Truffa dell'eredità sventata dai parroci pistoiesi

Un 49enne ferrarese e una 42enne cittadina cinese,  sono stati denunciati in concorso tra loro per aver messo a segno varie truffe ai danni di svariati sacerdoti in diverse province italiane (fra cui Udine, Brescia, Ferrara, Pistoia, ecc.).

I militari della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Pistoia, con la collaborazione dei colleghi delle Stazioni Carabinieri di Pistoia e Ferrara, hanno sequestrato due conti correnti bancari, aperti presso altrettanti istituti di credito ferraresi, che il 49enne e la 42enne avevano utilizzato per la commissione delle truffe, alcune delle quali solo tentate.

Le indagini, coordinate dal Dr. Claudio Curreli - Sost. Proc. della Procura della Repubblica di Pistoia, hanno permesso di accertare il modus operandi dei due, che ricorda un po' il film Totòtruffa 62, proprio nell'episodio dell'eredità.

Il 49enne ferrarese, si procurava in rete, attraverso la lettura dei necrologi o di articoli stampa locali, notizie su parrocchiani residenti in varie regioni italiane recentemente deceduti. Una volta acquisite tali informazioni, con la complicità della cittadina cinese, mediante utenze fittiziamente intestate ad ignare persone di nazionalità straniera e spacciandosi per un sedicente dipendente o direttore di banca, contattava telefonicamente il prete o la parrocchia di riferimento, comunicando alla vittima designata che una persona da poco deceduta nella zona aveva lasciato una grossa donazione, dell’ordine di quarantamila euro, a favore della stessa parrocchia o, talvolta, in favore dello stesso parroco, a titolo personale. Quindi invitava il prete a contattare con la massima urgenza il notaio di fiducia della banca per comunicargli le coordinate bancarie su cui doveva essere accreditato il presunto lasciato.

L’indagato, carpendo in tal modo la fiducia della sua vittima, si spacciava poi anche per il suddetto professionista, qualificandosi, di volta in volta, con il nome di un notaio realmente esistente nella zona ma del tutto ignaro ed estraneo ai fatti e la sollecitava ad effettuare il pagamento di una cospicua somma, circa tremila euro a titolo di presunte spese notarili, a suo dire occorrenti per sbloccare il lascito. Nella stessa occasione o nel corso di successivi contatti telefonici l’indagato forniva quindi alla vittima i dati del conto corrente su cui effettuare il bonifico. In alcuni casi, addirittura, dopo aver ricevuto un primo pagamento mediante il richiesto bonifico “urgente/istantaneo”, l’indagato ricontattava il parroco dicendogli di non aveva ricevuto alcun accredito, a causa di ragioni di natura tecnica, e chiedendogli pertanto di effettuarne altri.

Fra le vittime designate anche alcuni preti pistoiesi che il 49enne ferrarese aveva contattato utilizzando lo stesso modus operandi, senza però riuscire a portare a compimento la truffa in quanto – sospettando l’inganno – non hanno effettuato alcun pagamento e hanno invece denunciato l’accaduto ai carabinieri, così come ha fatto anche un notaio pistoiese una volta appreso dagli stessi parroci che il truffatore si era sostituito alla sua persona.

I carabinieri hanno così avviato tempestive e accurate indagini che nel giro di poco più di un mese hanno consentito di identificare i due truffatori e di individuare la loro base operativa proprio nell’abitazione del quarantanovenne ferrarese dove era stata allestita una vera e propria “centrale operativa” dotata di svariati telefoni cellulari, pc, tablet ed altre strumentazioni di supporto, compreso un sistema di videosorveglianza dell’abitazione stessa. Le indagini sono tuttora in corso per accertare la responsabilità dei due indagati anche in ordine ad eventuali altre truffe commesse con le stesse modalità.

L’ammontare complessivo delle truffe finora accertate dai carabinieri ammonta a oltre 60mila euro, ma la cifra è destinata ad aumentare, poiché le indagini stanno facendo emergere altri casi su cui fino ad ora non era stata fatta chiarezza.

Il comando Provinciale dei Carabinieri invita, pertanto, i parroci del territorio a diffidare di condotte di tal genere, dietro alle quali potrebbero celarsi intenti fraudolenti, ed a rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine.



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