
Approvato Documento economia e finanza 2020
Via libera al Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2020. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il quadro finanziario che conta risorse in bilancio di circa 3miliardi e 750milioni nel triennio (1,35miliardi nel 2019, 1,2miliardi nel 2020 e 2021). Sono stati 20 i voti favorevoli dalla maggioranza (Partito democratico; gruppo misto/Art.1-Mdp), 12 i voti contrari dalle opposizioni (Lega; M5s; Forza Italia; Sì-Toscana a sinistra; Fratelli d’Italia; gruppo misto/Tpt).
L’atto è stato votato con appello nominale. Successivamente sono state messe al voto le proposte di risoluzione collegate. Tutte respinte quelle presentate dal Movimento 5 stelle, (la Lega si è astenuta): puntavano, tra l’altro, a sostenere lo sviluppo e la valorizzazione di un polo tecnologico del distretto lapideo; a predisporre accordi di programma per i distretti produttivi orafo e florovivaistico; per una efficiente e costante manutenzione stradale di competenza regionale; a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese startup innovative; a relazionare ogni tre mesi al Consiglio sull’avanzamento delle opere infrastrutturali nei porti di Livorno, Piombino e Marina di Carrara.
“Anche su richieste di buonsenso e senza impegno economico e finanziario, si registra l’opposizione della maggioranza” ha dichiarato Giacomo Giannarelli (M5s), che su ciascuno degli atti di indirizzo ha chiesto il voto elettronico.
Cave: la Toscana adotta il nuovo Piano
La Toscana adotta il Piano regionale cave. Dopo l’approvazione della legge che detta disposizioni si concessioni, estrazioni e lavorazione, con 21 voti a favore (Pd e gruppo misto-Art.1/Mdp) e 12 contrari (tutte le opposizioni), il Consiglio regionale approva la proposta per tutela ambientale e pari opportunità a imprese del settore.
Passano gli atti proposti dal Partito democratico – primo firmatario il presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli, sottoscritto anche da Leonardo Marras e Monia Monni – per “chiarire in quali casi il comune può individuare l’area a destinazione estrattiva, se sussistono situazioni di criticità”. Emendata anche la a parte relativa agli obiettivi di produzione sostenibile. Nella disciplina di Piano, il Pd ha infatti proposto la riscrittura di un intero articolo (numero 18) per “rendere più chiaro quel che già era nelle intenzioni del legislatore”, ha spiegato Baccelli. Nel nuovo articolo vengono esplicitate le modalità con cui il Comune, in fase di adeguamento degli strumenti urbanistici, ridetermina gli obiettivi di produzione sostenibile del comprensorio.
Approvati anche due ordini del giorno proposti da Movimento 5 stelle e Sì-Toscana a sinistra. Quello firmato da Giacomo Giannarelli, emendato su proposta di Baccelli, impegna la Giunta a valutare l'opportunità, in accordo con le amministrazioni locali, di produrre una disciplina tecnica in merito alla definizione di ‘blocco’, ‘informi’ e ‘lastre affini’.
L’atto di indirizzo proposto da Sì-Toscana a sinistra votato dal Consiglio, impegna la Giunta a individuare forme sostenibili perché le aziende del comparto aderiscano ai più significativi e avanzati standard italiani e internazionali di certificazione ambientale e di etica sociale.
L'assessore regionale al territorio Vincenzo Ceccarelli esprime la propria soddisfazione per l'esito di un lavoro lungo e complesso, che insieme all'approvazione della legge regionale n.35 sulle cave rappresenta il raggiungimento di uno degli obiettivi di legislatura. "Abbiamo dato - dice - norme più chiare e certe ad un settore importante ma molto delicato, dove si concentrano interessi contrapposti. Tutto questo andrà a beneficio di chi sceglie di investire e dei lavoratori, ai quali sono garantite più sicurezza e tutela".
L'assessore prosegue spiegando che: "La proposta di Piano, che adesso proseguirà il suo iter e sarà successivamente sottoposta ad osservazioni ed all'approvazione definitiva, garantisce una maggiore sostenibilità ambientale, paesaggistica, economica e sociale. Mira anche all'incremento dell'economia circolare attraverso un maggiore utilizzo del materiale riciclato ed alla valorizzazione del territorio".
