Rischio sismico, ma anche lavoro e economia: questi sono i temi di cui si è parlato nel Consiglio regionale della Toscana di oggi, martedì 14 maggio. Di seguito tutti gli approfondimenti.
Archivio Fratelli Alinari, approvate due mozioni
Garantire la tenuta occupazionale e salvaguardare il patrimonio storico, culturale e identitario dell’Archivio Fratelli Alinari. È questa la risposta alla lunga crisi aziendale arrivata dal Consiglio regionale che oggi, martedì 14 maggio, ha approvato due distinte mozioni e ha appreso, dalle parole della vicepresidente della Toscana, che ad oggi non risulta essere arrivata alcuna richiesta di apertura di un tavolo di crisi. La Regione, ha assicurato Monica Barni, sarà pronta non appena il sindacato si muoverà in tal senso.
Entrambe le mozioni – una a firma Maurizio Marchetti, l’altra presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti – intendono sostenere i lavoratori e le professionalità acquisite, ma anche confermare la volontà di acquisizione dell’archivio fotografico. A tal proposito Barni, rispondendo all’interrogazione presentata proprio da Fattori e Sarti, ha informato l’Aula che l’ipotesi di acquisto sta procedendo anche attraverso il coinvolgimento del ministero per le attività culturali, interpellato per una relazione sulla determinazione di un congruo valore. L’operazione sarà comunque subordinata a verifiche e una volta conclusa tutta la procedura, la Regione si attiverà anche per individuare le sedi più opportune a rendere nuovamente fruibile la collezione visto che è prematura ogni considerazione sul magazzino di Calenzano.
Culti abusanti, approvata la mozione
Il contrasto alle organizzazioni che esercitano culti abusanti è al centro della mozione approvata dal Consiglio regionale. L’atto impegna la Giunta ad attivarsi presso Governo e Parlamento per colmare il vuoto normativo anche attraverso l’istituzione di un osservatorio nazionale permanente per monitorare dati sul fenomeno, ma anche fornire un’adeguata informazione ai cittadini.
Il testo, firmato da Tommaso Fattori, Paolo Sarti e Francesco Gazzetti chiede anche di valutare eventuali iniziative da mettere in campo da parte della Regione, di concerto con forze dell’ordine, commissione toscana bioetica e soggetti che a vario titolo possono essere coinvolti. La Giunta è infine chiamata ad implementare il numero verde regionale istituito presso l’assessorato al diritto alla salute, perché possa fornire aiuto e assistenza alle vittime.
In sede di discussione e dichiarazione di voto, Fattori ha precisato che non ci sono intenzioni di censura verso organizzazioni o soggetti ma piuttosto la volontà di contrastare un fenomeno in crescita significativa che colpisce persone fragili e vulnerabili. Il vuoto normativo è stato richiamto da Gazzetti che ha parlato della necessità di mantenere alta l’attenzione e di dare segnali concreti.
Per Marco Casucci il Governo nazionale deve essere più consapevole degli effetti di organizzazioni che esercitano tali dinamiche, mentre per Andrea Quartini il fenomeno merita un’attenzione alta, considerato anche che la Toscana ha già conosciuto il ‘sistema setta’ con il Forteto e ha dato una risposta forte.
Il Consiglio a Montenero
Il presidente del Consiglio regionale, con il Gonfalone della Regione Toscana, sarà domani a Livorno, al Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, dichiarata il 15 maggio 1947 da Papa Pio XII ‘Mater Etruriae’, Patrona della Toscana. Lo ha annunciato oggi lo stesso presidente Eugenio Giani, comunicando in aula che il Consiglio regionale avrebbe terminato questo pomeriggio i propri lavori, senza la consueta ripresa del mercoledì proprio per consentire a tutti i consiglieri di partecipare a questa importante ricorrenza. Dopo la cerimonia religiosa prevista alle undici, il presidente aprirà le porte della Galleria dei Comuni, una sala alle spalle della chiesa che ospita gli stemmi dei municipi della nostra regione, recentemente restaurati dopo le alluvione del 2017 grazie ad un intervento finanziario dell’Assemblea toscana.
Kern Sansepolcro, mozione di Casucci (Lega)
“Con una mozione chiedo alla Giunta regionale di attivarsi immediatamente attraverso la costituzione di un tavolo di crisi aziendale, valutando ogni possibile iniziativa per sollecitare il pagamento degli stipendi arretrati e mantenere il presidio produttivo e gli attuali livelli occupazionali –ha fatto sapere il consigliere regionale Marco Casucci (Lega)- Nonostante si tratti di un’azienda di dimensioni internazionali, i 35 dipendenti attualmente in forza a Sansepolcro, cui si aggiungono i 15 di Assago, da tre mesi non percepiscono lo stipendio. Per i lavoratori della Kern esistono forti motivi di preoccupazione dato che, da un incontro con i vertici aziendali, non sarebbero emerse garanzie per il futuro stesso dello stabilimento. Secondo le organizzazioni sindacali, l’intenzione della proprietà sarebbe quella di mantenere la manutenzione dei macchinari utilizzando appena 8 dipendenti. Stanno continuando ad arrivare altre commesse e ci sono allo studio ulteriori progetti di innovazione per cui, secondo le organizzazioni sindacali, non si capisce perché lo stabilimento debba essere chiuso penalizzando gli attuali lavoratori” sottolinea Casucci.
