Riforma dei Beni Culturali, Uffizi: "Schmidt non ha mai detto che l'Italia è come l'Arabia Saudita"

Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt non ha mai detto che con l’ultima riforma dei Beni Culturali “L’Italia è come l’Arabia Saudita”, contrariamente a quanto scrive oggi, 24 agosto 2019, il quotidiano.

Contrariamente a quanto si legge oggi nel titolo di un articolo sulle pagine nazionali del quotidiano la Repubblica a firma di Maria Cristina Carratú, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, parlando dell’ultima riforma dei beni culturali, non ha mai detto “Con questa riforma l’Italia come l’Arabia saudita”.

La frase, non pronunciata (e non a caso non riportata nel corpo del pezzo), costituisce una sintesi totalmente distorta di un virgolettato di Schmidt (nel quale non si menziona l’Arabia Saudita, richiamata nel testo dalla giornalista) estratto da un precedente articolo del Financial Times. Virgolettato ripreso anche, e in questo caso, correttamente spiegato, nell’articolo che, sempre oggi e sempre a firma di Maria Cristina Carratú la stessa Repubblica dedica sulle sue pagine fiorentine all’argomento, con il diverso titolo “Schmidt sulla riforma dei musei: luci e ombre, partita aperta”.

Testualmente, si legge, da Repubblica Firenze:

Interpellato da Repubblica, il direttore corregge le dichiarazioni riportate in un articolo del sito del Financial Times in cui paragona l’Italia all’Arabia Saudita (“non credo ci sia un paese del mondo occidentale libero con una politica culturale così accentrata come quella che si sta impostando in Italia in questo momento”). “Nessun paragone del genere”, è la precisazione, “ho solo osservato che ci sono pochissimi paesi al mondo, come Arabia, Cina e Francia, dotati di politiche di forte accentramento dei prestiti di opere d’arte all’estero, il tema che più mi preoccupa”.

Ma che anche la riforma Bonisoli vada in questa direzione , sostiene Schmidt, “non si può ancora dire senza le procedure attuative”, mentre è probabile che “si ispiri semmai alla Francia”, dove “i musei gestiscono i prestiti coordinati dal centro e con l’impulso ministeriale per le grandi iniziative, come il Louvre a Abu Dhabi”.

Con ciò certo anche l’Italia rientrerebbe nel club dei centralizzatori,“ma non nel modo radicale che qualcuno immagina”.

 Una riflessione, come si può vedere, dal significato del tutto difforme rispetto a quello suggerito dal titolo dell’articolo uscito sulle pagine nazionali de La Repubblica; riflessione che tra l’altro, per ragioni incomprensibili, viene totalmente esclusa persino dal corpo del testo dello stesso pezzo nazionale.

Per questi motivi le Gallerie degli Uffizi chiedono formalmente a la Repubblica di rettificare, sia nella versione cartacea che nell’eventualità di pubblicazione online, il titolo dell’articolo “L’Italia è come l’Arabia Saudita”; magari, utilizzando quello del pezzo dell’edizione fiorentina, senz’altro più corretto e fedele alle parole pronunciate dal direttore Eike Schmidt.

Fonte: Firenze Musei - Ufficio stampa



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