"Questo lavoro - conclude - è il risultato di un lungo percorso di confronto e concertazione con il territorio, i soggetti istituzionali, le parti sociali e datoriali. La stessa disponibilità rimane anche per la nuova fase che si va ad aprire, quella delle osservazioni, essenziale prima dell'approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale. Ringrazio i tecnici dell'assessorato e del Consiglio regionale ed i membri delle Commissioni consiliari, che grazie ad un lavoro congiunto e collaborativo sono arrivate ad un traguardo difficile ed affatto scontato".
Cave: nuove regole su concessioni, estrazione e lavorazione
Almeno il 50 per cento della filiera del marmo deve rimanere sul territorio, i blocchi di marmo da taglio saranno lavorati in loco. Questo l’obiettivo della proposta di legge approdata in Consiglio regionale stamattina, che modifica la legge regionale 25 marzo 2015, n. 35 (Disposizioni in materia di cave. Modifiche alla l.r. 104/1995, l.r. 65/1997, l.r. 78/1998, l.r.10/2010 e l.r. 65/2014).
I provvedimenti sono stati illustrati in aula dai consiglieri Pd Gianni Anselmi, presidente della commissione Sviluppo economico e Stefano Baccelli, presidente della commissione Ambiente e Territorio.
«Quello estrattivo – ha spiegato Anselmi – è un settore importante per la nostra regione rispetto al quale si deve compiere un grande sforzo di attenzione ed equilibrio; proprio per questo in accordo con il presidente della commissione Ambiente Baccelli, che ringrazio insieme a tutti i colleghi e agli uffici per il lavoro svolto, abbiamo scelto di trattare congiuntamente la modifica alla legge e il Piano delle cave perché il secondo è declinazione della prima e insieme rappresentano la disciplina organica sulla materia di cui la Toscana ha bisogno.
Le modifiche alla legge regionale numero 35 del 25 marzo 2015, si sono rese necessarie in seguito all'intervento della Corte costituzione che ne ha dichiarato l'illegittimità per la parte in cui qualifica la natura giuridica di beni estimati; si è poi ritenuto intervenire anche su aspetti di coerenza con le previsioni del piano cave ed altri emersi nella prima fase di gestione della legge e nella concertazione con associazioni d’impresa e sindacati. Dopo un attento lavoro in commissione, il testo che ha votato oggi l’aula del Consiglio è una legge che si propone di governare e monitorare con puntualità le relazioni fra produzione e territorio, favorendo ad esempio nel distretto apuo-versiliese lo sviluppo dei processi locali di filiera per i materiali pregiati (50 per cento del materiale da taglio estratto ed economia circolare con riuso dei materiali derivati) e disincentivando la delocalizzazione delle lavorazioni.
Infine l’intensità occupazionale - ha precisato - che da sola non può bastare, ma deve essere accompagnata dalla sua qualità; l’ambiente, che deve essere paradigma ineludibile dello sviluppo; e interventi su infrastrutture o per la per la messa in sicurezza idrogeologica sono considerati tra i criteri premiali per arrivare ai 25 anni di durata delle concessioni».
Il Piano Cave è stato illustrato successivamente da Stefano Baccelli.
« E’ stato un percorso lungo e laborioso – ha detto Baccelli – che alla fine ci consegna un Piano che è a tutti gli effetti il primo strumento di pianificazione e programmazione su scala regionale. Credo sia stato fatto un ottimo lavoro, abbiamo ora uno strumento davvero nuovo che supera i limiti oggettivi dei piani provinciali, uno strumento che punta a garantire una visione d’insieme su una vicenda complessa come quella delle attività estrattive, fissando regole il più possibile univoche per i diversi territori. Il fine principale – ha aggiunto Baccelli – è quello del corretto utilizzo delle risorse, ma con due grandi obiettivi di fondo: la tutela dell’ambiente e le uguali opportunità delle imprese, stimolando lo sviluppo di una vera e propria filiera produttiva. Questa la missione principale, utilizzare la risorsa mineraria di cui la Toscana è ricca, sia essa ornamentale o ad uso industriale, per produrre maggior benessere in termini di nuova e buona occupazione. E’ per questo che il Piano e la legge vanno di pari passo, ambiscono insieme a produrre un salto di qualità. In questo iter parallelo abbiamo ascoltato tutti, raccolto proposte e suggerimenti. Ora – ha spiegato ancora Baccelli – siamo in fase di adozione, quindi ci saranno 60 giorni per le osservazioni ed entrano in vigore le sole misure di salvaguardia. Abbiamo preso un impegno sulla vicenda dei dimensionamenti e faremo ulteriori approfondimenti sino al momento della formale approvazione. Inoltre , abbiamo previsto monitoraggi annuali e verifiche obbligatorie del fabbisogno reale entro i prossimi 3 anni, anziché 5. Un Piano in itinere, quindi, che però – ha concluso – pone le basi per un approvvigionamento sostenibile delle risorse e punta a sviluppare nuova e buona occupazione».