Diritto allo studio, approvata mozione di Fattori (Sì)
Destinare la totalità dell’utile di bilancio 2018 dell’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario della Toscana, una volta rispettato l’obbligo di accantonamento della percentuale del 20 per cento previsto per legge, alla stessa Azienda, per l’erogazione di servizi e l’offerta di residenze agli studenti. Questo l’impegno chiesto alla Giunta regionale nella mozione di Sì - Toscana a Sinistra approvata oggi dall’aula e firmata anche da consiglieri della maggioranza. L’utile di bilancio passa infatti, per legge, dall’Ardsu alla Regione Toscana, ma la giunta ha la facoltà di restituirlo nuovamente all’Azienda regionale.
“Gli utili del bilancio 2018 dell’Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio, circa due milioni di euro, dovranno essere restitutiti all’Ardsu e dunque reinvestiti nel potenziamento del diritto allo studio, fatto salvo l’accantonamento del 20% previsto dalla legge. L’Azienda potrà utilizzare questi due milioni per l’erogazione dei servizi agli studenti e per migliorare l’offerta di residenze universitarie”, ha affermato il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, illustrando l’atto in aula.
“Lo ha chiesto l’Ardsu e lo chiedono gli stessi rappresentanti degli studenti di Firenze, Pisa e Siena” ha proseguito Fattori. “Il diritto allo studio è spesso considerato un diritto di serie B, mentre è nostro dovere istituzionale, come recita la Costituzione italiana, rimuovere gli ostacoli economici e sociali che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona. Ed è nostro dovere contribuire a far sì che coloro che sono privi di mezzi economici possano raggiungere i gradi più alti degli studi. E ciò significa, in concreto, finanziare il diritto allo studio più di quanto non venga fatto. A questo proposito -ha conclusoFattori- è grave la decisione del Governo nazionale di congelare i finanziamenti del Fondo Integrativo Statale per la concessione di borse di studio”.
Ex Bassilichi, crisi Pay Care
Comdata spa, società che controlla il totale delle quote societarie di Pay Care, ex ramo Call Center di Bassilichi/Nexi, ha recepito pienamente l’accordo dello scorso ottobre per quanto attiene le garanzie delle commesse e il loro mantenimento per un periodo minimo di 36 mesi. Lo ha riferito in Aula la vicepresidente della Toscana, Monica Barni, rispondendo all’interrogazione presentata da Marco Casucci.
Sulle sorti dell’azienda e di circa 80 famiglie nel territorio senese, Barni ha assicurato l’impegno della Regione di concerto con il ministero dello Sviluppo economico al quale è stata chiesta la riattivazione del tavolo nazionale. La vicepresidente ha inoltre informato che Comdata ha dato garanzie di territorialità nei siti interessati, tra i quali quello di Siena, e ha inoltre assicurato la disponibilità a partecipare a tavoli di monitoraggio.
"Una Toscana plastic free" propone Mazzeo (PD)
Disincentivare l’utilizzo della plastica monouso nel territorio regionale, sostenere comuni e associazioni nel mettere in campo altrettante misure, elaborare un progetto pilota per liberare dalla plastica la costa toscana. Questi, in sintesi, gli impegni indicati nella mozione promossa da Antonio Mazzeo e votata oggi all’unanimità dall’aula del Consiglio regionale.
“Sono soddisfatto della piena condivisione di questa mia mozione – spiega Antonio Mazzeo, consigliere regionale e presidente della commissione per la ripresa socio economica della Toscana costiera –, vuol dire che la tutela dell’ambiente e in particolare la battaglia contro la plastica è una priorità per tutti e fa ben sperare per un impegno condiviso, concreto, che porti a risultati positivi in tempi brevi”.
La mozione, in particolare, impegna la giunta regionale ad attuare quanto contenuto nella “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare” della Commissione Europea e, quindi, a disincentivare l’utilizzo di plastica monouso nel territorio regionale, a continuare le azioni per intensificare la raccolta differenziata della plastica, a favorire l’utilizzo di plastica riciclata, anche negli appalti pubblici e negli appalti di servizi che interessano le mense scolastiche delle scuole così come delle strutture gestite direttamente e indirettamente dalla Regione. Contestualmente, impegna la giunta anche a sostenere economicamente amministrazioni comunali e associazioni che operano sul territorio nell’attuazione di medesime misure di sensibilizzazione e azioni di riduzione dell’utilizzo della plastica.
