Teatro della Toscana: Pontedera, Scandicci e Firenze tirano fuori il meglio della produzione culturale

(foto Filippo Manzini)

“Il teatro dovrebbe essere ciò che il teatro non è”

Da qui partiamo. Con questa pasoliniana illuminazione, tratta dal Manifesto per un nuovo teatro, ci misuriamo da tempo. E, contemporaneamente, con quelle di Goldoni, Copeau, Strehler, Costa, Spadoni, Eduardo. Ovvero di tutti quei grandi che hanno messo al centro della loro esistenza la ricerca di un nuovo teatro.
Con tutto questo ci misuriamo da quando, all’inizio dell’avventura del Teatro della Toscana, abbiamo con tutti noi stessi tentato di capire, giorno dopo giorno, dove indirizzare la ricerca, ossia come poter creare le condizioni nelle quali far nascere davvero una nuova, autentica possibilità espressiva, un futuro di reale novità per questo “meraviglioso strumento di comprensione fra gli uomini” che è il Teatro.

Una chiarezza riteniamo di aver raggiunto nel percorso: “Mutazioni” non può che riferirsi a un Teatro d’Arte orientato ai giovani. Quei giovani che sono curiosi del teatro e lo vedono come una possibilità per crescere o allargare i propri orizzonti, quelli che non ne sanno nulla, quelli che lo hanno incontrato e rifiutato, quelli che il teatro lo fanno più o meno consapevolmente e che domani saranno i veri fautori del nuovo.

Un teatro fondato su un’articolata e diversificata proposta formativa, con una costante priorità per l’avviamento al lavoro delle nuove leve attraverso la trasmissione dei mestieri teatrali e la loro applicazione al produrre, al promuovere, all’amministrare, all’organizzare. Un teatro vissuto come mezzo espressivo per tutti, come strumento per formare gli uomini. Anche per chi ci lavora.

Giunti a metà del secondo triennio ministeriale, unico Teatro Nazionale a essere stato premiato dal costante incremento di contributo da parte del MiBAC e dalla costante crescita di punteggio nella ‘classifica’ di merito, la nostra consapevolezza è che il Teatro della Toscana è oggi il nome istituzionale che raccoglie collettivamente una struttura articolata in tre Aree interconnesse e interagenti.

La Pergola di Firenze, la struttura del grande spettacolo, della grande produzione, l’area operativa dotata di Scuola, Laboratorio d’Arte, Centro Studi, Saloncino, con una stagione internazionale autunnale.

Il Teatro Era di Pontedera, lo spazio della sperimentazione di un progetto d’area territoriale che coinvolge l’impresa privata e salvaguarda la storicità del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale (Csrt), integrandola con una stagione di spettacoli e con il Festivaldera.

Il Giovane Teatro, il fulcro del movimento generale che sta al centro sia dello schema organizzativo, che di quello progettuale e opera su ogni spazio rendendolo luogo polivalente di teatro, di performance, d’arte visiva.

È importante ricordare che l’attività del Giovane Teatro prevede la centralità della lingua italiana, riprendendo alcuni schemi consolidati anche all’estero, e viene realizzata in tutto dal gruppo de I Nuovi, costituito dai diplomati della Scuola Costa/Cae, integrati da diplomati di altre scuole teatrali italiane. I Nuovi si misurano con un’alternanza ciclica in tutti i mestieri del teatro, da artistici a organizzativi a tecnici, e con un tutoraggio costante degli esperti del Teatro della Toscana nei vari settori e competenze.

Dopo la fase di avviamento del ‘sistema Teatro della Toscana’ nel corso del 2018, la stagione 2019/2020 rappresenta il passaggio definitivo dal modello produttivo tradizionale, la bottega, praticato con il coinvolgimento dei giovani in esperienze produttive fondate sulla trasmissione, al nuovo modello produttivo giovani/maestri, finalizzato alla realizzazione di un teatro totale per la formazione di un attore totale e creativo.

