Chiude lo stabilimento Sammontana a Pomezia

Oltre 90 persone resteranno senza lavoro


L'azienda empolese specializzata in croassanterie e gelati Sammontana, fa sapere che il prossimo 20 novembre chiuderà il suo stabilimento di Pomezia per trasferire la produzione a Verona, dove sono già attive 7 linee produttive.

I numeri di Pomezia

25mila metri quadrati di superficie, tre differenti tecnologie produttive e 102 milioni di prodotti ogni anno sono i numeri che caratterizzano questo stabilimento della Sammontana che dal 1973 è dedicato alla pasticceria surgelata di Tre Marie. Lo stabilimento è dotato di due linee produttive e una tecnologia per il confezionamento in buste di piccola taglia. I numeri si trovano sul sito dell'azienda.

Vertice al Ministero

Un incontro tra le parti si terrà al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il prossimo 25 novembre per parlare della annunciata chiusura dello stabilimento Sammontana di Pomezia, che metterebbe in strada 96 lavoratori per i quali le sigle sindacali Flai Cgil e Fai Cisl chiedono la cassa integrazione.

L'attuale amministrazione comunale di Pomezia parla mi mancata programmazione negli ultimi dieci anni, ma ci sarebbero tutte le intenzioni di creare le condizioni per attrarre investimenti. Il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà fa sapere sui quotidiani locali, che manca una collaborazione tra il territorio e la Regione Lazio.

Sammontana a Empoli

Nella città in cui è nata e nel territorio, Sammontana continua a investire. È di questi giorni la notizia della rotatoria adottata a Empoli (qui il link).

Quello di Empoli è il più grande stabilimento di Sammontana Italia. Qui ci sono 27 linee di produzione su 85mila metri quadrati e 527 milioni di porzioni ogni anno.

La nota di Sammontana Italia

L'azienda spiega il motivo della decisione di chiudere lo stabilimento di Pomezia in una nota:

"A fronte di un mercato della croissanterie congelata sempre più competitivo, la nostra azienda è stata costretta già nel 2018 a ridefinire i propri standard tecnologici, dotandosi di linee produttive allo stato dell’arte, altamente automatizzate e dimensionalmente incompatibili per l’introduzione presso il sito di Pomezia.

A fronte di ciò sempre nel 2018 si è stabilito di trasferire dal sito di Pomezia tutte le produzioni di una famiglia di prodotti con elevati volumi di vendita, ma mantenendovi comunque delle produzioni ed utilizzando degli ammortizzatori sociali tradizionali, in attesa di verificare se le scelte industriali fossero compatibili con gli sviluppi del mercato.

Tale operazione ha avuto come esito una perdita di produttività non più sostenibile presso il sito di Pomezia, pregiudicando la permanenza delle rimanenti produzioni in presenza di un alto incremento dei costi fissi ed a una bassa produttività oraria dell’impianto attualmente in uso.

Questo processo è stato accompagnato da un aggravamento del contesto di mercato nel quale la accresciuta concentrazione di competitor italiani e l’ingresso di competitor esteri hanno portato ad una diffusa politica commerciale che ha come elemento principale il contenimento dei prezzi."



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