Panificio Toscano, Flai Cgil: "Posto di lavoro sicuro e rispetto del contratto collettivo"

 

In questi giorni la stampa ed i mezzi di informazione stanno dando il giusto spazio e risalto alle questioni del Panificio Toscano (Prato e Collesalvetti), e questo è un bene. Quando il lavoro e le condizioni di lavoro si prendono la scena e fanno discutere la società civile e l'opinione pubblica non possiamo, come Cgil che, esserne soddisfatti.
Fare il sindacalista, espressione di una categoria di un sindacato generale, è per noi quel ruolo che tutela e cerca di migliorare le condizioni dei lavoratori principalmente attraverso il confronto e la contrattazione, utilizzando tutte le forme di mobilitazione utili e necessarie per raggiungere l'obiettivo e conservando anche il loro posto di lavoro.
Quindi se vogliamo stare al merito della vertenza quello che abbiamo cercato di fare al Panificio Toscano, e che continueremo a fare nell’interesse di tutti i lavoratori, è tenere assieme certezza del posto di lavoro, corretti inquadramenti e rispetto del contratto collettivo di riferimento.

Il percorso che porta alla risoluzione del contratto d’appalto e l’assunzione diretta con la reinternalizzazione di circa 120 lavoratori, allora “soci” di sedicenti cooperative che operavano all’interno della produzione e della logistica, da parte del Panificio Toscano è cominciato due anni fa attraverso un accordo sindacale ottenuto e siglato da Flai e Uila.
L’accordo prevede, oltre che l’assunzione a tempo indeterminato con il contratto collettivo nazionale della panificazione, anche la revisione delle qualifiche professionali di inquadramento che ha portato ad oggi all’avanzamento professionale di 40 dipendenti.
Rispetto alle rivendicazione sul passaggio all’industria abbiamo scritto e dichiarato in tutte le sedi, anche istituzionali, che per quanto ci riguarda quel tipo di attività con quel numero di dipendenti è da considerarsi industriale e chiesto l’intervento delle strutture sindacali nazionali per interpretare il contratto. Il contratto è in fase di rinnovo e la trattativa verte anche sulla modifica di quell’articolo, risalente a metà degli anni ‘80, che dovrebbe spiegare cosa è da considerarsi industriale e cosa artigianale.

Ma appunto una norma tanto datata, in un mondo del lavoro che nel frattempo è cambiato radicalmente, non ha permesso di raggiungere un’interpretazione univoca rimandando la decisione al rinnovo del contratto e alla conseguente revisione di quella norma.
Nel frattempo, però, come organizzazioni sindacali non ci siamo accontentati di attendere il rinnovo ma proprio il 10 luglio abbiamo siglato un accordo con l’azienda che apre ad un percorso di contrattazione aziendale per il riconoscimento di un salario per obiettivi e l’introduzione di indennità economiche specifiche.

Stiamo già lavorando alla piattaforma da inviare all’azienda dopo il confronto e l’approvazione dei lavoratori, così come il normale processo democratico sindacale prevede, perché attraverso la contrattazione e forti del consenso delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo si riesca a migliorare le condizioni dei lavoratori, in attesa che il prossimo rinnovo chiarisca inequivocabilmente il comparto di appartenenza proprio nel rispetto di quel contratto collettivo nazionale invocato in questi giorni da tante parti.

Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio stampa



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