
Poco più di un anno fa, nel marzo 2018, eravamo a lodare quello che poteva essere definito "un esempio positivo" di risoluzione di una crisi aziendale, ossia l'accordo alla Falegnami Italia srl che di fatto trasformava i contratti dei lavoratori in part-time per evitare i licenziamenti. Oggi, purtroppo, quella bella storia si è trasformata nell'ennesimo dramma per 47 famiglie. È infatti arrivata ieri la notizia che la Falegnami ha avviato la procedura di licenziamento per 47 dipendenti. Inutile il tavolo regionale aperto lo scorso luglio, inutile la cassa integrazione guadagni straordinaria partita il 1 ottobre.
Ecco i commenti alla notizia da parte del mondo della politica:
Il senatore Parrini (PD): "Con la Regione bisogna capire se ci sono modi per intervenire"
Come sempre è avvenuto, non mancherà la vicinanza al Sindaco Falorni e ai lavoratori. La notizia è brutta e fa male, c'è poco da girarci intorno. La Falegnami è un'azienda simbolo di Castelfiorentino e della Valdelsa. Forte è il dispiacere per il profilarsi del peggior epilogo possibile, quantunque le difficoltà fossero non lievi e note da lungo tempo. Adesso, principalmente insieme alla Regione, bisogna capire se c'è qualche ulteriore tentativo da espletare. E cosa fare per dare un aiuto concreto e serio alle persone colpite dai licenziamenti. Nessuna strada resti inesplorata.
Pavese (FdI Empolese Valdelsa): "Valdelsa sempre più povera. Cosa fa la politica?"
Chiude La Falegnami, storica ditta produttrice di mobili di qualità di Castelfiorentino. Dopo anni di tribolazioni e rinunce (cassa integrazione, contratti di solidarietà, rinuncia a quattordicesima e premi produzione) per cercare di andare faticosamente avanti, i 47 lavoratori vengono frettolosamente mandati a casa. Una ferita aperta, l’ennesima, nella Valdelsa Fiorentina, sempre più povera di aziende produttrici e sempre più ricca di crisi aziendali che mettono in seria difficoltà decine di famiglie. Cos’ha fatto la politica, in questi anni, per limitare i danni? Proclami, tanti proclami. Nessun provvedimento serio per semplificare la burocrazia e nessun intervento vero per abbassare le tasse alle aziende che producono prodotti di qualità e che, da anni, subiscono una concorrenza globale di paesi, dove produrre costa pochissimo e dove certi diritti sindacali per i lavoratori sono inesistenti. Magari si è preferito investire ingenti risorse statali per dare un bonus fiscale di 80€ a chi, un lavoro, mediamente sicuro, ce l’ha o, ancor più grave, buttare dalla finestra miliardi di euro per un reddito di cittadinanza che non ha portato, ad oggi, un posto di lavoro in più. I risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti.
Il sindaco di Castelfiorentino Falorni: "
Una notizia che non avremmo mai voluto ricevere. Anche se, purtroppo, la situazione della fabbrica la conosciamo tutti. La proprietà de LaFalegnami ha comunicato di aver avviato una procedura per il licenziamento di tutti i 47 dipendenti dell’azienda. A nulla, apparentemente, sono valsi i sacrifici dei lavoratori, che hanno accompagnato le ultime fasi della vita di questa impresa. Quella che si apre con questa procedura è una ferita a Castelfiorentino e alla sua comunità, alla quale tante di queste famiglie appartengono. Proveremo a capire fino in fondo se ci sono strade da percorrere per evitarlo, come abbiamo sempre fatto. Purtroppo i margini sono davvero molto ristretti. E, in ogni caso, c’è da occuparsi del futuro di queste persone. Un duro colpo e, se dovesse arrivare fino in fondo, una sconfitta, per tutti.
Galletti (M5S): “Siano tutelati i lavoratori”
“Siano salvaguardati i 47 posti di lavoro”: così la consigliera regionale del Movimento 5 stelle Irene Galletti riguardo la crisi che ha investito la Falegnami Italia di Castelfiorentino, azienda che ha deciso di procedere alla cessazione dell’attività. Tramite una mozione ad hoc Galletti ha richiesto alla Regione di adoperarsi affinché sia garantita la massima tutela dei dipendenti dell’impresa, anche “Convocando un tavolo con i rappresentanti dell’azienda, sindacati e istituzioni locali”. La consigliera del Movimento ricorda che i lavoratori si sono fatti carico di numerosi sacrifici: “C’è – spiega – chi ha investito il proprio reddito nella fabbrica, credendo nel prodotto e nel territorio. In molti hanno rinunciato alla 14esima e ai premi individuali avallando la scelta del ricorso a contratti di solidarietà. Ebbene – conclude – tutto questo sforzo non può culminare con una beffa”.
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