«Una grande conquista del legislatore regionale – ha commentato il consigliere Giacomo Bugliani (Pd) intervenendo sulla legge, riferendosi in particolare al territorio di Carrara – E’ una sfida significativa che disciplina in maniera chiara il settore del lapideo e che allontana il clima conflittuale che c’è stato finora sulla materia per aprire finalmente una stagione nuova per il territorio regionale e quello delle Apuane in particolare. Abbiamo avuto un giusto approccio di equilibrio tra le contrapposte esigenze emerse nel corso del dibattito, assolutamente non pregiudiziale, che è riprova di un’effettiva capacità di governo del territorio. Ringrazio tutti i protagonisti di questo non semplice iter, frutto di confronto tra istituzioni, categorie e territorio e che ci ha consentito di arrivare a soluzioni che tengono conto dell’economia del marmo e delle esigenze delle imprese e dei lavoratori, ma che non tradisce il tema della sicurezza del lavoro e quello della tutela dell’ambiente».
Anche il consigliere Paolo Bambagioni (Pd) è intervenuto in aula, esprimendo soddisfazione per il lavoro fatto.
«Abbiamo trasformato un problema in opportunità – ha detto Bambagioni – Partendo da una bocciatura della Corte Costituzionale, è stato prodotto un miglioramento complessivo della legge che è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra le ragioni del lavoro e quelle del paesaggio, cosa molto complicata. La nuova legge ora si pone obiettivi molto ambiziosi, soprattutto sul tema dell’occupazione per il territorio del distretto del marmo, ma è giusto che sia così».
Con il Piano cave che ci apprestiamo ad adottare, possiamo dire di aver fatto un ottimo lavoro e riconoscere all’assessore Ceccarelli di aver attivato meccanismi aggiuntivi di confronto assiduo sul territorio. Un confronto che abbiamo cercato di riprodurre nel lavoro delle commissioni congiunte”. Così il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd) apre l’illustrazione del Piano regionale cave, che insieme alla legge approvata questa mattina, definisce la pianificazione del settore. “Si tratta di uno strumento davvero nuovo – spiega ancora Baccelli –, che ha l’ambizione di fare un salto di qualità e con il quale si vuole garantire una visione d’insieme e dare regole per quanto possibile univoche. Con due obiettivi prioritari, “la tutela dell’ambiente e dare eguali opportunità alle imprese del settore”.
Il Piano regionale cave è lo strumento di pianificazione territoriale con il quale la Regione persegue le finalità di tutela, valorizzazione, utilizzazione dei materiali di cava in una prospettiva di sviluppo sostenibile e privilegiando il riuso dei materiali assimilabili. Il Piano definisce il quadro conoscitivo delle attività estrattive e delle risorse presenti sul territorio (vincoli, siti estrattivi, tipologia di materiali estratti, materiali riutilizzabili, andamento economico del settore, proiezioni di mercato). Produce la stima dei fabbisogni a scala regionale tenendo conto anche del riutilizzo sulla base delle previsioni del Piano Rifiuti, i comprensori estrattivi e gli obiettivi di produzione sostenibile, i giacimenti in cui possono essere localizzate le aree a destinazione estrattiva, i criteri ai fini della localizzazione da parte dei Comuni, i criteri per l’attività estrattiva in relazione alla tipologia di materiale e i criteri per il ripristino ambientale e funzione dei siti estrattivi. Individua gli indirizzi per la valorizzazione dei materiali e per lo sviluppo del sostegno alle filiere produttive, per le attività estrattive con termini, per il recupero ambientale dei siti estrattivi dismessi, scenari e criteri per la coltivazione in galleria.
Tra le novità del nuovo provvedimento spicca quella che l’impegno alla lavorazione di almeno il 50 per cento del materiale da taglio nel sistema produttivo locale.