“I dati che ci fornisce la Commissione Europea sono decisamente allarmanti – prosegue Mazzeo –: la produzione mondiale di plastica è aumentata di 20 volte rispetto agli anni ’60 raggiungendo 322 milioni tonnellate nel 2015 e con la previsione di raddoppio nei prossimi 20 anni; solo in Europa ogni anno vengono generate circa 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica e di questi solo il 30% (il 41% in Italia) finisce nel circuito del riciclo; ancora più preoccupante è la situazione dei mari, ogni anno vengono trovate lungo le coste, sulla superficie e sul fondo dell’oceano circa 8 milioni di tonnellate di materie plastiche. Per questo, anche in virtù del lavoro di valorizzazione della Costa che in questi anni abbiamo portato avanti con la commissione, nella mozione impegno la giunta anche ad elaborare un progetto pilota dedicato alla costa toscana che coinvolga tutti i soggetti pubblici e privati interessati con l’obiettivo di una progressiva riduzione e fino all’eliminazione totale dell’utilizzo della plastica monouso nelle aree demaniali marittime”.
“Oltre all’impegno formale e istituzionale, per vincere questa battaglia, è importante anche l’impegno reale – conclude Mazzeo –: io stesso, pochi giorni fa, ho partecipato ad un’iniziativa di raccolta della plastica e pulizia del parco di San Rossore. Alle istituzioni il compito di segnare la strada, ad ognuno di noi quello di compiere quotidianamente gesti anche piccoli che insieme diventano grandi ”.
Toscana Plastic free, discussione in Consiglio
Attuare quanto contenuto nella ‘Strategia europea per la plastica nell’economia circolare’ della Commissione europea e nelle campagne lanciate dal Ministero dell’ambiente. È quanto chiede la mozione, primo firmatario il consigliere Antonio Mazzeo, sottoscritta anche da Leonardo Marras, Monia Monni, Fiammetta Capirossi, Marco Niccolai, Stefano Scaramelli, Gianni Anselmi, Elisabetta Meucci, Lucia DeRobertis e Massimo Baldi. Il testo è stato emendato su iniziativa di Giacomo Giannarelli con i riferimenti all’azione del Ministero dell’Ambiente.
La Giunta è impegnata a disincentivare all’interno del territorio regionale l’utilizzo di plastica monouso, continuare le azioni per intensificare la raccolta differenziata della plastica, favorire l’utilizzo di plastica riciclata, anche negli appalti pubblici.
All’interno di queste misure generali, il governo regionale è chiamato a valutare con particolare attenzione l’elaborazione di un progetto pilota dedicato alla Costa Toscana, con l’obiettivo di una progressiva riduzione, fino all’eliminazione totale, dell’utilizzo di plastica monouso nelle aree demaniali marittime, da realizzare attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati interessati, a partire dai Comuni costieri toscani.
La Giunta deve quindi attivarsi per rafforzare le azioni finalizzate a favorire, negli appalti di servizi stipulati ed eseguiti sul territorio regionale, l’utilizzo di stoviglie biodegradabili o riutilizzabili nelle mense delle scuole o comunque nelle strutture direttamente o indirettamente gestite dalla Regione.
Anche il Consiglio regionale si impegna a sostenere le amministrazioni comunali che mettano in campo azioni e campagne ‘plastic free’, anche utilizzando parte degli avanzi di esercizio 2017.
Nel testo, così come emendato, si richiama la Strategia europea e le campagne lanciate recentemente dal Ministro dell’Ambiente Costa e denominate ‘Io sono ambiente’ e ‘Plastic free challenge’, campagne volte a sensibilizzare ulteriormente in merito alla necessità di liberarsi della plastica.
Tra i dati citati da Mazzeo in apertura dell’illustrazione, i numeri forniti dalla Commissione europea: la produzione di plastica è aumentata 20 volte rispetto agli anni ’60 del secolo scorso, raggiungendo 322 milioni di tonnellate nel 2015, e nei prossimi 20 anni dovrebbe raddoppiare. Soltanto in Europa, ogni anno vengono generati circa 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, e di questi solo il 30 per cento (il 41 per cento in Italia) finisce nel circuito del riciclo.
Ancora più allarmante la situazione dei mari, dove le materie plastiche costituiscono i componenti inquinanti principali dei rifiuti marini: circa 8milioni di tonnellate all’anno di materie plastiche vengono trovate lungo le coste, dalla superficie del mare e sul fondo dell’oceano.
Stefano Baccelli ha segnalato un’esperienza molto virtuosa in Toscana: ‘Arcipelago pulito’, progetto recepito anche in sede europea.
Difensore civico, apprezzamento dal Consiglio
All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione, che esprime apprezzamento per l’attività svolta nel 2018 dal Difensore civico della Toscana e si impegna contestualmente ad agevolare il percorso intrapreso per migliorare gli standard di efficienza e la capacità di risposta nei diversi settori di competenza, attraverso la messa a disposizione all’Ufficio delle necessarie risorse economiche per l’acquisto e l’implementazione delle dotazioni software per la gestione delle procedure istruttorie.
Saranno inoltre sostenute le iniziative per l’esercizio dell’attività di conciliazione, sia in collaborazione con l’Autorità idrica toscana, per quanto concerne il servizio idrico, sia nell’ottica di un avvio di analoghe forme di conciliazione nei settori dell’energia elettrica e del gas. Quale Garante del diritto alla salute, saranno valorizzate le funzioni di tutela in ambito sanitario, mentre sarà dato sostegno all’attività istituzionale del Difensore civico presso gli organismi europei e internazionali.