Il modello della bottega proseguirà attraverso la riproposizione, su scala nazionale, del repertorio di eccellenza su Pirandello e sui classici, creato e guidato dalla maestria di Gabriele Lavia, punto di riferimento artistico per la Tradizione, che con i suoi Giganti della montagna, ha rappresentato la chiave di volta della “mutazione”.
In parallelo, continuano le esperienze condotte da Maurizio Scaparro, Gianfelice Imparato, Glauco Mauri, Marco Baliani, Andrée Ruth Shammah, che si arricchiscono della collaborazione di Giancarlo Sepe il quale, anche attraverso la struttura del Teatro La Comunità di Roma, condurrà un percorso di palestra, sperimentazione e produzione su The Dubliners.
Un’altra sperimentazione sul terreno della drammaturgia ‘aperta’ sarà avviata con Giuseppe Manfridi in collaborazione con Lorenzo Macrì sui temi del mito e della recitazione in versi.

A fianco dell’attività di formazione attoriale, oltre al lavoro di Todomodo sul teatro musicale, si strutturano compiutamente altri percorsi formativi che estendono l’opera del Laboratorio d’Arte alla preparazione e specializzazione di costumisti, scenografi e tecnici, mentre l’Oltrarno di Pierfrancesco Favino acquista una propria autonomia operativa, mantenendo una collaborazione con la Fondazione.

L’esperienza di StudioTeatro, progetto di residenze artistiche che si sta realizzando al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci come scoperta del “nuovo”, viene seguita e accompagnata nella crescita, anche in una prospettiva nazionale, focalizzandosi sui gruppi che hanno dato esiti in linea coi valori del Teatro della Toscana e in vista dei processi relativi alle attività internazionali. L’attività del Teatro Studio si arricchisce, in chiave multidisciplinare, della collaborazione con il Campus della Musica.

Oltre alle attività del Centro Studi per la valorizzazione degli spazi museali della Pergola, con le frequentatissime visite/spettacolo della Compagnia delle Seggiole, sarà progettata un’attività qualificata nell’Area Metropolitana Fiorentina attraverso l’intervento del gruppo Venti Lucenti per giovanissimi e adolescenti, la collaborazione con Virgilio Sieni e la sperimentazione del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, messaggero a tutto campo, che tocca con la sua esperienza le più svariate comunità del mondo, creando relazioni e confronti.

Nel 2019/2020 l’attività del Workcenter spazierà nei luoghi più disparati, dall’Europa – con la personale estiva a Parigi – al Sudamerica (Colombia e Brasile soprattutto), a New York nel Bronx, all’Asia. Rilevante è l’invito che il Workcenter ha ricevuto per tenere due settimane di full immersion pedagogica a Beijing WTown, l’incredibile città “ricostruita” vicino a Pechino, ai piedi della Grande Muraglia di Simatai. Il Workcenter è la prima istituzione formativa occidentale, e la seconda in senso assoluto, a essere invitata in questo particolare luogo.

Altra innovativa linea strategica, che procede in parallelo con quella dei Giovani, è quella che si sta portando avanti sull’area della Valdera, attraverso un doppio processo: da una parte, al Teatro Era, l’innesto di una sezione significativa di spettacoli di tradizione sull’esperienza del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, guidato da Roberto Bacci e Luca Dini, luogo storico a livello nazionale e internazionale; dall’altra, la definizione di un vero e proprio “cantiere” teatrale, che completi il raggio d’azione del Teatro della Toscana insieme ai Comuni di Pontedera, Peccioli e Ponsacco, con il contributo di Peccioliper, Fondazione Pisa e Belvedere Spa.

Il cantiere Valdera è una piattaforma di lavoro in cui i professionisti dello spettacolo diventano maestri dei mestieri del teatro. Una modalità che incentiva una nuova attenzione sulla formazione e risponde all’esigenza di comprendere i meccanismi legati al teatro come sintesi di arte e artigianato.
Processi di questo tipo, in particolare legati alla drammaturgia, hanno dato i primi risultati positivi soprattutto nel lavoro di formazione alla scrittura teatrale diretto da Michele Santeramo, attraverso workshop partecipati tra Pontedera e Peccioli. Dall’attenzione al testo parte tutta l’esperienza del Festivaldera, che si è arricchita, a un anno dalla sua creazione, della presenza di figure di rilievo nazionale come Marco D’Amore, Luca Zingaretti, Valeria Solarino, Edoardo Leo, Sergio Rubini.

Giovani, lingua italiana, drammaturgia, mestieri del teatro: si mettono a fuoco le priorità, la struttura della Fondazione e l’interazione tra le tre Aree, con il costante apporto di esperienze che trovano nell’istituzione Teatro della Toscana il luogo d’incontro e confronto per proposte e progetti.

