Il 30 agosto 1979, nello Slam che "non dorme mai", John McEnroe e Ilie Nastase giocarono una partita che si trasformò in una gazzarra mai vista... e la colpa non fu del mancino americano!
I want to wake up in a city that never sleeps
And find I'm a number one, top of the list
King of the hill, a number one
Calendarizzato nella da poco istituita sessione serale, il match era dunque molto atteso e cadeva appena al secondo turno, dato che il 33enne Nastase – vincitore del torneo nel 1972 - era ormai in declino. McEnroe, a soli 20 anni, era invece in piena ascesa e quello Slam, nel quale era la terza testa di serie, sarebbe stato il primo vinto nella sua carriera: essere di New York e giocare di fronte al proprio pubblico, cui aveva da poco regalato una vittoria in Coppa Davis, non valse però al giovane campione il favore dei tifosi, che al contrario parteggiarono per l'irrequieto ospite. Più il romeno prorompeva in escandescenze e discuteva con il giudice di sedia Frank Hammond, più gli spalti parevano sostenerlo. McEnroe sembrò risentire della gazzarra e, dopo un agevole primo set, cedette il secondo commettendo ben 5 doppi falli e affondando in rete colpi per lui elementari. Nel terzo, tuttavia, riprese il filo del gioco e si riportò in vantaggio, col solo risultato di esaltare gli eccessi del rivale, il quale dette a fondo a tutti i trucchi per scongiurare una sconfitta ormai imminente.
La folla era chiaramente fuori controllo e neanche l'arrivo del giudice arbitro Mike Blanchard placò gli animi, anzi il suo annuncio che l'incontro veniva sospeso per continuare l'indomani gettò altra benzina sul fuoco. In un baccano infernale, Hammond intimò invano a Nastase di riprendere il gioco entro 30 secondi, allo scoccare dei quali pronunciò le fatidiche parole: «Game, set and match McEnroe!». Il frastuono crebbe d'intensità: la gente aveva pagato profumatamente per essere lì e non accettava che tutto finisse con una squalifica. Giunse anche il direttore del torneo, Bill Talbert, il quale sconfessò la decisione di Hammond, mise Blanchard al suo posto e annullò pure la sanzione a carico di Nastase. In tutto quell'inferno, McEnroe non perse la saldezza di nervi e la compostezza che quasi nessuno gli riconosceva, e in un baleno chiuse il quarto set per 6-2. Negli spogliatoi era pronto a una scazzottata, ma in quel mentre si affacciò alla porta l'imprevedibile romeno, con un paio di belle ragazze sottobraccio: «Ehi, MacAroni, che facciamo stasera? Uscita a quattro?».
Paolo Bruschi