A livello nazionale saranno favorite tutte le iniziative per promuovere l’emanazione di una legge quadro statale per l’istituzione del Difensore civico nazionale, considerato che tale figura è già presente nei Paesi dell’Unione europea. In questa prospettiva la risoluzione auspica che nella disciplina regionale attuale sia introdotta una specifica attribuzione per l’esercizio, in qualità di mediatore, dell’attività di conciliazione.
È stato il presidente della commissione Giacomo Bugliani ad illustrare in aula le linee dell’attività svolta nel 2018, sottolineando il trend crescente delle richieste esaminate a partire dal secondo semestre 2018, con un incremento di oltre il 46% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Una conferma di questa tendenza si trova nei dati relativi al primo trimestre del 2019, che evidenziano valori in crescita di oltre il 50 per cento rispetto al primo trimestre del 2018. Sono state concluse, sempre nel 2018, circa 300 conciliazioni in materia di servizio idrico, con un incremento pari a quasi il 150 per cento rispetto all’anno precedente, con un valore economico del contenzioso trattato di poco inferiore ai due milioni di euro. È stato inoltre predisposto un nuovo piano operativo per garantire un costante monitoraggio e una maggiore celerità nelle procedure. In particolare quando un cittadino si rivolge al difensore civico regionale è previsto che la domanda sia protocollata entro ventiquattrore e nelle ventiquattrore successive sia assegnata ai funzionari, che quindi contatteranno direttamente l’interessato. È stata aperta una pagina informativa sui principali Social media, quali Facebook, Instagram, Linkedin, e con il potenziamento della comunicazione istituzionale a mezzo dei canali Twitter e YouTube; è stato aggiornato il sito internet con il completo restyling grafico, con l’introduzione di nuovi strumenti di interlocuzione a disposizione dei cittadini, tra cui la modalità ‘Web responsive’, e con una generale revisione dei contenuti del sito stesso. Sono state infine stipulate nuove convenzioni con il Comitato regionale consumatori e utenti (Crcu), organo di supporto all’attuazione delle politiche regionali di tutela, e con Assostampa Toscana, al fine di far conoscere con continuità, anche ai residenti nei territori più distanti dal capoluogo regionale, le prerogative e le attività dalla difesa civica nei settori di competenza.
Un articolato lavoro ha permesso di aggiornare le convenzioni con le Aziende universitarie ospedaliere della Regione per la gestione delle controversie tecnico professionali e per la riattivazione delle Commissioni miste conciliative presso le Aziende sanitarie e presso le Aziende ospedaliere universitarie, quale strumento di tutela di secondo livello per la valutazione dei reclami aventi ad oggetto i servizi sanitari.
La consigliera Monica Pecori si è dichiarata molto soddisfatta dell’attività svolta dal Difensore civico, anche se di fatto nasce dalle mancate risposte avute dai cittadini da parte dell’Autorità idrica e delle Aziende sanitarie.
Anche il consigliere Marco Casucci ha espresso apprezzamento per l’attività svolta, in particolare sullo sforzo di decentramento attraverso lo strumento delle convenzioni con le province.
Secondo Gabriele Bianchi occorre sviluppare ancora di più il decentramento, coinvolgendo anche i comuni, per essere più vicini ai cittadini.
La diffusione della conoscenza su questa forma di tutela è stata sollecitata da Tommaso Fattori, sia in termini geografici sia in termini sociali, per consentire l’accesso anche a persone meno attrezzate culturalmente.
Anche secondo Maurizio Marchetti è necessario sviluppare e ramificare la presenza del Difensore civico sul territorio, in particolare alla luce dell’ arroganza mostrata da alcune società di servizi nei rapporti con il cittadino.
Unanimità sulla relazione annuale delle attività del Corecom
All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione che esprime apprezzamento per l’attività svolta nel 2018 dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), approva la relazione consuntiva sulle attività proprie e contestualmente contiene l’impegno a proseguire l’attività del gruppo di lavoro tecnico, costituito da rappresentanti del Consiglio regionale e dello stesso Corecom. Il gruppo di lavoro ha l’obbiettivo di predisporre in tempi ragionevoli, una proposta di legge con la revisione della disciplina dell’organismo di consulenza e di gestione della Regione in materia di comunicazione.
È stato il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani, a illustrare i contenuti della risoluzione e le linee dell’attività presentate nella relazione: nel 2018, sono state 17 le riunioni del comitato, 90 le delibere, circa 400mila euro utilizzati in bilancio, di cui poco meno di 228mila euro per le attività proprie e poco più di 172mila euro per le attività delegate dall’Autorità di garanzia.
Il presidente ha ricordato alcune aree di intervento nelle quali il Corecom Toscana aveva già avuto modo di distinguersi negli anni passati, come la tutela dei minori nel web ed il lavoro svolto sulla par condicio in occasione delle campagne per le politiche del 4 marzo e per le amministrative del 10 maggio (turno di ballottaggio il 24 maggio), che hanno coinvolto 21 amministrazioni in tutte le province, e per i referendum sulla fusione dei comuni l’11 e 12 novembre. A suo giudizio è particolarmente significativo il lavoro svolto nelle scuole sul tema del cyberbullismo, realizzato in collaborazione con le università toscane, e più in generale sull’uso di internet e le nuove tecnologie.
