Manifattura Lucca, Mammini: "Opposizione si studi le carte"

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A leggere la sequela di domande che i consiglieri di opposizione snocciolano sulla stampa riguardo all'iter dei lavori alla Manifattura, una poltiglia informe di dubbi e misteri, ulteriori domande nascono spontanee: ma dove sono stati tutto questo tempo? Hanno mai dato un'occhiata al Codice degli Appalti? Dicono di aver letto la delibera, ma gli allegati, che ne sono parte sostanziale, li hanno visti?

Aggiungono inoltre il domandone: "Si è tentato di trovare una soluzione con le aziende lucchesi che facevano parte dell'associazione temporanea di imprese?". E qui proprio si capisce che non leggono nemmeno ciò che contestano, perché - come la stessa delibera riporta - è proprio l'associazione temporanea d'impresa lucchese ad aver proposto Aspera per il subentro e tutto si è tentato di fare per trovare una soluzione affinché i lavori potessero andare avanti senza accumulare ulteriori ritardi.

Quanto scrivono i consiglieri, per usare una loro frase e restituendo al mittente quanto detto, palesa come l'opposizione di centrodestra sia superficiale anche sui grandi temi e sulle sfide più importanti per il futuro di Lucca. Anzi, non le conosce proprio. Ma poiché il tema è ghiotto e qualcosa, specie in agosto, devono pur scrivere, preferiscono lo stile "fai domande, istilla dubbi e crea mistero". Approfondire no, costa troppa fatica.

E siccome domandare è lecito e rispondere è cortesia, ricordiamo che dal 2013 sono stati fatti sopralluoghi, incontri, è stato presentato un masterplan per tutto il complesso della Manifattura in Consiglio comunale elaborato insieme alla Soprintendenza, è stato scritto di tutto su ogni testata. Eppure oggi, l'opposizione, si chiede "per volerci fare cosa?" Stupisce anzi che alcuni esponenti di lungo corso in Consiglio, o redattori di quotidiani, non ricordino come l'arrivo a Lucca di un'ingente quantità di risorse europee sia merito proprio della precedente amministrazione Favilla di cui alcuni di loro facevano parte. Peccato però che quel merito, se non fosse stato gestito dall'amministrazione Tambellini con attenzione e professionalità, si sarebbe trasformato in un disastro per la città, una bancarotta per il Comune. Progetti non all'altezza, alcuni sicuramente dannosi e funzioni per lo più inutili, senza una fideiussione prevista da parte di chi avesse avanzato manifestazioni d'interesse al momento della redazione dei progetti in modo da garantirne l'effettivo coinvolgimento nella complicata fase di gestione: questo in gran parte era il Piuss.

Era il 23 luglio 2009 quando venne sottoscritta la convenzione tra il Comune e il Provveditorato delle Opere pubbliche Toscana-Umbria per la progettazione, la direzione lavori, collaudi e appalto dei 14 progetti Piuss. Il Provveditorato, come stazione appaltante, avrebbe dovuto consegnare il lavoro al Comune, "chiavi in mano".Quindi i progetti preliminari vennero elaborati dalla squadra messa su dal Comune (con uno sforzo straordinario in termini di risorse attivate ad hoc per la gestione dell'intero processo, che direi non dette i risultati sperati), mentre i progetti definitivi vennero affidati al Provveditorato e gli esecutivi, trattandosi di appalti integrati, vennero sviluppati dalle ditte che si erano aggiudicate i lavori.

Ora però non vogliamo ripercorrerne la storia, per quanto dalle domande poste sembrerebbe fosse utile, ma alcune precisazioni sono d'obbligo per sottolineare le difficoltà nel rimettere sul giusto binario, in termini di tempi, di risorse e di funzioni, un treno che ha rischiato di deragliare. Difficoltà affrontate tutte, da questa amministrazione, con spirito di servizio e proposta.

Le opposizioni si ricorderanno, e se non ricordano è vivamente consigliato l'informarsi e l'approfondire prima di giocare a detective, che ne 2010 scoppiò un terremoto giudiziario per cui il Provveditorato toscano non fu più in grado di garantire la consegna della progettazione esecutiva e l'indizione delle gare d'appalto nei termini imposti dal bando regionale al Comune per non perdere il finanziamento. Tutto questo comportò un percorso lungo e faticoso di lavoro da parte dell'amministrazione e degli uffici.

Ma nel 2013 il tempo era oramai agli sgoccioli. Fu così che anche grazie alla collaborazione con la Regione Toscana, intraprendemmo un iter che ci ha consentito di presentare alla città un quadro chiaro e coerente anche per l'area Piuss della Manifattura. La presenza dell'Expo del Fumetto inoltre, insieme alla piazza coperta, ai front-office per cittadini e imprese, all'università del turismo, il centro di documentazione della città gestito dalla Soprintendenza, ne aumenterà il valore e l'attrattività.

In un sistema complesso o si collabora, si uniscono le forze per raggiungere obiettivi condivisi, o si soccombe. Ma non pretendiamo che l'opposizione arrivi a condividere un concetto che capiamo essere al di sopra delle forze di chi invece si accontenta di giocare a fare il detective mettendo in dubbio peraltro il lavoro e la professionalità di uffici e consulenti. Un modus operandi pericolosissimo e diffuso, lo stesso dei superficiali tuttologi da tastiera che hanno impoverito il livello del dibattito pubblico.

Vogliamo sottolineare che il lavoro intrapreso è qualificante per lanciare Lucca anche nel panorama europeo. Questo sarà un passaggio epocale per la città perché la nuova Manifattura sarà uno spazio che si apre alla bellezza, all'arte, e lo farà investendo primariamente sull'economia della conoscenza e sulla prossimità al cittadino. Per questo, nonostante le difficoltà date dal travagliato lavoro del cantiere, dal comportamento inqualificabile di chi avrebbe dovuto collaborare e sul quale l'opposizione a corto di idee e conoscenza specula, l'amministrazione continuerà il suo attento lavoro, cosciente di poter avere un ruolo di prim'ordine nel contesto nazionale ma anche europeo con lo stile che è la nostra identità: l'armonia e la concretezza.

 

Fonte: Comune di Lucca - Ufficio Stampa



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