Sulla durata delle autorizzazioni per le concessioni si provvede a individuare nell'ente competente al rilascio dell'autorizzazione, ovvero il Comune, il soggetto deputato all’eventuale proroga, che passa da due a tre anni. Sulle varianti all’autorizzazione, ha spiegato ancora Anselmi, si specificano i casi nei quali si procede con nuove nel caso in cui venga modificato l’assetto definitivo del sito, si introduce l’estensione superiore all’1,5 per cento della superficie del sito estrattivo e si toglie il riferimento alle aree vincolate. Introdotto, inoltre, un sistema di governance delle cave misto per quei siti in cui sono presenti soggetti pubblici e privati. Se la maggior parte è in mano al privato è possibile procedere all’affidamento diretto; se la maggior parte è pubblica si prevedono consorzi obbligatori tra le imprese. E si prevede, infine, l’acquisizione da parte del Comune in caso di inerzia dei privati, previo indennizzo.
Sono state anche introdotte premialità per “l’impegno allo sviluppo di un progetto di interesse generale per il territorio, che attraverso nuovi investimenti sia in grado di generare un impatto positivo sull’occupazione, sull’ambiente e sulle infrastrutture”. Infine, è prevista la costituzione di un nucleo tecnico di valutazione, formato da tecnici regionali ed esperti esterni, per fornire un parere preventivo e non vincolante ai Comuni, e nasce il Comitato di distretto Apuo-versiliese con l’obiettivo di promuovere l’attività, la ricerca e la valorizzazione del materiale lapideo estratto.
Pecori e Tetti: " L'ennesimo atto irresponsabile nei confronti di un ambiente che grida aiuto".
Firenze, 31 luglio 2019- " Siamo di fronte all'ennesimo atto irresponsabile di chi sceglie il buisness a tutti i costi, nonostante l'ambiente sia sfruttato oltre ogni limite possibile” Questo il commento di Monica Pecori, Consigliera regionale del Gruppo Tpt e di Eros Tetti, fondatore del movimento Salviamo le Apuane . “Nonostante si parli di overshoot day ogni giorno, - afferma Pecori- di una domanda sempre maggiore di risorse che la terra non è in grado di offrire, non è ancora chiaro che le Alpi Apuane non sono infinite, che oggi, per ogni tonnellata di marmo buono che si scava, si producono tre tonnellate di detriti, unico interesse di un business fatto alle spese dell'ambiente e che non ha nessuna ricaduta positiva sulla comunità carrarese. Il marmo scavato va in Cina grezzo e torna da noi lavorato alla faccia del valore artistico che la Toscana ha sempre avuto in tal senso." " Il futuro delle Api Apuane- conclude Pecori- sta nella difesa dell'identità e della cultura locale. In un'economia alternativa a quella dell'escavazione e veramente circolare. Penso all'agricoltura, alla pastorizia, al turismo, al commercio o all'artigianato". "Davanti alla legge 35, che consente l'escavazione dovunque, il mondo civile, deve alzarsi in piedi dimostrando indignazione, non si può oggi continuare a scavare in parco naturale o in luoghi di pregio ambientale come le Alpi Apuane. Siamo davanti ad una catastrofe ambientale e climatica e la politica, tutta, sta discutendo di questioni secondarie pur di non cambiare direzione a questo mondo che va verso un baratro" afferma poi Eros Tetti fondatore del movimento Salviamo le Apuane e presidente della ReTe dei Comitati per la Difesa del Territorio.
Cave, la Lega attacca: “Pd incapace di dialogare, ennesima occasione persa per la Toscana"
“Il confronto in Consiglio regionale sul nuovo Piano cave e sulla Legge sempre legata alle attività estrattive poteva essere l’occasione per adottare una normativa migliore negli interessi di tutti; così non è stato per la solita pregiudiziale chiusura del Partito democratico nei confronti di alcuni partiti di opposizione, in primis la Lega”, lo afferma la capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Elisa Montemagni. “A fronte di un nostro lavoro strutturato, preciso e, se vogliamo, con un visione innovativa sulla legislazione delle attività estrattive, ottenuto anche grazie a numerosi confronti con tutte le parti in causa direttamente coinvolte sul territorio, il PD ha alzato solo tanto fumo presentando emendamenti e testi sostitutivi sullo stesso atto da loro portato dalla Commissione al Consiglio – prosegue la Capogruppo – probabilmente non hanno le idee chiare sul tema, dopotutto in Commissione si sono trovati a confermare la bontà dei nostri emendamenti salvo poi bocciarli chissà per quale ordine di scuderia”. “Quanto approvato oggi a nostro parere non è sufficiente a dare quella risposta chiara a un settore che rimane strategico nell’economia regionale, senza contare che la posizione della maggioranza sulla questione dei beni estimati potrebbe presentare profili di dubbia costituzionalità – conclude Montemagni; i testi così come approvati comportano problemi al comparto più che soluzioni, come per esempio la definizione della percentuale di resa, la filiera corta e le varianti all’autorizzazione. Per quanto ci riguarda attendiamo le osservazioni ai testi e confidiamo che vengano modificati. Nel 2020, se vinceremo, porteremo avanti quanto presentato oggi senza indugi”.