Nel 2018 il tema della comunicazione è stato legato alla disabilità, con il riconoscimento pubblico a Jacopo Melio e Ilaria Bidini come comunicatori toscani dell’anno, mentre il premio alla migliore tesi di laurea è andato a Silvia Bertelli con un lavoro sulla comunicazione digitale per la storia. La migliore trasmissione televisiva autoprodotta ha invece inaugurato il concorso “Fatto in Toscana” assegnato a Risorse di RTV38 dedicata a tematiche ambientali. È proseguito il censimento su web tv, web radio e web press, con un aumento notevole di queste ultime.
Il relatore si è quindi soffermato sulle attività convegnistiche, segnalando il seminario “Spionaggio e controspionaggio cibernetico”, che ha coinvolto ordine degli avvocati e ordine dei giornalisti, e il convegno “La comunicazione cambia: cambiamo le regole. Verso una nuova legge regionale di disciplina del Corecom”, con la partecipazione del presidente del Consiglio regionale e del presidente, appunto, della commissione Affari istituzionali, cui è seguito “Internet sicuro. Educare alla consapevolezza in rete”.
Il 2018 è stato l’anno della sottoscrizione della nuova convenzione tra Agcom e Corecom Toscana e dell’entrata in vigore della nuova modalità di gestione delle controversie, con la piattaforma unica a livello nazionale Conciliaweb. Questo ha fatto aumentare le istanze di conciliazione presentate del 21,7 per cento in più rispetto all’anno precedente e un totale di istanze accolte pari a 8mila 363 per un importo di oltre 4 milioni di euro.
Il vicepresidente della commissione Affari istituzionali, Gabriele Bianchi, ha sottolineato la necessità di implementare le risorse umane e strumentali, oltre all’aggiornamento della disciplina complessiva, soprattutto alla luce dei problemi posti dallo sviluppo di internet.
Il consigliere Marco Casucci ha espresso apprezzamento per le attività svolte, sia proprie, come la par condicio e il ‘patentino del web’ mutuato anche a livello nazionale, sia delegate, con numeri importanti che parlano da soli. Casucci ha però sottolineato alcune criticità che dipendono dalle scarse risorse disponibili e dal fatto che ancora non è stata aggiornata una legge che risale al 2002.
Anche il consigliere Tommaso Fattori ha rilevato questo aspetto negativo, sottolineando però che le attività delegate vengono svolte a detrimento di quelle proprie, in particolare della tutela del pluralismo dell’informazione e l’accesso dei cittadini all’informazione. Per questo ha presentato un ordine del giorno perché il Corecom faccia un monitoraggio sull’informazione politica di Rai 3, in particolare del suo telegiornale, estendendolo a tutto l’anno.
Secondo il consigliere Maurizio Marchetti è necessario assicurare al Corecom le risorse necessarie allo svolgimento delle sue attività, soprattutto in termini di personale. A suo parere è giusta la richiesta di Fattori per estendere la par condicio a tutto l’anno e non solo in occasione delle campagne elettorali.
Uno sforzo per tenere conto dell’evoluzione avuta dalla comunicazione è stato sollecitato dal consigliere
Paolo Marcheschi, che giudica del tutto inadeguata la legge attuale. A suo parere la realtà dell’emittenza locale non deve essere dipendente dai finanziamenti pubblici.
L’ordine del giorno presentato da Fattori è stato approvato dall’aula.
Migranti a Castelnuovo di Porto, quanti destinati in Toscana?
Chiarire ufficialmente il numero dei richiedenti asilo provenienti dal Centro di accoglienza rifugiati di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, destinati alla Toscana; se vi siano tra loro nuclei familiari o minori coinvolti e quali siano i Comuni toscani di destinazione. È quanto chiede la mozione approvata dal Consiglio regionale a maggioranza, illustrata dal primo firmatario Stefano Baccelli e sottoscritta anche daAntonio Mazzeo e Monia Monni.
Nel testo si ricorda che una comunicazione della prefettura di Roma dello scorso 18 gennaio, su disposizione del Ministero dell’Interno, ha proceduto al trasferimento di oltre 300 migranti, compresi nuclei familiari, ospiti del Centro. Di questi, circa 45 sarebbero stati ricollocati nel territorio della Regione Toscana ma senza alcun coinvolgimento dell’amministrazione regionale e senza che questa quindi, fosse a conoscenza dello status giuridico dei richiedenti asilo.
Da qui la richiesta di impegno per la Giunta ad attivarsi presso il Ministero per chiarire ufficialmente il numero dei richiedenti asilo destinati sul nostro territorio e il loro status giuridico, aggiornando quanto prima il Consiglio.
All’esecutivo, continua la mozione, viene inoltre chiesto di attivarsi per monitorare il percorso di accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo anche per evitare situazioni non controllate e comunque a garanzia della sicurezza dei cittadini.
