
Per tutti noi, uomini e donne di Firenze e delle prime campagne intorno alla città (e soprattutto per chi come me è nato e cresciuto tra l’estremità ovest di Firenze e Scandicci), la Coop di Legnaia non è mai stata solo un negozio o un centro commerciale, ma una parte integrante di questa comunità, di Scandicci e di Firenze.
Con una storia lunga ben 115 anni, è stata una delle prime cooperative, fondata da un piccolo gruppo di contadini della piana intorno a Legnaia, raccolto attorno a Padre Pancrazio, un frate cappuccino, figlio di contadini.
Padre Pancrazio fu il primo a dare uno sbocco concreto sul nostro territorio alle lotte sociali di quegli anni. A proporre l’idea della cooperazione, per affermare la loro dignità di lavoratori, i vantaggi dell’unirsi, il prendere coscienza dei propri diritti umani e sociali.
Da lì, da quella sfida al sistema, moltissimi altri contadini si unirono ai fondatori, per arrivare alla coop di oggi che opera in tutta la Toscana, aiutando tanti contadini e allevatori a far conoscere e vendere al giusto prezzo i loro prodotti.
Questo piccolo excursus storico, per far capire che la crisi di oggi della Coop di Legnaia non è la crisi di una delle tante aziende del territorio o di un qualunque piccolo supermercato, ma è la crisi di una storia importante, di un progetto, di un’esperienza di cooperazione, di una comunità.
Bisogna difendere prima di tutto i lavoratori, i loro posti di lavoro, ma anche salvaguardare questa esperienza, figlia di una cultura diversa da quella della grande distribuzione, con una valorizzazione della filiera corta e dei prodotti del territorio, a Km 0.
Noi del sindacato faremo la nostra battaglia nei luoghi deputati, apriremo i tavoli di crisi e cercheremo con gli amministratori un piano per salvaguardare il lavoro; ma serve qualcosa di più. Tutto il territorio deve essere coinvolto per salvare questa esperienza.
Faccio un appello in primis al mondo della cooperazione, a quello dell’agricoltura e delle imprese, alle banche, oltre che ai comuni interessati e alla Regione, per mettersi tutti insieme e trovare una soluzione per questa cooperativa che è un pezzo della storia e della cultura della Toscana. Difenderla ha però a che fare, oggi più che mai, anche con il futuro: un futuro fatto di mutualità, difesa dell’ambiente, buona occupazione, prodotti del territorio al giusto prezzo.
Riccardo Cerza, segretario generale Cisl Toscana
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