Approvata la nuova legge, ok a proroga Pabe
Le nuove disposizioni in materia di concessioni, estrazioni e lavorazione delle cave passano a maggioranza. Il Consiglio regionale approva le modifiche alla legge 35/2015 e vara indirizzi per “l’uso civile della risorsa”, sintetizza l’assessore Vincenzo Ceccarelli. L’aula si esprime a maggioranza con 22 voti a favore (Pd e gruppo misto-Art.1/Mdp), 4 astensioni (Movimento 5 stelle) e 10 contrari (il resto delle opposizioni).
L’Aula respinge gli atti collegati presentati dalle minoranze (ordini del giorni e emendamenti), mentre approva le modifiche proposte dal gruppo Pd. In particolare Sì-Toscana a sinistra proponeva, con un atto di indirizzo specifico, la “definizione univoca di lavorazione dei materiali ad uso ornamentale”. Forza Italia e Fratelli d’Italia puntavano alla definizione di cava dismessa, ossia quella per la quale non è vigente il titolo autorizzatorio né è pendente in istruttoria il procedimento per ottenere il titolo; così come alla specifica che il provvedimento di proroga non può comportare modifiche o varianti sostanziali al progetto definitivo, fatte salve le varianti senza alcun aumento volumetrico all’interno del perimetro autorizzato. Un altro emendamento chiedeva infine lo stralcio dell’articolo 19 della proposta di legge che prevede il passaggio del sito estrattivo al patrimonio indisponibile comunale qualora il proprietario privato non intenda esercitare l’attività di coltivazione né trasferire a terzi la facoltà. A detta dei consiglieri Maurizio Marchetti, Marco Stella (Forza Italia) e Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), quanto previsto nella nuova legge è “pericolosissimo” in quanto obbliga il privato proprietario di più cave alla coltivazione contemporanea.
Passano, invece, gli emendamenti proposti dal Partito democratico in alcuni casi sottoscritti anche dai gruppi di minoranza. È il caso delle modifiche relative alla sospensione e decadenza del’autorizzazione (articolo 8 comma 2 della legge approvata). Come spiegato dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd), vengono inseriti, tra le cause, anche gravi e reiterate violazioni delle norme di legge o dei contratti di lavoro collettivi relative agli obblighi retributivi. “Abbiamo raccolto le richieste dei sindacati emerse nel lungo lavoro di analisi e confronto sul testo di legge”, spiega Baccelli. Tra le altre modifiche proposte e passate, anche quella sottoscritta dall’assessore Vincenzo Ceccarelli che proroga il termine per l’approvazione dei Piani attuativi dei bacini estrattivi (Pabe) della alpi Apuane al 31 dicembre prossimo, “previo accordo con il Mise”.
Innovazione: trasferimento tecnologico, sì a soggetto di gestione unico
Valorizzare il raccordo tra il sistema produttivo e il sistema della ricerca attraverso le infrastrutture per il trasferimento tecnologico – parchi scientifici e tecnologici, incubatori di impresa, laboratori di ricerca industriale, laboratori di prove e test, dimostratori tecnologici – promuovendo e incentivando la razionalizzazione delle relative società di gestione operanti in Toscana e partecipate da amministrazioni pubbliche. È stata approvata, a larga maggioranza con l’astensione della Lega, la proposta di legge illustrata in Aula da Antonio Mazzeo (Pd). Il cuore della legge è la creazione di un sistema di interesse pubblico per la promozione dello sviluppo economico e produttivo e a sostegno dell’attività di impresa. Il sistema sarà sviluppato con il supporto della Regione Toscana e su iniziativa dei Comuni e delle Province.