Memar, approvata mozione Lega
“Con soddisfazione ho dato il mio contributo affinché una triste vicenda, quella della Memar, fosse messa al centro dell'attenzione istituzionale. Dapprima con un'interrogazione in Consiglio comunale ad Arezzo, nella cui occasione il sindaco Ghinelli ha annunciato la disponibilità a impegnarsi per trovare, nel territorio, un'impresa o un ente interessati ad acquisire i servizi offerti dall'azienda così da mantenere i livelli occupazionali. Ed oggi in Consiglio regionale con una mozione, approvata all'unanimità accogliendo un emendamento della maggioranza, diretta ad impegnare la Giunta regionale ad affiancarsi al sindaco e alle organizzazioni sindacali per mettere in campo tutte le iniziative possibili per trovare un acquirente. Attraverso il concreto impegno di tutti siamo certi che agli impegni presi seguiranno finalmente fatti” ha dichiarato ilConsigliere regionale Marco Casucci (Lega).
“Siamo fuori dall’azienda dal gennaio 2018. Ci hanno mandato la lettera di trasferimento nella sede di Reggio Emilia, non accettandolo per ovvi motivi famiglia, basso stipendio, ci hanno notificato il licenziamento. Siamo in disoccupazione, 14 donne sui 50 anni con enormi difficoltà di ricollocamento. Siamo a casa, senza lavoro e senza stipendio, questa è la nostra ultima spiaggia” sottolineano Rita Guiducci e Cinzia Volpi.
Rendiconto finanziario 2018, unanimità dal Consiglio
All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato il proprio Rendiconto sull’esercizio finanziario 2018. E’ stato il presidente della commissione Controllo Roberto Salvini a illustrare in aula il consuntivo che registra 28milioni 542mila 404 euro di stanziamenti definitivi relativi alla spesa, al netto delle contabilità speciali pari ad euro 4milioni 922mila 883, ossia delle partite di giro relative ad entrate e spese fatte per conto terzi. Il risultato della gestione si chiude con un avanzo di 6milioni 524mila 614 euro a fronte dei 4milioni 716mila 631 dello scorso anno. In fase di assestamento al bilancio di previsione 2019 si dovrà quindi tenere conto della parte accantonata pari ad euro 4milioni 22mila 161, della parte vincolata pari ad euro 402mila 762, della parte destinata ad investimenti pari ad euro 263mila 318. L’avanzo libero ammonta ad euro 1milione 836mila 372.
Il presidente della commissione Controllo ha osservato che i residui passivi, le somme impegnate e non liquidate, ammontano a euro 2milioni 152mila 765, ma non costituiscono una sofferenza per l’ente, essendo semplici obbligazioni per le quali esiste la copertura finanziaria, ma non si è completata la procedura di liquidazione. Analoghe considerazioni per i residui attivi, ossia le somme accertate e non riscosse, che ammontano ad euro 163mila 635, per la quasi totalità derivanti da operazioni contabili da perfezionarsi dopo la chiusura di esercizio.
Il relatore ha quindi sottolineato che non sussistono situazioni debitorie in capo al Consiglio regionale, che è stato in grado di effettuare i pagamenti con tempestività, con un tempo medio di 16,42 giorni dalla data di protocollo della fattura alla data di emissione del mandato di pagamento. L’avanzo di amministrazione deriva inoltre, in buona parte, da risparmi che vanno dalle spese di rappresentanza, alle missioni dei consiglieri, ai convegni. Spese assennate, cioè, in un momento di difficoltà economica. La valutazione del provvedimento è quindi complessivamente positiva, ma, a suo giudizio, c’è necessità di monitorare la liquidità di cassa, pianificando anche a lungo termine economie virtuose e non eccessivamente onerose per l’istituzione e di conseguenza per i contribuenti.
Il Consiglio regionale ha quindi approvato, sempre con votazione unanime, la terza variazione al proprio bilancio di previsione 2019. La variazione, in aumento di 21mila 160 euro, è relativa alla copertura delle spese per l’erogazione anticipata dell’indennità di fine mandato ad un consigliere regionale
Rifiuti: commissione inchiesta, la relazione finale con suggerimenti su norme antincendio e distretti produttivi
Sette punti compongono le conclusioni della relazione finale della “commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti” che ha chiuso i lavori lo scorso 2 maggio. Sette punti che i commissari, in particolare presidente e vicepresidente – Giacomo Giannarelli e Francesco Gazzetti –, intendono come stimolo alle istituzioni e resoconto alla comunità toscana di undici mesi di attività tra incursioni sul territorio, audizioni e raccolta materiali. Il primo dato, ricordato oggi durante l’illustrazione in Consiglio regionale, è che in Toscana, ad oggi, non ci sono discariche poste sotto sequestro. Restano criticità riconosciute da tutti i commissari e sulla base delle quali sono state formulate proposte e suggerimenti per interpretare al meglio le necessità del sistema di gestione rifiuti sul territorio regionale.
Tra questi, la necessità di un nuovo modello di governance da raggiungere anche sollecitando la Giunta regionale a proseguire il confronto con i territori e guardando al dimensionamento degli Ato in un’otticatecnico-scientifica, multidimensionale e multidisciplinare. Il nuovo Piano regionale, ritenuto prioritario ed espressione della strategia toscana per l’economia circolare, dovrà intervenire su riduzione dei rifiuti, aumento della raccolta differenziata, stimolo del settore riuso e riciclo con passaggio alla tariffazione puntuale su tutto il territorio.
