Il candidato al Consiglio Predieri: "Cultura grande assente in campagna elettorale"

“La cultura è la grande assente di questa campagna elettorale”. A sostenerlo è Marco Predieri, candidato al consiglio comunale per la lista Nardella Sindaco, incontrando alcuni rappresentanti delle associazioni culturali fiorentine. “Eppure tra i principali indicatori della buona qualità della vita nelle città italiane c’è proprio l’offerta in termini di associassimo culturale, appuntamenti d’arte, musicali e disponibilità di cinema e teatri”. Predieri da sempre si occupa di questo, ha contribuito alla riapertura a Firenze dei teatri Everest, al Galluzzo, e Lumière a Gavinana e collabora oggi alla gestione e programmazione dello storico Teatro di Cestello in Oltrarno, accanto al direttore artistico Marcello Ancillotti. Drammaturgo, giornalista attore e regista teatrale Predieri è anche impegnato in diversi progetti educativi, legati ai linguaggi dell’arte e dello spettacolo, nelle scuole fiorentine. “La nostra città eccelle in Italia per la presenza di associazioni culturali – sottolinea – e l’amministrazione Nardella ha provveduto a censirle e ha incrementato i fondi dedicati ai progetti da queste avanzati e realizzati. Io credo che serva un patto sempre più saldo tra l’amministrazione pubblica e l’associazionismo culturale di base, che è capillare sul nostro territorio, anche nell’ottica del recupero di aree della città che vivono situazioni di disagio, magari per la presenza di microcriminalità o di una movida fastidiosa. Riportare un’offerta culturale sana, magari rivolta alla formazione, alle nuove generazioni e alle famiglie, in giardini e piazze, o in locali di proprietà pubblica ma anche privata, convenzionati, significa presidiare il territorio, far circolare persone, una fruizione positiva che naturalmente muta il volto dei frequentatori e allontana lo spaccio o il bivacco. Cultura e sicurezza sono concetti che possono sposarsi, contenendo persino i costi, semplicemente creando le condizioni per le associazioni che già esistono di esprimere progetti, idee che coinvolgano la popolazione come soggetto attivo o come fruitore”. Come farlo concretamente? “Mettere a disposizione spazi, anche attraverso il dialogo tra le diverse competenze, penso per esempio a un progetto comune tra gli assessorati alla cultura, all’ambiente, al turismo e attività produttive e al patrimonio, creare una piattaforma, un portale istituzionale,  dove le associazione possano promuovere e comunicare, in modo semplice, facilmente leggibile, le loro attività e dove possano entrare in contatto tra di loro, mettere le forze in rete per far crescere i progetti, sotto l’egida dell’amministrazione comunale, magari con un tavolo sempre aperto sulla cultura, proseguire sulla strada del sostegno economico, capillare, perché la città ha sì le grandi istituzioni culturali,ma da sole non bastano e spesso non parlano in modo diffuso al territorio. Anzi le grandi istituzioni, che sono i fiori all’occhiello del sistema culturale fiorentino, penso al Maggio, alla Pergola, Al Viesseux, solo per fare tre esempi concreti, dovrebbero essere sempre più concepite come una sorta di madre in città che supporti i figli più piccoli, li incontri, li conosca, li ascolti e magari assieme a loro vada nelle periferie, costruisca progetti insieme, in qualche modo se ne serva anche in modo simbiotico”. Cultura, formazione, sicurezza, per una Firenze umana ed europea.

Fonte: Ufficio stampa



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