
«In riferimento alle nuove notizie che circolano sul direttore Schmidt che ha inteso rinunciare alla direzione del Kunsthistorisches Museum di Vienna, posto vinto da lui tramite concorso nel 2017 (quando era appena da due anni alla guida degli Uffizi) e che oggi si “candida”, come lui stesso bandisce, alla riconferma dei Museo fiorentino per i prossimi quattro anni (2020-2023),
il Sindacato autonomo CONFSAL-UNSA Beni culturali ha chiesto direttamente al Ministro di porre fine a questa nuova inaccettabile e paradossale provocazione Kafkiana del direttore Schmidt che, ancora una volta, conferma che la sua permanenza alla guida degli Uffizi sia una "campagna acquisti" o bizze da "non soffro opposizioni" di Mozartiana memoria, perché non è accettabile – scandisce il coordinatore regionale Learco Nencetti – che un alto Dirigente dello Stato, anche se straniero, attui un comportamento così veramente oltraggioso, mettendo in ridicolo lo stesso Ministro che già nel 2017 aveva subìto lo schiaffo da Schmidt quando alla stampa annunciò la sua volontà di abbandonare il prestigioso incarico degli Uffizi per i lidi di Vienna firmando già il contratto e promettendo che nel novembre 2019 avrebbe lasciato definitivamente Firenze, a qualsiasi costo, facendo intendere anche che lui non accettava “consigli” per la sua gestione, oltre a non essere ricattabile».
«Di nuovo ci troviamo in una situazione ambigua e di nefasta consistenza – precisa Nencetti – perché di fatto questa condizione dello 'Schmidt, ora si, ora no' è sindacalmente non accettabile e trasparente, in quanto le decisioni prese fino ad oggi dal direttore Schmidt fanno trapelare che siano state fatte nuove pressioni di interessi di parte alla sua gestione. Ha fatto tutto lui – continua Nencetti – ed il ministro fa bene a precisare che non accetterà nessun diktat e che ognuno deve rispettare il proprio ruolo istituzionale. Dirigere un Museo, anche se imponente come gli Uffizi – tiene a precisare il sindacalista – non riconosce al direttore di assumere decisioni od interventi politici, diversamente da come ha sempre fatto Schmidt, permettendosi anche il lusso (non concesso da questa O.S.) di parafrasare il 'maramao'.»
«Pertanto – sottolinea Nencetti – è dal 2017 che il direttore Schmidt dice che alla fine del suo primo mandato, nel 2019, se ne sarebbe andato via, anteponendo sempre un aut-aut a qualsiasi impropria dichiarazione rilasciata. Bene. Decise di andarsene. Lo faccia anche a garanzia della sua coerenza e di quello che rimane del nostro patrimonio culturale dopo le sue discutibili - e non opinabili - decisioni di gestione.»
«Intanto – conclude Nencetti – oggi il direttore Schmidt è a Vienna per una conferenza istituzionale (autorizzata da chi?) o per chiarire la sua posizione? Chi paga, viaggio, diaria e sopportazione?»
Fonte: Confsal-Unsa Beni Culturali
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