Biodepur a Bottegone, completata la revisione dell'autorizzazione

Nella zona industriale di Bottegone, a sud-est di Pistoia, opera da diversi decenni un impianto di depurazione di reflui industriali e rifiuti liquidi, attualmente gestito da Biodepur.

Con decreto n. 9492 del 7 giugno 2019 la Regione Toscana ha rilasciato la nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA) all'impianto, al termine di un lungo processo di revisione dell'atto precedente.

La revisione d'ufficio si era imposta a seguito del controllo AIA di ARPAT del 2017, durante il quale erano stati contestati due incidenti, verificatisi nell'arco di un mese circa, con anomalie gravi dello scarico nel torrente Brusigliano.

Gli accertamenti dell'agenzia avevano evidenziato alcune inottemperanze all'autorizzazione ambientale che erano correlate con gli incidenti, ma anche una generale debolezza del sistema di monitoraggio dell'impianto che non offriva garanzie di un allarme precoce in caso di anomalie come quelle che si erano verificate.

A seguito delle contestazioni avanzate, ARPAT aveva impartito prescrizioni per ridurre il rischio che si verificassero nuove situazioni di questo tipo. Le prescrizioni, accolte dal gestore, e poi fatte proprie da una diffida della Regione Toscana, sono rimaste in vigore fino al completamento dell'iter di revisione dell'AIA che tale controllo aveva innescato.

Si tratta di disposizioni che intervenivano significativamente sulla capacità operativa dell'impianto, obbligandolo ad interrompere lo scarico negli orari in cui non era presidiato (durante la notte e nel fine settimana) e precludendo l'utilizzo dei rifiuti liquidi derivanti dalle fosse settiche (come nutrienti del ciclo biologico), costringendo il gestore a rimpiazzarli con più onerosi e meno performanti derivati dell'industria alimentare.

Nel processo di revisione dell'AIA il gestore ha avanzato una proposta progettuale fortemente innovativa che ha realizzato un sistema di controllo del processo in continuo, non consueto per impianti di questo tipo, che va al di là delle BAT (migliori tecniche disponibili) codificate a livello europeo.

Il sistema è ispirato alla filosofia di prevenire le anomalie dei reflui scaricati, prevedendo la possibilità di interrompere lo scarico (reinserendolo in circolo), tutte le volte che i parametri di processo indicano l'instaurarsi di una situazione anomala.

In questa maniera lo scarico viene interrotto prima che si possa manifestare una irregolarità  e gli interventi correttivi del processo vengono messi in atto in maniera precoce.

Inoltre, con questi interventi, il processo di depurazione è stato organizzato in maniera modulare ed il controllo di processo permetterà di individuare le situazioni nelle quali è necessario attivare stadi di depurazione più onerosi e quelle nelle quali, invece, i trattamenti potranno essere ridotti, contenendo i costi e gli impatti ambientali (minor consumo di energia).

Su richiesta dell'Agenzia, il sistema prevede anche la memorizzazione di tutti i parametri di processo significativi e delle principali manovre di conduzione dell'impianto, che restano a disposizione per i controlli ARPAT per un periodo di due anni.

Sulla base del nuovo atto autorizzativo, l'impianto potrà riprendere l'accettazione dei rifiuti delle fosse settiche, svolgendo una sperimentazione sulle loro caratteristiche e sulla possibilità di verificare eventuali anomalie del rifiuto consegnato al momento dell'accettazione.

Questa sperimentazione potrà essere un utile riferimento anche per l'autorizzazione degli altri impianti che in Toscana trattano il conferimento di questi rifiuti da parte degli autospurghi..

Fonte: Arpat - ufficio stampa



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