
No alla bandiera arcobaleno nelle sedi istituzionali.
Come sempre la sinistra cerca di eludere la legge. Le norme che riguardano l’esposizione delle bandiere presso le sedi istituzionali sono chiare. Eppure certi sindaci e anche la presidente dell’Unione Valdera, Arianna Cecchini, fanno finta di niente. Alcuni Comuni del nostro territorio, affiancando la bandiera arcobaleno al Tricolore italiano, commettono un grave errore, perseguibile legalmente. Le bandiere dei movimenti non hanno il rango istituzionale che compete alle bandiere ufficiali e quindi non si possono mescolare. Tali bandiere infatti ledono la dignità della bandiera nazionale tutelata dalle seguenti norme: art. 12 della Costituzione, la legge 22/98, il DPR 121/2000, l'art. 292 del Codice penale ed i principi generali del protocollo di Stato. Utilizzare le sedi istituzionali per le proprie attività propagandistiche mostra la vera faccia della sinistra che non rispetta il carattere neutrale delle sedi istituzionali, e pur di ambire ai suoi scopi, calpesta i principi democratici. Una vergogna che non siamo disposti ad accettare. Naturalmente la nostra critica riguarda il movimento di liberazione omosessuale di cui abbiamo profondo rispetto e di cui condividiamo, da sempre, la lotta contro le discriminazioni e l’omofobia ma le lotte e le battaglie proprio per avere più forza devono avere il rispetto delle leggi e delle regole. Per questo se alcuni Sindaci vogliono esporre la bandiera arcobaleno, simbolo usato dal movimento di liberazione omosessuale, lo facciano in altre sedi e lontano dagli edifici pubblici. Andremo fino in fondo a questa questione, non accettiamo che alcuni Comuni violino le norme in materia di esposizione delle bandiere istituzionali. Faremo presente la situazione al Prefetto, sperando in un suo celere intervento.
Matteo Bagnoli
Paolo Bandecca
Daniele Ranfagni
Mattia Cei
Giorgio Petralli
Debora Sforza
Matteo Arcenni
Rebecca Stefanelli
Alfredo Martelloni
Nico Giusti
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