
Si chiude con un saldo attivo di 609mila euro il bilancio di esercizio 2018 di Ente Terre regionali toscane, l’Ente istituito per valorizzare il patrimonio agricolo-forestale in disponibilità della Regione. La proposta di delibera è stata licenziata a maggioranza, questa mattina, in commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd) con il parere favorevole del Partito democratico e l’astensione del Movimento 5 Stelle, della Lega e di Roberto Salvini (gruppo misto).
L’Ente, lo ricordiamo, nasce dalla trasformazione dell’Azienda regionale agricola di Alberese e gestisce la tenuta di Alberese dove svolge le attività istituzionali sia di conservazione e valorizzazione del germoplasma autoctono della Toscana, sia di innovazione. Tra le sue varie competenze gestisce la banca della terra; promuove, coordina e attua interventi di gestione forestale sostenibile e di sviluppo dell'economia verde; approva indirizzi operativi per la gestione ottimale dei beni del patrimonio agricolo-forestale.
Il bilancio, illustrato dal direttore dell’Ente Marco Locatelli, chiude con un valore della produzione pari a 3milioni786mila912 euro (in diminuzione del 2,28per cento) per un totale di costi di produzione di 3milioni85mila630 euro (in diminuzione del 13,01per cento).
Si evidenziano un calo dei ricavi per prestazioni da attività commerciali pari a 583mila500euro e un aumento dei ricavi e proventi diversi per 295mila300, da ricondurre ad una sopravvenienza attiva in conseguenza alla conclusione del processo di liquidazione della società controllata Agricola Alberese srl. I costi della produzione diminuiscono principalmente per il minor valore registrato nella voce acquisti di beni per 438mila 37 euro. Le spese per il personale ammontano per il 2018 a un milione 261mila732 euro in misura superiore rispetto a quanto indicato per il 2016.
Sulle attività del 2018, il direttore ha ricordato il “coordinamento del patrimonio agricolo-forestale di 110 mila ettari” con “ulteriori 10mila ettari di pianificazione territoriale; un patrimonio - ha detto – che vede oltre 380 concessioni a soggetti privati ed associazioni, con una grande presenza di attività legate alla ricreazione, allo sport con bivacchi, rifugi, insomma un’opportunità economica”. Sulla Banca della Terra che favorisce l’apertura del patrimonio pubblico alla comunità, Locatelli precisa che “nel 2018 i bandi attivi erano 101 con 144 lotti assegnati, dei quali circa 6mila ettari messi a bando e oltre 5mila assegnati dei quali il 50per cento ai giovani”. Anche il progetto degli orti sociali si è sviluppato, “sono stati coinvolti 62 comuni e assegnate tutte le risorse a disposizione per 3milioni e 300 mila euro”. Il direttore ha, poi, precisato che “le aziende regionali vanno pensate come ‘demofarm’, cioè aziende dimostrative, luoghi dove agricoltori, università, tecnici discutono e trasferiscono l’innovazione, in particolare nella digitalizzazione” e tra le innovazioni ha parlato della realizzazione del “vigneto 4.0 presso la tenuta di Cesa, un luogo fisico dove trasferire innovazione”.
Riguardo all’agrobiodiversità, si sono ricordate “le oltre 870 specie, varietà a rischio di estinzione, che Ente Terre promuove attraverso la rete di coltivatori custodi e la banca del germoplasma”. Si tratta di un’attività all’avanguardia sia per la conservazione del patrimonio che come elemento di innovazione per il futuro.
In conclusione, si è ricordato che a febbraio 2019 è stato completato il trasferimento della “Società Agricola Suvignano srl” ad Ente Terre Regionali Toscana. Nel 2016, nell'ambito del Tavolo “Legalità e sicurezza in Toscana” fu siglato un accordo con il Ministero dell'agricoltura e i Comuni di Monteroni D'Arbia e di Murlo, che ospitano l'azienda. Il protocollo prevedeva che l'Azienda di Suvignano fosse oggetto di un progetto pilota di agricoltura sociale, un modello innovativo di impresa per la gestione dei beni confiscati alla criminalità che potesse rappresentare il prototipo per gli altri interventi di questo tipo in Italia.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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