Lavoratrici bar del polo universitario di Novoli in sciopero

Siamo le lavoratrici del bar del polo di Novoli, che da oltre 15 anni svolgono il proprio lavoro con serietà e dedizione all'interno di quello che è diventato un punto di ritrovo per studenti, docenti e lavoratori dell’università.

Nel corso degli anni abbiamo superato vari cambi di appalto, consapevoli ogni volta che questo avrebbe portato a dei cambiamenti nelle nostre condizioni di lavoro, ma mai avremmo immaginato di ritrovarci in una situazione come quella che stiamo vivendo. L'azienda per la quale stiamo lavorando, che gestisce il bar a seguito di un appalto pubblico, ha mostrato fin da subito grosse difficoltà nel pagare i nostri stipendi; ciò nonostante abbiamo cercato di comprenderne i motivi, sopportando anche ritardi di due mesi, ma adesso non riusciamo più a sostenere questa drammatica situazione che mette a rischio non soltanto noi ma anche le nostre famiglie.

L'azienda, oltre a non rispettare il contratto per quanto riguarda i tempi di pagamento degli studenti, ha assunto nei nostri confronti atteggiamenti arroganti e ricattatori, obbligandoci a lavoro straordinario (in assenza di personale per ferie e/o malattia) in condizioni disastrose per la carenza di materiali e materie prime e con gravi ricadute sulla qualità del servizio, diventato a dir poco scadente.

Per tutti questi motivi abbiamo deciso di far sentire la nostra voce e, se non intervengono fatti nuovi, saremo costrette a scioperare.

Contiamo ancora una volta sul vostro sostegno, lo stesso che ci avete dato attraverso le vostre firme e le vostre manifestazioni che hanno portato alla pubblicazione della nuova gara di appalto che si concluderà a luglio e attraverso la quale speriamo di poter mettere fine a questa triste parentesi durata 1 anno e dalla quale non vediamo l'ora di uscire. Vogliamo dirvi grazie per il vostro sostegno e grazie per la forza e solidarietà che ci avete dimostrato fino ad oggi, in una battaglia che ci accomuna.

Chiediamo solo di essere ascoltate e che vengano riconosciuti i nostri diritti.

Fonte: Collettivo Politico * Scienze Politiche