Imprese, nel I semestre +2% le richieste di valutazione e rivalutazione del credito

Dalle elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF - emerge un quadro non confortante relativamente all’andamento delle richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane. Nello specifico, dopo un 2018 che si era concluso in crescita grazie alla performance positiva all’ultimo trimestre (che aveva fatto segnare un +4,1%), i dati relativi ai primi 6 mesi dell’anno in corso evidenziano una inversione di tendenza che a livello nazionale si concretizza in un calo del -3,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a cui si accompagna anche una flessione dell’importo medio richiesto (-1,2%).

A determinare questa dinamica involutiva può aver contribuito l’incertezza del quadro macroeconomico generale e il peggioramento degli indicatori di fiducia, con le imprese italiane orientate ad adottare un approccio più attendista in questa prima metà d’anno.

La situazione in Toscana

Per quanto riguarda nello specifico la Toscana, nel I semestre dell’anno il numero di richieste di valutazione e rivalutazione degli affidamenti presentate dalle imprese è aumentato del +2,0% rispetto al 2018, in controtendenza rispetto al trend nazionale.

Nel complesso, le dinamiche rilevate a livello locale potrebbero essere influenzate da molteplici fattori, che non sono stati oggetto di approfondimento nello studio.

In Regione si osserva un andamento decisamente disomogeneo: tra le province che segnano un andamento negativo, Massa-Carrara e Lucca si caratterizzano per la flessione più accentuata, rispettivamente pari a -5,6% e -5,4%, seguite da Pistoia, con -2,1%. Tra

quelle in cui si segnala una crescita, invece, è la provincia di Pisa a far registrare l’incremento più marcato, con +11,6%, subito seguita da Prato, con +10,8%, e Livorno, con +7,3%. Nel semestre di osservazione a Firenze la crescita è risultata pari a +1,2%.

 

Province

Variazione % interrogazioni

(I semestre 2019 su I semestre 2018)

AREZZO

-1,8%

FIRENZE

+1,2%

GROSSETO

+1,3%

LIVORNO

+7,3%

LUCCA

-5,4%

MASSA-CARRARA

-5,6%

PISA

+11,6%

PISTOIA

-2,1%

PRATO

+10,8%

SIENA

+2,6%

TOT. TOSCANA

+2,0%

TOT. ITALIA

-3,9%

 

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

Per quanto riguarda l’importo medio delle interrogazioni, con 57.221 Euro la Toscana si colloca sotto la media nazionale.
Il valore più elevato si registra a Prato, con 79.265 Euro, seguita da Lucca, con 62.462 Euro, e da Pisa, con 61.025 Euro. A Firenze si registra un valore pari a 51.816 Euro.

 

Province

Importo Medio (in euro)

2019

AREZZO

47.558 €

FIRENZE

52.916 €

GROSSETO

51.816 €

LIVORNO

57.330 €

LUCCA

62.462 €

MASSA-CARRARA

45.676 €

PISA

61.025 €

PISTOIA

54.371 €

PRATO

79.265 €

SIENA

58.863 €

TOT. TOSCANA

57.221 €

TOT. ITALIA

64.833 €

 

Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

“In questa prima metà dell’anno a livello nazionale si evidenzia un rallentamento del numero delle richieste di valutazione e rivalutazione degli affidamenti presentate dalle imprese mentre la Toscana nel suo complesso fa registrare una crescita” - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Sul fronte dell’offerta va sottolineato come il mercato del credito alle imprese stia vivendo una fase di forte cambiamento, accelerata dall’avvento di nuove normative e nuove tecnologie guidate da logiche di Big Data e Machine Learning. Nello specifico, si sta assistendo non solo a una innovazione nei processi di valutazione del merito di creditizio, ma anche alla ridefinizione della relazione tra imprese e aziende di credito, in uno scenario sempre più competitivo. In questo contesto, l’affermarsi dei paradigmi dell’Open Banking, con la diffusione di soluzioni Business Financial Management (BFM), consentirà alle aziende di credito di raggiungere le imprese in real-time e di comporre nuove offerte a valore aggiunto, ad esempio soluzioni per la gestione del credito commerciale o l’anticipo fatture”.

Fonte: Ufficio Stampa

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