traffico cittadino di Firenze e imboccando le strade in controsenso pur di guadagnarsi l’impunità.
Le indagini hanno inoltre consentito di disvelare un ulteriore traffico illecito di sostanze stupefacenti a Sesto Fiorentino ad opera di altri due indagati. Si tratta di B. E. (36enne), in contatto con un soggetto arrestato nel corso dell’operazione conclusa a maggio 2017, e di suo padre B. J. (68enne). Quest’ultimo ha seguito le direttive del figlio, occupandosi delle consegne ai vari clienti a vantaggio dell’impresa familiare. I riscontri acquisiti sono stati sufficienti contestare loro i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
All’operazione hanno partecipato una trentina di Carabinieri del Comando Provinciale di Firenze e due unità cinofile antidroga, impegnati anche in perquisizioni personali e domiciliari degli indagati sottoposti a misura.
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