Maria Fresu, il dna dei parenti non corrisponde con quello dei resti sepolti a Montespertoli

Il dna non coincide tra i resti conservati nella bara di Maria Fresu, seppellita nel cimitero di Montespertoli dopo la strage di Bologna del 2 agosto 1980, e i campioni dei parenti della vittima. Lo ha affermato la genetista Elena Pilli, perita nominata per il processo in Corte di Assise contro l'ex Nar Gilberto Cavallini. Pilli ha chiesto una ulteriore proroga di una settimana per terminare la stesura della relazione.

Dopo questa valutazione ci sono stati degli scambi di dichiarazioni tra le parti in causa. Il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi afferma che "è presto parlare di 86esima vittima, serve prima fare l'analisi di tutti i dna e poi valutare. Non stiamo parlando di un incidente stradale. C'è stata un'esplosione, poi il trasporto in autobus. I resti possono essersi mescolati. Per noi l'unico problema è il tormento dei familiari di Maria Fresu, a cui va tutta la nostra solidarietà. Diventa difficile, dopo 40 anni, accettare che sei andato a pregare sulla tomba di un morto che non è il tuo".

Versione opposta per la difesa di Cavallini, che appunto ritiene che ci sia una vittima in più. "Ci sono due corpi di cui non si sa nulla. Il corpo di Maria Fresu è sparito. I resti della persona ritrovata non sono di una delle 84 vittime, è escluso dal perito Pappalardo".

 



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