
Sono stati giorni "delicati", sono ore "delicate".
Venerdì sera 15 dei partiti e movimenti che compongono il tavolo del centrosinistra a livello regionale, dopo aver trovato un'intesa sul programma, hanno sottoscritto un documento che indica in Eugenio Giani il candidato alla Presidenza della Regione Toscana.
A chi mi chiede se sono soddisfatta del risultato finora ottenuto rispondo che è un buon risultato ma rischia di non bastare.
Perché la sfida in Toscana ė troppo importante per non rendercene conto e non combatterla insieme.
Chi mi conosce sa che in questi anni, anche quando andava meno di moda (per usare un eufemismo!), ho sempre sostenuto la necessità di ricostruire un campo largo e plurale, politico e civico, di centrosinistra. Ne sono sempre convinta. Straconvinta!
Dopo giorni in cui ho reputato giusto lasciar lavorare in silenzio il Partito, adesso alcune considerazioni mi sento di farle, soprattutto rispetto a chi in queste ore mi sta chiedendo cosa penso e perché "una come me" ha fatto questa scelta.
Sono stati anni di battaglie, spesso "scomode".
Non ho mai esitato nel fare tutte quelle che ho reputato giuste.
Ho sofferto come tante e tanti di voi, compagne e compagni, la stagione dell'arroganza, della chiusura e dell'autosufficienza. L'ho sofferta nel mio impegno politico, e talvolta perfino in quello istituzionale. Spesso in solitaria, perché a differenza di alcuni ho reputato sbagliata la scelta di dividere ancora il campo della Sinistra e ho scelto di restare nel PD per cambiarlo. Quella stagione, infatti, ė stata superata.
Sono stata tra coloro che in Toscana hanno lottato perché avenisse, perché si voltasse pagina. Il Partito Democratico ha aperto una stagione nuova a livello nazionale, e lo sta facendo anche nella nostra regione. Non ė stato facile, la strada ė ancora lunga, ma vogliamo continuare a percorrerla avendovi al nostro fianco.
Eugenio Giani ha fatto scelte congressuali diverse dalle mie. È accaduto sempre negli ultimi anni. Ma una cosa dobbiamo riconoscerla: l'arroganza che ha caratterizzato quella stagione non gli appartiene, non gli è mai appartenuta. Si fa un torto alla sua storia politica e alle sue scelte continuandolo a bollare come il "renziano". E si fa un torto anche all'intelligenza delle toscane e dei toscani.
Eugenio in questi anni ha girato la nostra regione palmo a palmo, è stato un Presidente del Consiglio presente e disponibile.
Sono convinta possa essere un buon Presidente di Regione.
Può farcela da solo? No.
Ha dei limiti? Sì.
Ognuno di noi, per storia e percorso politico, ha punti di forza e di debolezza. E nessuno può farcela da solo.
Non ho mai creduto al mito dell'uomo solo al comando. Ho sempre pensato, viceversa, che la Politica sia un fatto collettivo, come ora ritengo che questa toscana sia una battaglia collettiva, di cui tutti ci si debba sentire parte.
Ci sono donne e uomini che sapranno ben affiancare Eugenio in questa battaglia, rappresentando quella pluralità di energie positive di cui siamo ricchi in Toscana.
Lo so io come lo sapete voi, care compagne e compagni, che sono più le cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono.
Ne è prova il fatto che, in queste settimane, si è lavorato bene insieme, trovando una convergenza valoriale e programmatica che ora sarebbe un gravissimo errore buttare al vento.
Rigrazio la Segreteria regionale del Partito Democratico per il lavoro svolto e confido che faccia tutto il possibile per allargare ancora di più la coalizione. Abbiamo una grande responsabilità. Tutti.
Ma alle compagne e ai compagni che si sono alzati da quel tavolo chiedo la stessa responsabilità. Perché nessuno di noi, sono certa, vuole assumersi quella di consegnare la Toscana alla peggiore destra che il nostro Paese e la nostra regione abbiano mai conosciuto.
E allora ben vengano altre riunioni fiume, notti a discutere e passi avanti da parte di tutti. C’è ancora tempo e abbiamo bisogno di questo: di tutti e di tutte, perché una Regione il cui simbolo è il pegaso alato che fu del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, non può finire nelle mani di chi strizza l'occhio a razzisti, fascisti e omofobi, a chi semina odio e paura e non risolve i problemi.
Alessandra Nardini Consigliera Regionale della Toscana Direzione e Assemblea nazionale PD
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