Nella relazione si affronta poi la difficoltà normativa riscontrata sui cosiddetti ‘codici a specchio’ (ossia il sistema di classificazione che determina la natura pericolosa dei rifiuti) chiedendo alla Giunta di sollecitare il legislatore, nazionale ed europeo, in tal senso. L’assenza di norme viene riscontrata anche sui criteri di assimilazione laddove si ritiene necessario un decreto per aggiornare la definizione dei rifiuti assimilati agli urbani.
Tra le proposte più significative, infine, il rafforzamento della disciplina dei dispositivi antincendio e antintrusione nelle discariche, l’apertura di un tavolo istituzionale con Arma dei carabinieri, Arpat e Asl per la redazione di un protocollo d’intesa che rafforzi le interazioni e assicuri un’alta tutela ambientale, la sollecitazione per una normativa sul tema dell’End of Waste (EoW), elemento giudicato imprescindibile nella transizione verso un’economia realmente circolare.
Il lavoro serrato della commissione che ha battuto la regione sito per sito, è stato ricordato citando i tanti soggetti pubblici e privati ascoltati e la mole di atti e materiali raccolti tra analisi, relazioni, approfondimenti su gestioni societarie, flussi e fabbisogno impiantistico.
La sintesi politica trovata in commissione, che ha portato alla redazione di un’unica relazione approvata a maggioranza (si sono astenuti i gruppi di opposizione di centrodestra), è stata più volte ripresa e spiegata in Aula. Si trattava, ha detto il vicepresidente Gazzetti, di scegliere tra cadere nella strumentalizzazione politica o cogliere l’occasione di avanzare proposte concrete utili alla Toscana. Non sono comunque mancati rilievi sulle diverse posizioni rappresentate in Consiglio a cominciare da Giannarelli che ha parlato di grande preoccupazione per i ritardi accumulati su un nuovo Piano regionale (quello vigente scade nel 2020) che se da un lato ha bisogno di un lavoro preparatorio anche di due anni, secondo quanto emerso proprio dai lavori della commissione d’inchiesta, dall’altro necessita di un modello di riferimento ancora non chiaro su dimensionamento e numero Ato. Il presidente ha ricordato quanto, a suo giudizio, la Toscana sia ancora molto lontana dagli obiettivi già previsti: raccolta differenziata al 70 per cento entro l’anno prossimo, ma ferma a poco più del 50; conferimenti in discarica previsti al 10 per cento al 2020, ma attestati ad oltre il 40.
Il lavoro della commissione è stato possibile, lo ha ricordato Gazzetti, anche grazie alla piena disponibilità e trasparenza di tutti i soggetti auditi e incontrati che hanno in qualche modo agevolato una chiara e netta assunzione di responsabilità rispetto allo scandalo rifiuti delle ditte Lonzi e Rari di Livorno, vicenda a seguito della quale è stata istituita la commissione d’inchiesta. Anche in questa ottica, la relazione rappresenta un contributo prezioso, a detta del vicepresidente, anche per sancire il dna della Toscana: una regione in cui è diffusa e radicata la cultura della legalità, che ha gli anticorpi necessari a contrastare fenomeni criminali e malavitosi.
Se per Tommaso Fattori il lavoro finale della commissione non riserva sorprese o novità, il punto di equilibrio che ha fatto convergere più forze politiche è a suo giudizio importante, perché rappresenta un patrimonio comune da condividere. La diversità delle posizioni, peraltro note, è stata superata dalla visione di un'economia circolare come obiettivo comunque da raggiungere e che dovrebbe tendere, ha spiegato, alla costruzione della filiera per ridurre la quantità dei rifiuti prodotta e per spingere sul mercato del riuso.
Monica Pecori ha invece parlato di una presa di posizione consapevole su una relazione che è sì sintesi di temi molto importanti, ma anche una richiesta di impegni alla Giunta su modello di governance e nuovo piano regionale.
Quanto registrato in undici mesi offre uno spaccato ben più ampio di quello riportato nella relazione per Paolo Marcheschi, che ha ricordato gli appelli ascoltati in commissione a modificare l’attuale governance. Le soluzioni e le proposte potevano essere molto più incisive così come più coraggiose avrebbero dovuto essere, a suo dire, le critiche alle mancanze della Giunta.
Ztl, pass unico per disabili: ecco la mozione
Venire incontro ai cittadini portatori di handicap nei loro percorsi quotidiani e di accesso ai centri storici dei comuni toscani. Questo l’obiettivo della mozione, presentata da Marco Casucci, ed emendata su iniziativa dei consiglieri Paolo Sarti e Tommaso Fattori, che impegna la Giunta a realizzare, tramite la collaborazione con Anci, una piattaforma digitale che permetta ai cittadini con disabilità l’ingresso nelle zone a traffico limitato dei centri dei comuni toscani con varchi ‘ztl’. La mozione è stata votata all’unanimità.
