Il saluto del Presidente di Fondazione CR Firenze Umberto Tombari

‘’Lascio una Fondazione che in cinque anni ha cambiato pelle ed è oggi assai dinamica, autonoma e fortemente coesa e che, in questo periodo, ha aumentato il proprio patrimonio netto di 354,9 milioni di euro e ha erogato sul territorio 170 milioni’’. Così il Presidente di Fondazione CR Firenze Umberto Tombari nel saluto di fine mandato avvenuto stamani al Teatro Niccolini davanti a numerosi rappresentanti delle istituzioni, enti, associazioni e stakeholders del territorio.

‘’Ho vissuto una bella storia – ha aggiunto Tombari intervistato dal giornalista Andrea Greco di Repubblica – animata da tanti progetti che si sono potuti concretizzare grazie ad un lavoro di squadra che abbiamo potuto attuare assieme ad istituzioni pubbliche e private e che è uno degli aspetti più positivi di questa esperienza. Al momento del nostro insediamento avevamo annunciato di voler pensare ad un nuovo modello di Fondazione e oggi la nostra istituzione è una macchina ben organizzata, con una forte progettualità strategica. E’ un laboratorio di idee, agile, flessibile e aperto alla città’’.

Tombari ha sottolineato altri aspetti che, secondo lui, non sono secondari in una fondazione che vuole ‘’essere protagonista sul territorio’’ senza dimenticare, soprattutto in questo momento, ‘’di essere anche una fucina per la formazione della nuova classe dirigente e un baluardo di valori importanti della società’’. Il modello di Tombari è dunque quello anglosassone, ‘’di un ente filantropico moderno che cerca di comprendere le cause e le ragioni della povertà e del disagio sociale’’. ‘’E ciò al fine di predisporre strumenti ed interventi adeguati alla loro efficace soluzione attraverso azioni articolate ed innovative, talvolta ‘su misura’ e in collaborazione con vari soggetti, non soltanto organizzazioni di volontariato ed altri enti di natura non profit, ma anche imprese sociali ed enti a struttura imprenditoriale’’.

‘’Non possiamo fermarci, tuttavia – ha detto ancora il Presidente - solo ad osservare ciò che è stato; non basta conservare il passato per costruire il futuro. Guardando avanti, credo di poter ritenere che ci saranno ancora ampie opportunità di crescita, sviluppo e innovazione nell’attività della Fondazione. Lascio al Direttore e ai colleghi della Fondazione – ha proseguito - il compito di sottolineare le tappe più significative di questo percorso ma lasciatemi il piacere di nominare alcune delle iniziative e dei progetti di cui siamo tutti più orgogliosi e che sono emblematici dei nostri ambiti di intervento. A cominciare dal restauro delle Rampe che ha svelato una parte di Firenze totalmente sconosciuta. E come non ricordare la costruzione della prima scuola antisismica a Cittareale (Chieti) che è nata in tempi rapidissimi dopo il terremoto nel Centro Italia del 2016 e che è stata consegnata ai ragazzi in una giornata di entusiasmo collettivo che ho ancora nel cuore. Significativi anche i viaggi istituzionali ‘fuori confine’ che abbiamo potuto fare in attuazione a quanto avevamo auspicato ad inizio mandato, cioè essere una Fondazione moderna che deve dialogare anche con istituzioni internazionali così da allargare i nostri orizzonti ma anche per cercare di reperire risorse e collaborazioni utili per il territorio’’.

‘’Ripercorrendo questi anni – ha concluso - mi rendo conto di quanto sia stato ampio e variegato lo sforzo che è stato compiuto. Per questo non posso non ricordare con rispetto e gratitudine i presidenti che mi hanno preceduto (Lapo Mazzei, Alberto Carmi, Edoardo Speranza, Michele Gremigni, Jacopo Mazzei, Giampiero Maracchi), i Vice Presidenti Pierluigi Rossi Ferrini e Donatella Carmi e i direttori che hanno aiutato a concretizzare gli indirizzi forniti dagli Organi di gestione (Antonio Gherdovich, Renato Gordini, Gabriele Gori). Un pensiero particolare al consigliere Giancarlo Berni che ci ha lasciato prematuramente nel giugno del 2016. A tutti loro va il mio più sincero ringraziamento per aver contribuito a rafforzare il prestigio della Fondazione e rivolgo al mio successore i migliori auguri perchè prosegua con passione e impegno il camminino che è stato tracciato’’.

