
Era il 24 settembre quando l’incendio più grande nella storia del nostro territorio devastò il Monte Serra. In una notte illuminata a giorno dal fuoco, cominciò a serpeggiare la paura fra la nostra gente, la devastazione continuò per giorni, il vento alimentava le fiamme e i canadair causa vento non potevano volare.
In tanti allora pensavamo che tutto era perduto, non loro, non i forestali. Loro non pensavano che non ce l’avrebbero fatta. Non sentivano la fatica, non si preoccupavano degli orari, mangiavano quando potevano, pensavano soltanto a spegnere quell’incendio per salvare i nostri monti, per salvare noi. E una volta spento l’incendio, quando bisognava continuare a lavorare per mettere in sicurezza ciò che restava si sono rimboccati le maniche per il bene comune.
A tanto impegno e tanta professionalità, l’ Unione Montana e la Regione hanno risposto con tanti ringraziamenti pubblici. Non sono mancate dichiarazioni su quanto questi lavoratori rappresentino una risorsa preziosa. Tante pacche sulle spalle questo hanno ricevuto i forestali di Pisa, nel mentre a tutti i forestali della Toscana che hanno lavorato su quel monte, la regione ha riconosciuto un’indennità extra di trasferta. A tutti, tranne che a quelli di San Giuliano.
L’Unione Montana, secondo una interpretazione molto restrittiva del contratto, dice che a loro non spetta nonostante il Monte Serra non sia il loro cantiere di assunzione e nulla osterebbe alla sua concessione.
Come sarebbe finita, ci si domanda, se in quei giorni di settembre fossero stati i lavoratori ad applicare rigidamente norme e regolamenti.
Quell’indennità è dovuta per il prezioso lavoro svolto, faremo di tutto per portarla a casa mettendo in piedi tutte le iniziative di lotta necessarie a raggiungere l’obiettivo.
Chi lotta contro il fuoco, non ha certo paura di lottare contro l’eccessivo zelo di qualcuno.
Fonte: Flai Cgil Pisa
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