Come chiarito da Casucci nell’illustrazione, l’atto prende a riferimento quanto fatto dalla Regione Veneto con il progetto ‘Ztl network’, un servizio digitale con cui si istituisce un pass unico di accesso ai varchi ztl e si consente così il libero transito a chi è in condizioni di ridotta mobilità. La piattaforma, messa a punto in Veneto, rappresenta un grande esempio di collaborazione e condivisione per rendere la vita più facile ai cittadini e per venire incontro al mondo della disabilità. Ed è anche un’opportunità di risparmio per i Comuni che, avendo accesso alla lista dei permessi rilasciati da altre amministrazioni, non dovranno più perdere tempo e denaro per annullare contravvenzioni che comunque non sarebbero mai state riscosse.
Paolo Sarti ha ricordato la mozione già presentata a suo tempo – e sovrapponibile a quella illustrata da Casucci – per la creazione di una piattaforma digitale per l’accesso di persone disabili alla ztl in tutti i comuni: di qui la previsione della collaborazione dell’Anci per realizzare la piattaforma digitale. Enrico Sostegni ha condiviso le finalità e anche il tema della competenza dei comuni: la Regione può svolgere una funzione coordinamento. Voto favorevole anche da Andrea Quartini che ha condiviso le integrazioni proposte, così come la capogruppo del maggior partito di opposizione, che ha ricordato una mozione presentata quando ancora il progetto in Veneto era in fase sperimentale.
Osservatorio contratti pubblici, atto impegna a utilizzo dell’applicazione Sitat
Attivarsi nei modi e nelle forme più opportune affinché l’utilizzo dell’applicazione Sitat 229 da parte della stazione appaltante rivesta nel più breve tempo possibile carattere di obbligatorietà, prevedendo in caso contrario per le stazioni appaltanti disincentivi o comunque la rinuncia a premialità. Questo l’impegno chiesto nella mozione, presentata da Andrea Quartini, illustrata in Aula da Gabriele Bianchi e approvata a maggioranza in Aula, in merito all’Osservatorio regionale sui contratti pubblici della Toscana.
L’osservatorio fornisce strumenti e servizi alle stazioni appaltanti attraverso le diverse applicazioni del sistema informativo telematico appalti Toscana (Sitat). L’applicazione Sitat-229 consente di recuperare le informazioni già disponibili, l’implementazione degli ulteriori dati richiesti ai fini del monitoraggio, l’invio delle informazioni.
Come ha spiegato Bianchi la ratio della mozione è quella di contrastare con forza il fenomeno della corruzione nelle strutture pubbliche attraverso un sistema di prevenzione e di trasparenza. “La politica di prevenzione della corruzione e il relativo sistema di gestione, si legge nel testo, aiutano un’organizzazione o un ente a prevenire o a contenere i costi, i rischi e i danni derivanti dal coinvolgimento in atti di corruzione, al fine di aumentare la fiducia nelle funzioni e nei servizi della pubblica amministrazione”.
Il consigliere Simone Bezzini ha espresso condivisione per lo spirito dell’atto, evidenziando l’importanza di implementare tutti gli strumenti necessari per rafforzare la legalità nelle procedure d’appalto. Bezzini ha però ribadito che potrebbero esserci impedimenti di natura giuridica a quanto richiesto.
Rischio sismico, via libera alla legge
Riformulata la legge toscana in materia di riduzione e prevenzione del rischio sismico. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza le modifiche per garantire una visione ancora più strategica del territorio e un monitoraggio costante su difese passive (qualità degli edifici pubblici e privati) e analisi degli investimenti messi in campo.
Il breve articolato (sette articoli in tutto), illustrato dal presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli, introduce due significative novità rispetto alla normativa vigente (58/2009): costituzione di un comitato tecnico consultivo, redazione di un documento operativo sul rischio sismico.
Secondo quanto spiegato dal presidente, l’organo di consulenza tecnica sarà composto da esperti di università toscane, ingegneri e geologi. Il comitato sarà a supporto della Giunta per le analisi ritenute necessarie in termini di prevenzione e riduzione del rischio sismico. Il documento operativo sarà invece strumento per una programmazione ancora più efficiente ed efficace in termini di investimenti sul territorio, obiettivi e priorità.
Rischio sismico, la legge in sintesi
Definizione di un organo di consulenza tecnica a supporto della Giunta, ai sensi delle norme regionali in materia, e per la migliore applicazione dei criteri di valutazione del rischio sismico in relazione alle disposizioni tecniche per le costruzioni in zona sismica. La Regione (articolo 2), su proposta del comitato, emana atti di indirizzo e linee guida per le attività di studio, controllo e riduzione del rischio sismico.
La Giunta (articolo 6) approva annualmente il Documento operativo per la prevenzione sismica (Dops), che indica gli obiettivi operativi, le attività da svolgere con le risorse stanziate, le modalità di intervento e il relativo quadro finanziario, definendo anche i criteri di priorità per l’assegnazione delle risorse di prevenzione sismica su comunicazione e informazione, studi e indagini, interventi sugli immobili per la prevenzione del rischio.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro





