Morto Franco Zeffirelli, il funerale in Duomo a Firenze. Domani la camera ardente in Palazzo Vecchio

Franco Zeffirelli

Si terranno il prossimo 18 giugno alle ore 11 nel Duomo di Firenze i funerali di Franco Zeffirelli, morto ieri a Roma a 96 anni. Sarà il cardinale Giuseppe Betori a officiare il rito funebre. Prenderà parte al rito anche la Cappella Musicale della Cattedrale di Firenze diretta da Michele Manganelli. Domani, invece, nel Salone dei 500 di Palazza Vecchio sarà allestita la camera ardente, dalle 11 alle 23. Il Maestro riposerà nella cappella di famiglia del cimitero fiorentino delle Porte Sante, a San Miniato al Monte.

Nel giorno delle esequie, come annunciato ieri dal sindaco Dario Nardella, a Firenze sarà proclamato lutto cittadino. In segno di rispetto e in conseguenza del lutto cittadino proclamato dal sindaco, la prima seduta del Consiglio comunale di Firenze, con l’insediamento dei nuovi consiglieri, è stata rinviata. La seduta verrà nuovamente convocata nelle prossime ore.

"I funerali sono la chiusura di un cerchio: è figlio di Firenze, lo riporteremo a casa sua", queste le parole del figlio di Zeffirelli Pippo. Anche il Canpidoglio si era fatto avanti per allestire la camera ardente del regista, "ma poi - aggiunge Pippo - il sindaco di Firenze ci ha chiamati, annunciando che avrebbe messo a disposizione il salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e avrebbe proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali". "Voglio ringraziare - aggiunge - l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, che officerà la cerimonia funebre. Seppelliremo il maestro nel cimitero delle Porte Sante, dove c'è una cappella di famiglia, molto bella. Lo abbiamo deciso insieme a lui già una decina di anni fa, quando iniziò a stare male: era molto contento della scelta, perché è un posto magico che affaccia su tutta la città".


La storia di Franco Zeffirelli

Franco Zeffirelli (Gian Franco Corsi Zeffirelli all’anagrafe) è stato uno degli uomini di spettacolo italiani più noti nel mondo, la sua attività artistica si esprime in numerosi campi tra cui primariamente il cinema, il teatro di prosa e il teatro lirico,che gli hanno permesso di ottenere moltissimi riconoscimenti tra cui cinque Premi Donatello, due Nastri d’argento e due candidature personali all’Oscar. Nato il 12 febbraio 1923 a Firenze, sua madre morì quando era ancora un bambino ed è stato allevato da una zia e da una signora inglese il cui amore per Shakespearee per l'Opera ha segnato il giovanissimo Zeffirelli per tutta la vita. Nella sua adolescenza ha combattuto a fianco dei partigiani italiani.Quando la guerra è finita ha iniziato a studiare all'Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura della sua città; nel 1946 si trasferisce a Roma dove esordisce come attore di cinema e di teatro. Entra a far parte di un gruppo teatrale come attore e contemporaneamente, continua a progettare scene e costumi per varie produzioni. Il grande cambiamento nella carriera di Zeffirelli è stato l'incontro con Luchino Visconti, uno dei più grandi registi del cinema, del teatro e dell’opera di questo secolo. Divenuto suo assistente, ha lavorato al suo fianco per più di dieci anni. Grazie anche a questa esperienza formativa, decide di debuttare anche nella regia e, in virtù del suo innato talento, costruisce una carriera che lo porta ad essere uno degli uomini di spettacolo più noti al mondo. A seguire alcune delle sue produzioni teatrali : “Romeo e Giulietta” con John Stride, Judi Dench e Alec Mc Cowen nel 1960, “Sabato, Domenica, Lunedi”con Joan Plowright e Laurence Olivier, John Gielgud e Peggy Ashcroftin un “Otello” a Stratford-upon-Avon, Susan Strasberg in “La Signora delle camelie” a Broadway, “Lorenzaccio” alla Comédie Francaise e il moderno “Assolutamente sì, forse” a Londra.Nel cinema il suo nome è legato a grandi successi internazionali come “LaBisbetica Domata”con Elizabeth Taylor e Richard Burton (1966), “Romeo e Giulietta” (1969) con Leonard Whiting e Olivia Hussey e per il quale ottenne la nomination all’Oscar 1968 quale miglior regista, “Fratello Sole Sorella Luna” (1971) con Alec Guinnesse Graham Faulkner, “Il Campione” (1980) con John Voight e Faye Dunaway, “Amore senza fine” (1981) con Brooke Shields e Martin Hewitt, “Il Giovane Toscanini” e, Helena Bonham Carter e Alan Bates in “Sparrow”(1993), “Jane Eyre” (1994) con Charlotte Gainsburg, William Hurt, Joan Plowright, Geraldine Chaplin e Maria Schneider, “Tè con Mussolini”

 

 

 

 

 

 



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