E’ stato poi il Direttore generale Gabriele Gori a tratteggiare ‘’il processo di rinnovamento dell’ organizzazione interna, basato sugli obiettivi di Trasparenza, Responsabilità, Rendicontazione e Controllo’’. ‘’Un processo – ha sottolineato - finalizzato a rafforzare la struttura direzionale, a sviluppare le procedure, a completare l’apparato regolamentare e a potenziare anche l’attività di comunicazione allo scopo di perseguire meglio l’obiettivo di ‘dare conto’ della nostra attività alla comunità degli ‘stakeholder’ di riferimento. Con la stessa finalità si è scelto di certificare il bilancio, avvalendosi della società di revisione KPMG e di formalizzare gli assetti organizzativi interni nell’ottica di adozione del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi della L. 231/01 e con la costituzione dell’Organismo di Vigilanza. E’ stato poi completato il set dei Regolamenti e, grazie ad un adeguamento dell’organigramma e all’approvazione di nuove deleghe per l’attribuzione di poteri di firma alla struttura apicale, sono state assegnate responsabilità di gestione di budget per le aree funzionali. Grazie all’introduzione del sistema di controllo di gestione e di autorizzazione degli impegni alla spesa è possibile ora monitorare i costi di tutte le aree della gestione. Un nuovo approccio al lavoro di tutta la struttura coinvolta direttamente in uno sforzo di formalizzazione e di tracciatura di tutti i processi. Le scelte condotte in questi anni hanno rinnovato e rinforzato la ‘macchina operativa’ allo scopo di rendere la Fondazione capace di reagire prontamente alle esigenze della società civile e agli eventuali mutamenti di scenario’’.

‘’La cornice offerta del Protocollo ACRI-MEF – ha evidenziato il Direttore - ha creato le premesse per l’avvio del processo di diversificazione dell’investimento del patrimonio finanziario, con la conseguente adozione di modelli sempre più strutturati d igovernance e di gestione operativa del patrimonio. La nostra Fondazione è stata tra le prime fondazioni italiane ad avviare questo percorso: nell’estate 2015, infatti, è stata ceduta a Intesa Sanpaolo la partecipazione residuale di Banca CR Firenze (il 10% del capitale sociale) e successivamente è stato alienato un primo blocco di 100 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo, seguito da un secondo lotto di azioni di 90 milioni, operazioni che hanno generato una liquidità di oltre 800 milioni di euro. Poco dopo gli Organi della Fondazione hanno approvato il piano di ‘asset allocation strategica’, con il supporto di un advisor internazionale indipendente appositamente selezionato. Tale piano ha determinato la graduale acquisizione di asset finanziari diversificati per garantire, al livello di rischio stabilito dagli Organi, la redditività funzionale al mantenimento del patrimonio e allo svolgimento dell’attività istituzionale’’.

‘’Ma questo processo – ha concluso Gori - ha avuto positivi riflessi anche dal punto di vista economico se consideriamo che in questi cinque anni (dall’ 1.1.2014 a 31.12.2018) il patrimonio netto è aumentato di quasi 355 milioni di euro (nel quinquennio precedente era aumentato di 37,7 milioni nel quinquennio precedente). Sempre in questo stesso periodo abbiamo erogato in sostegno al territorio 170,1 milioni (erano stati 144,5 milioni nel quinquennio precedente) comprensivi dei 14 milioni per contributi erogati al Fondo nazionale per il contrasto alla povertà educativa minorile. Inoltre il Fondo di stabilizzazione erogazioni è aumentato di 40,5 milioni (ora è a quota 82,9 milioni) incrementando così la disponibilità sufficiente a mantenere un flusso costante di erogazioni per alcuni anni, anche nel caso di andamenti negativi dei principali mercati finanziari mondiali. Tutto ciò ha ancora più valore se consideriamo che, in questi cinque anni, la fondazione ha pagato ben 145 milioni di imposte che, ovviamente, non sono andate in favore della comunità. Nello stesso periodo le delibere di concessione di contributi sono state 3.494 contro le 3.008 del quinquennio precedente. Il tutto aumentando i costi di funzionamento della macchina di soli 4,4 milioni di euro in cinque anni, con un organico passato da 29 unità di inizio mandato alle attuali 35 unità’’.

Nel corso della mattinata, condotta al giornalista Giacomo Guerrini, i responsabili dei cinque settori di intervento della Fondazione hanno evidenziato i progetti più significativi realizzati nel corso del mandato: Alessandra Bandini (Protezione e qualità Ambientale, Progetto Giardino e Villa Bardini); Ugo Bargagli (Beneficenza, Ambiente, Ricerca); Chiara Mannoni (Educazione, Istruzione e Formazione); Barbara Tosti (Attività Istituzionale -  Arte Attività Beni Culturali - Gestione Patrimonio Artistico); Silvia Zonnedda (Ricerca scientifica e Tecnologica).

Fonte: Fondazione CR Firenze - Ufficio Stampa



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