
RINASCIMENTO PRIVATO, DI MARIA BELLONCI
"Mi si è fatto intendere in tutti i modi che l'ingegno è una condanna per la donna: si deve pagar caro".
È l’anno 1985 quando la casa editrice Mondadori pubblica Rinascimento privato di Maria Bellonci. Un'opera grandiosa, frutto di un lavoro di ricerca durato circa vent'anni, che indaga dentro la storia e la vita, misteriosa e straordinaria, de 'la signora del Rinascimento', Isabella d'Este. «Opera pensata e si può dire vissuta per vent’anni, […] il libro è il più bello tra quanti […] abbia scritto», commenta Geno Pampaloni nell'Introduzione al romanzo. Il volume è stato ultimato poco prima che l'autrice venisse a mancare (muore infatti, nel 1986), e il 4 luglio dello stesso anno - con 212 voti su 414 - Rinascimento Privato, riceve postumo il celebre Premio Strega. A differenza degli altri suoi scritti biografici in cui ritrae la vita di personalità altrettanto straordinarie, quali Lucrezia Borgia (1939) o I segreti di Gonzaga (1947), Marco Polo (1982), in questo, la Bellonci, restituisce al lettore il ritratto della marchesana all’interno della corte del Ducato di Mantova, oltre che un ampio affresco della cultura, della società, della storia e della politica di un secolo assai complesso e carico di eventi: il Rinascimento.
“Avete occhi fatti per vedere lontano; ma siete donna e potrà esservi difficile”. “Voglio vedere tutto e ci riuscirò”
TRAMA
Rinascimento privato è un'opera magistrale, scritta con l'eleganza d'una penna sofisticata e il piglio chirurgico dello storico. Il romanzo non è solamente la ricostruzione storica nel periodo in cui avviene l’invasione di Milano da parte dell’esercito francese e dall’istituzione della Lega Santa, per mano di Giulio II, contro i cardinali scismatici del Concilio di Pisa, ma è anche l'autobiografia romanzata di Isabella d’Este, donna di grande acume, astuzia e intelligenza.
E' il Rinascimento della Storia con la 's' maiuscola, e della storia di Isabella d'Este, cucito a doppio filo da Maria Bellonci che segna, con grande maestria, una svolta nel genere del romanzo storico attraverso lo studio accurato ed esaustivo degli archivi storici, suffragato dalla valorizzazione del ruolo della creatività, e del restauro della personalità della sua protagonista. Rinascimento privato unisce così la Storia alla storia di una vita.
La Signora di Mantova è donna dall'animo ardito, dotata di un naturale temperamento alla politica, quanto mai indispensabile in un’epoca turbolenta che vede il territorio italiano meta di conquiste straniere, macchinazioni, congiure, segreti e alleanze. A sedici anni, come era d'uso all'epoca, Isabella, di origini ferraresi, sposa Francesco Gonzaga diventando marchesana di Mantova. Inaugura il suo regno nel 1490. Quelli sono anni turbolenti in cui, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), gli equilibri del potere politico crollano, provocando continue battaglie fra gli Stati italiani.
La Francia diventa la nuova minaccia straniera, trasforma il suolo italiano in un'arena di sangue e raggiunge il suo apice con il famigerato Sacco di Roma, del 1527. Il romanzo comincia proprio con una disfatta: la caduta di Milano per opera di Luigi XII, re di Francia, e l'arresto di Ludovico il Moro, cognato di Isabella d'Este. Sono anni difficili e Isabella sente il bisogno di creare del bello in quel quadro funesto di violenza e disfatta. Trasforma così la corte mantovana in un cenacolo d'arte diventando presto luogo di ritrovo di eruditi, filosofi, poeti e pittori, di grande valore. Da Machiavelli a Guicciardini, Pampaloni, Pico della Mirandola, Mantegna, Raffaello, Michelangelo, Ariosto, Bembo, Baldassare Castiglione, tutti visitano il Palazzo dei Gonzaga.
"Da parte mia io vi ringrazio di avermi fatto percepire che cosa può essere un intelletto femminile indipendente in sé, pur accettando tutti i legami con la vita terrena. Questo solo volevo ancora dirvi. E quest'altro: giocate, ridete, cantate, e suonate, e studiate e leggete e fatevi dipingere quadri, amata mia nell'anima."
LA DONNA
Il romanzo si costruisce attraverso il punto di osservazione di Isabella d'Este. E', infatti, raccontato in prima persona, dalla stessa. L’io narrante permette di conoscere la realtà intima e personale del Rinascimento vissuto dalla sua Signora, regalandoci oltre all''immagine di nota protettrice delle arti, raffinata e colta, anche di grande spessore politico che consiglia, ordisce e prende decisioni, quando il marito sarà fatto prigioniero.
La Bellonci crea di Isabella un'immagine complessa, machiavellica capace di vendette, ma anche umana. Abile nel tenere le redini del potere quando le viene concesso, agisce in segreto, combina matrimoni, stringe nuove alleanze e mantiene amicizie. Moderata, diplomatica, pronta a soffrire in privato e a placare le offese che tentano di denigrarne l'operato e la persona, rimane salda nella strenua difesa della sua Mantova e della sua Ferrara.
Isabella però è anche madre amorevole, dedita alla cura e alla protezione della famiglia e dei figli. Il ritratto che ne vien fuori è quello di una donna che si mette a nudo davanti al lettore confessando passioni, antipatie, dubbi, dolori e gioie; così vera da confondere il lettore e fargli dimenticare che si tratti di una personalità di pura invenzione.