Con la legge si prevede la creazione di un fondo regionale con una dotazione di oltre un milione distribuita su tre annualità (106mila per il 2019, 756mila per il 2020, 280mila per il 2021). Sarà infatti costituito un fondo per il trasferimento tecnologico, finalizzato all’erogazione di incentivi economici al soggetto gestore risultante dal processo di razionalizzazione di almeno tre società di gestione di infrastrutture tra le seguenti localizzate in Toscana: Polo di Navacchio; Pontedera & Tecnologia - Pont-Thec; Pontlab; Consorzio Polo tecnologico Magona; Lucca Innovazione e Tecnologia- In-Tec.
Voto favorevole da Sì-Toscana a sinistra è stato espresso da Tommaso Fattori: “Il tema della ricerca e dell’innovazione – ha detto il consigliere regionale – è una questione cruciale. Un fatto è certo, è irrazionale avere tutti questi poli dell’innovazione in Toscana, è una frammentazione oggettiva. Riteniamo utile provare a incentivare un processo di fusione e di coordinamento anche se devo dire è lecito diffidare che l’incentivo possa essere sufficiente”. Fattori ha ribadito la necessità di “un sistema più semplice e certo di incentivi per le imprese”.
Sì anche dal Movimento 5 Stelle. “Riteniamo importante il tentativo di razionalizzazione del sistema di gestione dei poli tecnologici – ha precisato Irene Galletti – e in generale, qualsiasi razionalizzazione che porti a un taglio dei costi e ad un miglioramento del sistema”. “Resta però la questione se lo strumento legislativo possa essere adatto a superare una problematica sfaccettata come la presenza di vari soggetti all’interno delle compagine di questi poli” e poi “mentre alcuni poli hanno affinità tematica o anche geografica, altri non sono legati, in particolare quello della Magona al settore chimico o Lucca Innovazione e tecnologia srl al cartario, rappresentativi del settore economico del proprio territorio”.
L’astensione della Lega è stata espressa da Luciana Bartolini. “Si dà un prestito al soggetto aggregante – ha affermato la consigliera regionale – ma non si prevedono incentivi per gli altri e poi, si stabilisce che l’aggregazione deve avvenire entro 90 giorni, troppo pochi”.
La proposta della Giunta recepisce un atto di indirizzo del Consiglio regionale, una mozione approvata dal Consiglio nel dicembre 2015 che chiedeva impegni per un soggetto unico gestore delle infrastrutture di trasferimento tecnologico finanziate con risorse regionali.
Mazzeo e Nardini (Pd): “Legge che rafforza un sistema strategico per la Toscana”
“Questa Proposta di legge nasce da una mozione approvata in Consiglio nel dicembre 2015 alla quale è seguito un lungo percorso di discussione e confronto istituzioni, mondo economico e produttivo toscano – spiega Antonio Mazzeo, consigliere regionale, illustrando il provvedimento in aula –. L’obiettivo, condiviso, è quello di fare in modo che i centri dell’innovazione diventino sempre più luoghi di attrazione degli investimenti e di erogazione di servizi alle imprese; la Regione da tempo è impegnata in questo senso e con l’unificazione della gestione dei diversi Poli toscani e la creazione di una una struttura snella e operativa che permetta al contempo di mantenere le peculiarità di ogni polo, facciamo un grande passo in avanti. La Proposta di legge, infatti, sostiene concretamente il processo di razionalizzazione del sistema attraverso la creazione di un fondo rotativo per l’erogazione di incentivi economici. Il trasferimento tecnologico è la sfida più importante per la Toscana e sarà la vera chance per il futuro dei nostri territori. Fare rete, mettere in sinergia, collaborare ma anche solo confrontarsi può essere decisivo solo se il vertice di questa struttura è flessibile. Più che un soggetto unico, insomma, la richiesta avanzata è quella di un consorzio che, anche per sua natura, potrebbe diventare operativo in tempi molto brevi”.
“Finalmente si inizia un percorso di sistematizzazione di un settore altamente strategico – commenta Alessandra Nardini, consigliera regionale –. Il mondo dell’innovazione vive una competizione globale nella quale contano le dimensioni, la quantità di imprese coinvolte, interi ecosistemi territoriali che si muovono compatti. La Toscana non può non avere un ruolo in questo, con le sue Università, le sue imprese innovative, le sue startup: questa prima aggregazione di Poli Tecnologici permetterà la nascita di un soggetto gestore che parlerà con una voce unica, fornirà sevizi migliori e potrà attivare relazioni a nome di tutta la toscana costiera. Inoltre, grazie a questa legge, auspichiamo che anche gli enti locali soci dei Poli tecnologici coinvolti possano interrompere gli iter di dismissione ai quali erano stati costretti dalle normative vigenti”.
