Forte-Piano-Forte, Ludovica Vincenti al Teatro del Maggio

Torna un nuovo appuntamento con Forte-Piano-Forte, ciclo di concerti dedicati alle composizioni per fortepiano organizzata in collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori che venerdì 31 maggio alle 20 vedrà esibirsi Ludovica Vincenti nella Sala Orchestra del Teatro del Maggio. Vincenti eseguirà, dal repertorio di Muzio Clementi, la Sonata in sol minore op. 34 n. 2 e il Capriccio in mi minore op. 47 n. 1 e a seguire la Sonata in do maggiore op. 24 di Carl Maria von Weber.

Muzio Clementi - Sonata in sol minore op. 34 n. 2 - Capriccio in mi minore op. 47 n. 1

Pianista, compositore, editore, costruttore di pianoforti, nonché didatta famosissimo, Muzio Clementi si è guadagnato a ragione l’appellativo di ‘padre del pianoforte’. Nonostante la carriera gloriosa da vero businessman della tastiera, dopo la morte la sua produzione pianistica è caduta nel dimenticatoio. Oggi se ne ricordano quasi esclusivamente gli ardui studi tecnici del Gradus ad Parnassum, vera croce e delizia di tutti gli aspiranti pianisti. Eppure Clementi è stato il compositore di opere pianistiche più prolifico del periodo classico: oltre cento lavori composti durante un cinquantennio e distribuiti tra Sonate, pagine varie e composizioni strumentali da camera. Sono un esempio della sterminata produzione dell’italiano la Sonata in sol minore op. 34 n. 2, datata 1797, che si caratterizza per il fraseggio magniloquente e lo sfruttamento delle potenzialità timbriche della tastiera e il Capriccio in mi minore op. 47 n. 1, composto nel 1821, brano dal carattere libero e svincolato da regole e schemi ben precisi in cui spicca una scrittura ardita e ricca di abbellimenti.

Carl Maria von Weber - Sonata in do maggiore op. 24

Fra i primi maestri del Romanticismo, Carl Maria von Weber ricopre un ruolo particolare nella letteratura pianistica. Romanticismo e classicismo sono infatti i due poli attorno a cui si muove la sua scrittura, tanto equilibrata quanto vibrante e piena di slancio. Artista dall’indole estrosa e particolarmente votata al teatro, Weber riversa nella produzione pianistica questa sua attitudine, riscontrabile in uno stile compositivo vicino al mondo dell’opera. Il gusto per la teatralità che caratterizza le sue quattro Sonate per pianoforte si manifesta già nell’attacco della Sonata in do maggiore op. 24, composta nel 1812, che si apre con un colpo di scena: un accordo di settima diminuita che disorienta l’orecchio e lo sorprende. E se anche nell’Adagio e nel Minuetto si respira un clima teatrale, il movimento finale è un moto perpetuo brillante e virtuosistico.

Fonte: Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - Ufficio Stampa

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