"Per comandare le cose forti, signora, bisogna essere forti. E voi lo siete. L'umanità si può usare solo nella vita privata. E chi non ha altezza d'animo non può comandare uno Stato."
E' UN ROMANZO STORICO?
Se poniamo il genere 'romanzo storico' al centro tra due estremità, occupate da un lato dalla storia e dall’altro dalla fiction, Rinascimento privato probabilmente starebbe al centro, in complementare sintonia con entrambi. La Storia fa da fondale a tutto il romanzo, è l'ambiente in cui vive e si muove la protagonista. Parlando di romanzo storico giunge alla mente il nome di Manzoni e il suo rifiuto di cooperazione e sintesi fra storia e invenzione. Nell'opera di Maria Bellonci però questa antiteticità manzoniana viene smentita e anzi la narrativa della storia, la correzione degli eccessi di fantasia non hanno più un rapporto gerarchico, ma convivono e dialogano. Il Rinascimento viene restituito al lettore in tutta la sua complessità storica, dalle correnti di pensiero culturale, artistico e filosofico, ai fatti storici così come vengono tramandati dai documenti ufficiali. L’aspetto innovativo è la voce di Isabella d’Este che muta, modifica, rielabora ogni avvenimento, attraverso i ricordi e la memoria.
Giuseppe Antonelli, in La voce dei documenti nella scrittura di Maria Bellonci, scrive : «quello che il racconto vuole ricostruire è una storia fatta “coi se e coi ma” e soprattutto coi tanti “chissà” […]. In Rinascimento privato, invece, saltano tutti i filtri. Non c’è bisogno di fare ipotesi, perché la sensazione di Isabella la scrittrice la prova direttamente sulla propria pelle. Con la scelta decisiva della prima persona si passa dall’empatia all’immedesimazione». La biografia di un personaggio storico non può essere recuperata pienamente, quello che l’autore può fare è giungere ad una sua approssimazione, cioè avvicinarsi il più possibile, alla vita di quel personaggio; nell’Isabella della Bellonci, così come nell’Adriano della Youcenar, quella che viene compiuta è, per usare un'espressione di Umberto Eco, una «storiografia dell’interiorità».
ELEMENTI DI FINZIONE
Sappiamo quali sono gli elementi storici e i fatti realmente accaduti, ma quali sono gli elementi di finizione inseriti nella narrazione? Primo fra tutti è un personaggio che la Bellonci decide di affiancare a Isabella: Robert de la Pole un misterioso uomo anglico che dopo aver incontrato una sola volta la bella estense, spedisce delle lettere in cui confessa la propria ammirazione e offre ragguagli sulla situazione storica del momento. Geno Pampaloni, in merito al personaggio ha scritto: «Perché è così importante Robert de la Pole? Perché porta nel racconto il mistero ambiguo e ineffabile dello spirituale, porta nel romanzo storico la metastoria». Lo straniero de la Pole è colui che da una parte copre i vuoti storiografici e avverte Isabella di eventi che altrimenti non avrebbe mai saputo; dall’altro assume però anche il ruolo nascosto della scrittrice Bellonci, celata dietro la scena. Isabella, nel romanzo, conserva, di questo viaggiatore anglico, tutte le lettere che le provocano turbamento e una forte attrazione, ma a queste non risponderà mai.
Le lettere dell’anglico che a pause stralunate arrivano a parlarmi sono rare, danno tempo di abituarsi alle pungolature. Se mi domando per la centesima volta che senso abbia l’apparizione di questo straniero del tutto inatteso non so rispondere. Credo non sia persona necessaria al mio vivere, e mentre lo dico rallento le sillabe perché suonano dubitose.
D’invenzione però non è solo il personaggio di Robert de la Pole, si aggiunge anche un luogo inventato dalla scrittrice, la Stanza degli orologi, che diventa una metafora del metodo usato della Bellonci su come elaborare e intrecciare la storia, la biografia, l’autobiografia e la finzione. La scrittrice si muove dalla storia alla biografia e all’autobiografia per sovrapposizione dell’una nell’altra; lo fa prima usando i fatti storici per fornire una trama di fondo, poi rielabora tutto questo come il resoconto della vita di un personaggio storico e infine assegna a Isabella la propria funzione di narratore, rendendolo autodiegetico.
"Il mio segreto è una memoria che agisce a volte per terribilità. Isolata, immobile, sul punto di scattare, sto al centro di correnti vorticose che girano a spirali in questa stanza dove i miei cento orologi sgranano battiti diversi in diversi timbri. Se alzo il capo li vedo fiammeggiare, e ad ogni tocco di fuoco corrisponde un'immagine. Sempre sono trascinata fuori di me dalla tempesta di vivere. Che cos'è il tempo, e perché deve considerarsi passato? Fino a quando viviamo esiste un solo tempo, il presente. Una forza struggente mi prende alle viscere: costruttiva o devastatrice non mi è dato sapere; è senza regola, almeno apparente."
CONCLUSIONI
Rinascimento privato è una lettura di rara bellezza e innegabile valore, capace di restituire il respiro profondo di una epoca meravigliosa e maledetta e la tenacia di una figura femminile straordinaria e complessa. In questa memoria di Isabella, emergono due donne straordinarie del Rinascimento.
Tutte le notizie di GoBlog