La legge in sintesi
La proposta di legge prevede la creazione di un fondo regionale con una dotazione di oltre un milione distribuita su tre annualità (106mila per il 2019, 756mila per il 2020, 280mila per il 2021). Il sistema economico e produttivo toscano, a partire dalla costa, sarà dotato di un’unica struttura gestionale per il trasferimento tecnologico. Saranno coinvolti anche i soggetti che negli anni scorsi hanno avviato, dopo la sottoscrizione di un protocollo di intesa, una riflessione sul tema.
Secondo quanto contenuto nei sette articoli che compongono il testo, il gestore unico deriverà dall’aggregazione di alcune società partecipate – direttamente o indirettamente – da amministrazioni pubbliche, tra queste il Polo di Navacchio, Pontedera & Tecnologia - Pont-Thec, Pontlab, Consorzio Polo tecnologico Magona, Lucca Innovazione e Tecnologia- In-Tec. La proposta definisce anche le infrastrutture per il trasferimento tecnologico e cioè parchi scientifici e tecnologici, incubatori di impresa, laboratori di ricerca industriale, laboratori di prove e test, dimostratori tecnologici.
Il fondo regionale triennale di 1 milione e 157mila euro è un incentivo economico a favore del soggetto unico sotto forma di prestito partecipativo, condizionato all'impegno assunto dalle amministrazioni pubbliche di restare nella compagine societaria per almeno tre anni dalla data di concessione del prestito.
Rifiuti: Ato Toscana Costa, via libera alla proroga del direttore generale
Adeguare le disposizioni relative alla durata dell’incarico del direttore generale in analogia con quanto già disposto per il direttore di Ait (Autorità idrica toscana); prorogare l’incarico dell’attuale direttore generale dell’Ato Toscana Costa per un periodo di almeno 12 mesi dalla sua scadenza, per assicurare la conclusione del percorso di affidamento del servizio integrato dei rifiuti urbani. È quanto dispone la nuova legge sulla revisione organizzativa e della governance dell’Autorità istituita nel 2011, che il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza. Hanno espresso voto contrario i gruppi di opposizione.
La legge dispone che il direttore generale dell’Ato sia nominato nell’ambito di una rosa di tre candidati, individuati ad esito di procedura comparativa pubblica. L’incarico avrà durata cinque anni.
Vengono inoltre disciplinate le disposizioni transitorie relative al direttore generale dell’Ato Toscana Costa con la proroga dell’incarico sino alla conclusione della procedura di affidamento del servizio al gestore unico, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020. La legge, composta di soli tre articoli, entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Burt.
Elisa Montemagni (capogruppo Lega) ha giudicato “un’anomalia” questa proroga all’attuale direttore. “Ancora una volta la Regione ha deciso di scavalcare i Comuni, che devono così subire scelte imposte dall’alto e accettare un sistema che è fallimentare”, ha commentato la consigliera. “Per questo – ha concluso – votiamo contro, perché riteniamo necessario che i Comuni siano ascoltati e non bypassati”.
Diritto allo studio: Azienda regionale, sì a bilancio d’esercizio 2018
Sì a maggioranza in Aula alla proposta di delibera per l’approvazione al bilancio di esercizio 2018 dell’azienda regionale per il diritto allo studio. Il bilancio 2018 Dsu si chiude con un utile di circa 2milioni, con ricavi per 101milioni e costi per 99milioni.
Le aree di intervento dell’Azienda sono tre e riguardano l’erogazione di borse di studio, la ristorazione e l’alloggio per gli studenti universitari. Nel corso dell’anno accademico 2017-2018, si è raggiunto il massimo di aiuti erogati agli studenti (14mila 300 in tutto). L’utile che si rileva nel bilancio non è dovuto ad una contrazione dei servizi, quanto piuttosto a un'azione di efficientamento della struttura. Sono stati circa 5mila i posti letto messi a disposizione. Le mense, invece hanno subito una certa contrazione, si è passati da 3milioni e 900mila a 3milioni e 700mila ma il dato resta comunque alto: la Toscana eroga circa il doppio dei pasti della seconda regione nella graduatoria nazionale. I costi del personale diminuiscono: da 13milioni e 100mila a 12milioni e 700mila, In diminuzione anche il numero degli impiegati: da 363 a 352.