Un percorso accompagnato e monitorato costantemente dall’Università degli Studi di Firenze, per le verifiche e gli adeguamenti di cui necessita un percorso così complesso e articolato.

Tale percorso consolida le vere e fattive consonanze costruite con Teatri e Compagnie ‘partner’, compagni di viaggio e di progetto, con i quali si realizzano le produzioni e le attività, toccando con i risultati del nuovo modello produttivo le città che vengono individuate come ‘capitali del teatro’.
Strutture che si identificano con persone che condividono un’idea e con essa un rischio culturale reale per costruire il vero teatro del futuro, tenendo come riferimento i classici e la nuova drammaturgia, con uno sguardo particolare anche al tema della scienza e delle nuove tecnologie.

Questo avviene a livello nazionale e a livello internazionale.
A livello nazionale con i teatri Ambra Jovinelli di Roma con Fabrizia Pompilio, Franco Parenti di Milano con Andrée Ruth Shammah, Nuovo di Verona con Paolo Valerio, La Comunità di Giancarlo Sepe sempre a Roma e con le compagnie Nuovo Teatro di Marco Balsamo, Mauri Sturno, Elledieffe, Gli Ipocriti, Vela classica/Ghione.

A livello internazionale con i teatri e le relative strutture di formazione con cui si è stabilita una partnership esclusiva e si condivide la visione di un teatro che sia realmente europeo. Un gesto artistico con significati fortemente politici che si avvale, per la sua realizzazione, della consulenza di Juan Carlos Martel e Elisabetta di Mambro.
I primi interlocutori della rete internazionale sono il Théâtre de la Ville di Parigi, il Teatre Lliure di Barcellona, il Watermill Center di New York, la Norwegian Theater Academy, l’Accademia ArtEZ di Amsterdam, con i quali si è avviato uno scambio di esperienze e progetti per i giovani, grazie a contatti ‘non convenzionali’ con maestri e professionisti, per aprire lo sguardo anche al di fuori dell’ambito teatrale.

In questa chiave è da leggere la Carta 18-XXI, manifesto di principi che mettono al centro i giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2018, condivisa con il Théâtre de la Ville, il Lliure, il São Luiz di Lisbona e altri teatri e strutture scientifiche d’Europa.

Si definisce così un sistema integrato di coproduzioni che genera a livello internazionale relazioni, prima ancora che spettacoli. Si parte con Mary Said What She Said con Isabelle Huppert (2019) e Jungle Book (2020), entrambe regie di Robert Wilson, in partnership con il Théâtre de la Ville di Parigi, per aprirsi poi ad altre iniziative produttive quali, per citarne alcune, i nuovi spettacoli di Dimitris Papaioannou e Euripides Laskaridis o Casting Giulietta di Juan Carlos Martel.

In conclusione, sono queste le basi che rendono naturale la nascita della Compagnia dei Giovani della Pergola, una compagnia composta dai nostri migliori giovani attori, i quali costituiranno il nucleo per tutte le produzioni della Fondazione.

Quello che nasce da questo progetto sovverte ancora una volta i termini e i modi consolidati del sistema teatrale, individuando un modello produttivo semplice che valorizzi le risorse nascenti e che chieda a tutti gli attori del processo produttivo e creativo una grande prova di umiltà, per realizzare “il teatro che ancora non c’è”.

Marco Giorgetti
Direttore Generale
Fondazione Teatro della Toscana

Teatro della Pergola, Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ Scandicci 2019/2020
9 prime nazionali – 13 produzioni

Il domani è oggi

Il teatro come fattore attivo nella società, luogo di incontro e arricchimento. Anche nella stagione 2019/2020 la Pergola di Firenze si conferma non interessata alla semplice erogazione di spettacoli, quanto, piuttosto, alla ricerca di un rapporto con il nostro pubblico. Presente e futuro. Centrale, per tutti noi, è la costruzione e cura di una comunità coesa, raccolta attorno alla storia, proiettata nel domani, del Teatro della Pergola. Continua, quindi, l’investimento sulla qualità professionale degli artisti in cartellone, in un rapporto da sempre fruttuoso tra tradizione e innovazione, anche grazie al progetto StudioTeatro a Scandicci.
Produzioni e coproduzioni ricercano la qualità artistica attraverso i nomi di artisti riconosciuti a livello nazionale, con uno sguardo internazionale rivolto alle eccellenze europee. E si comincia proprio da un’esclusiva per l’Italia: Isabelle Huppert interprete per Robert Wilson in Mary Said What She Said di Pinckney (11-13 ottobre). Poi, Gabriele Lavia dirige e interpreta I giganti della montagna di Pirandello (24 ottobre-3 novembre). Maurizio Scaparro riallestisce con Pino Micol Memorie di Adriano di Yourcenar (5-10 novembre). Emanuele Gamba dirige Daniela Poggi in occasione di Emily Dickinson – Vertigine in altezza di Valeria Moretti (22-30 novembre). Roberto Andò dirige Gianfelice Imparato e Carolina Rosi in Ditegli sempre di sì di De Filippo (27 dicembre-5 gennaio). Glauco Mauri e Roberto Sturno sono guidati da Andrea Baracco in Re Lear di Shakespeare (10-19 gennaio). Claudio Longhi affronta Elias Canetti ne La commedia della vanità (18-23 febbraio). Ferzan Özpetek porta a teatro le sue Mine vaganti (31 marzo-5 aprile). Quanto al ricambio generazionale attraverso il rapporto giovani/maestri, foriero di una nuova modalità produttiva, I Nuovi – Giovane Teatro della Toscana sono impegnati in un percorso di approfondimento e indagine con Giancarlo Sepe, che porta a ridare vita al suo storico The Dubliners da Joyce (14-19 aprile; 28 aprile-8 maggio).
Molte le ospitalità: classici, riletture, e drammaturgia contemporanea, tra cui Giulio Scarpati e Valeria Solarino, Silvio Orlando, Gigio Alberti e Barbara Bobulova, Renato Carpentieri, Natalino Balasso, Giuseppe Battiston, Giuliana De Sio e Isa Danieli, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini, Vinicio Marchioni, Daniele Russo e Alessandro Gassmann, Eros Pagni.

Pier Paolo Pacini
Coordinatore Area Fiorentina
Fondazione Teatro della Toscana

Teatro Era 2019/2020
4 prime nazionali – 6 produzioni

Il Teatro Era è!

Le linee di sviluppo della stagione 2019/2020 del Teatro Era si diramano a partire da un rapporto solido con compagnie e nomi della scena nazionale e internazionale portato avanti dal CSRT - Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale, che ne sottolineano l’aspetto di luogo di indagine dei linguaggi teatrali contemporanei. La presenza dell’artista e regista Jan Fabre, della danza firmata da Lisbeth Gruwez e Claire Chevallier, dell’Odin Teatret, per arrivare agli italiani Motus, Emma Dante, Lino Musella, Pippo Delbono, Alessandro Serra, delineano un panorama ricco e fertile su cui si inseriscono l’ultima creazione Svegliami e il Progetto Oblomov di Roberto Bacci.

Fondamentale, da questa prospettiva, il lavoro costante con la drammaturgia che trova in Michele Santeramo la figura di congiunzione tra la stagione teatrale, la formazione e progetti territoriali di sempre maggior respiro come il Festivaldera, di cui Santeramo è autore centrale. Il rapporto testo/contesto ha del resto l’obiettivo di ridisegnare il territorio attraverso la spinta dello spettacolo dal vivo e attività di qualità che ripartano dal Teatro Era quale luogo riconosciuto di identità e riferimento della Valdera e possano mostrare il fare teatro anche da prospettive inedite. L’idea di attivare nel tempo una rete progettuale delle eccellenze territoriali si muove verso un ampliamento relazionale costante che sta ponendo le basi per una piattaforma di pensiero, dialogo e confronto sempre più vitale e aperta.

Si struttura infine con ancora maggior solidità rispetto al passato il profilo del Teatro della Toscana quale Teatro Nazionale in cui il Teatro Era trova – tra innovazione e tradizione – ulteriori modalità di avvicinamento del pubblico anche verso proposte immaginate per comunità di spettatori eterogenee e diversificate, moltiplicando le possibilità di incroci tra sguardi e proposte di qualità. Sotto questa spinta entrano in stagione nomi del calibro di Filippo Dini, Valeria Solarino e Giulio Scarpati, Ferzan Özpetek, Gianni Clementi, Roberto Andò, Vinicio Marchioni, Luca Zingaretti.



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