L’Azienda regionale realizza servizi e interventi di sostegno allo studio per gli studenti universitari iscritti a corsi di laurea, laurea specialistica, dottorato di ricerca e scuole di specializzazione delle Università di Firenze, Pisa, Siena, delle Accademie di Belle Arti di Firenze e Carrara, degli Istituti Superiori di Studi Musicali e Conservatori di Firenze, Livorno, Lucca e Siena, dell’Istituto superiore per le industrie artistiche di Firenze, dell’Università per stranieri di Siena, della Scuola superiore per mediatori linguistici di Pisa, Accademia italiana di arte, moda e design di Firenze, IMT di Lucca e Siena Jazz University.
Agricoltura: Artea, Consiglio regionale approva bilancio di esercizio 2018
Il Consiglio approva il bilancio d’esercizio di Artea, l’Agenzia toscana per le erogazioni in agricoltura. Il valore della produzione al 31 dicembre 2018 ammonta a 4milioni 45mila 508 euro (era 3milioni 350mila 814 nel 2017); i pagamenti ammontano a circa 363milioni; di questi la parte maggiore è quella diretta alla Politica agricola comunitaria (Pac) con oltre 200milioni, per sviluppo rurale circa 100milioni, altri 27 riguardano il piano agricolo forestale o erogazioni in favore della pesca.
La “gestione del fascicolo” movimenta 96mila istanze, con circa 42mila aziende agricole attive al 2018 e spesso mettono in piedi più di un piano di coltivazione che producono, di volta in volta, istanze nuove. Quelle riferite al potenziale viticolo si attestano a 19mila, mentre 29mila sono quelle per l’agevolazione dei carburanti.
Sul fronte organigramma, in servizio presso Artea risultano 116 persone. Quattro dirigenti (uno peraltro andrà in pensione alla fine di luglio) che svolgono un’attività di tipo ‘verticale’ cioè di autorizzazione delle istruttorie di pagamento, anagrafe dei controlli e agevolazioni. Del personale non dirigenziale, 9 risultano a tempo determinato e 22 sono in telelavoro.
Artea svolge numerose funzioni di controllo e pagamento di molti dei principali fondi europei di interesse regionale, gestisce la quasi totalità dei procedimenti autorizzativi in agricoltura. In ambito extra-agricolo, il supporto alla Regione nella gestione dei fondi regionali dedicati al finanziamento di interventi in ambito infrastrutturale e della ricerca, si è intensificato. È progressivamente cresciuto il ruolo dell’Anagrafe regionale delle aziende agricole gestito attraverso il sistema informativo di Artea.
Agenzia Toscana Promozione, sì a bilancio 2018
Il Consiglio regionale approva a maggioranza il bilancio di esercizio 2018 dell’Agenzia Toscana Promozione Turistica. L’Agenzia ha dato seguito alle azioni previste dal nuovo testo unico in materia di turismo che ha avviato due principali strumenti operativi: la costituzione degli ambiti turistici, 28 in tutto, e prodotti turistici omogenei. Nel 2018, avviata attività soprattutto per gli ambiti, sono state firmate oltre 18 convenzioni. Attivati inoltre, bandi per startup pari a 85mila euro. Nel corso del 2018, sono state realizzate 51 azioni specifiche di cui 39 di tipo promozionale classico, 12 di tipo trasversale con il coinvolgimento di 686 operatori regionali. Sul fonte partecipazione, l’Agenzia è stata coinvolta in 11 fiere, che hanno interessato 147 soggetti (quelle di maggior rilievo sono il salone vacanza di Bruxelles, la fiera del turismo a Berlino), 28 seminari con 491 imprese partecipanti. Le azioni di destinazione sono state 12 per 48 operatori.
L’obiettivo strategico del 2018 è stato la definizione di itinerari e prodotti innovativi: rispetto alle mete consolidate, si sono proposti luoghi alternativi per distribuire meglio i flussi. È stato inoltre creato il progetto ‘Toscana con itinerari d’autore’ e quello ‘Etruschi popolo contemporaneo’, che ha coinvolto 39 comuni della regione.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro





