Vibac e Colorobbia preoccupano l'Empolese. Dalla politica: "Solidarietà ai lavoratori"

(foto gonews.it)

Non è iniziato nel migliore dei modi il 2020 per l'Empolese. I casi Vibac e Colorobbia sono all'ordine del giorno e le due realtà di Vinci e Montelupo Fiorentino rimangono un nodo importante. Molti politici locali si sono espressi sulle due vicende.

Sostegni (PD): "Solidarietà"

Solidarietà ai lavoratori della Vibac di Vinci e la richiesta urgente alla Regione Toscana di attivare il tavolo di crisi. È quanto chiede, in una mozione urgente presentata oggi, il consigliere regionale Enrico Sostegni, che ha espresso «preoccupazione per il futuro dei 120 lavoratori di un’azienda che solo pochi anni fa aveva indicato una prospettiva per il rilancio della propria attività».

«Occorre approfondire i motivi che hanno portato a questa situazione – ha aggiunto Sostegni – e per questo è necessaria l’attivazione del tavolo di crisi, così come chiesto anche dal sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia. La Regione Toscana dovrà attivarsi con ogni mezzo utile per la messa in campo di tutte le misure di tutela previste al fine di garantire, per quanto possibile, una continuità reddituale per i lavoratori coinvolti dall’imminente chiusura. Nel mio ruolo di consigliere regionale seguirò in prima persona l’evolversi della vicenda, a stretto contatto con il presidente Rossi e con il consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini».

Sostegni ha espresso preoccupazione anche per la vicenda di Colorobbia, storica azienda specializzata nella produzione di colori per ceramiche industriali sulla quale nei giorni scorsi hanno iniziato a circolare indiscrezioni sul possibile licenziamento di circa 60 lavoratori.

«Queste due vicende – conclude Sostegni –  destano preoccupazione e sarà nostro compito tenere alta l’attenzione, mantenendo come punto fermo il futuro dei lavoratori e la tenuta del tessuto economico del nostro territorio».

Partito Comunista: "Non ci stiamo!"

"Si prospettano giorni difficili per i dipendenti di "Vibac" e "Colorobbia" alla luce delle crisi che si sono aperte in questi giorni. Guarda caso a pagare sono e saranno sempre gli stessi: le lavoratrici e i lavoratori.
Noi del Partito Comunista Italiano non ci stiamo e non lo accettiamo ed esprimiamo quindi tutta la nostra solidarietà a tutte le maestranze colpite da questa ennesima sciagura, alle loro famiglie, perché dietro ad ogni lavoratrice e lavoratore ci sono altre persone sulle quali si riverserà tutto il dramma che segue a queste situazioni.

Per non parlare del territorio e della sua economia, con tante altre persone che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Il fatto che per "Colorobbia" si tratti di esuberi e non di cessazione produttiva, non giustifica e non rende più accettabile la situazione. Nessun lavoratore dovrebbe perdere il proprio posto di lavoro e la propria dignità.

Per "Vibac", la ex "Syrom", la paventata idea della Proprietà è quella di chiudere addirittura lo stabilimento tutto. E bisogna aggiungere che la Proprietà di "Vibac" è arrivata a questa odiosa presa di posizione senza aver avuto un confronto o un tavolo di discussione con RSU e Sindacato.

Il nostro sdegno va sicuramente rivolto a imprenditori senza scrupoli e che a volte dimostrano anche incapacità, la mancanza di una dovuta preparazione ad affrontare le sfide dei nostri tempi, tempi di globalizzazione dove l’imprenditore italiano fa fronte alle varie difficoltà: organizzative, di mercato, di competitività, sempre con la solita ricetta della riduzione del personale e del costo del lavoro, cose queste che poi sono ovviamente i lavoratori a pagare, sempre, e solo loro.

Per il PCI la priorità è che lo Stato torni ad essere programmatore e imprenditore, stabilendo le direttrici fondamentali di una politica di Sviluppo, Ricerca, Innovazione, Programmazione e Investimenti, che favorirebbe anche una piccola e media imprenditoria privata seriamente interessata a produrre e non a speculare.

Adesso tutti (Partiti di Centrosinistra e Centrodestra con i relativi consiglieri), che questo sistema politico e quindi essi stessi hanno creato, si affrettano a esprimere solidarietà alle vittime, i lavoratori.

Quando si sente sempre la solita cantilena di ridurre le tasse alle imprese, per cui il privilegio è prima di tutto delle aziende, succede che poi gli imprenditori se ne approfittano, senza che ai lavoratori ne arrivino benefici.

Il Partito Comunista Italiano appoggerà le forme di lotta che le lavoratrici e i lavoratori di "Vibac" e "Colorobbia" decideranno di intraprendere a difesa del loro posto di lavoro".

Barnini alla Vibac: "Massima disponibilità"

"Stamattina ho partecipato insieme ai colleghi Giuseppe Torchia e Simona Rossetti al presidio davanti alla fabbrica dei lavoratori della Vibac. Il grave atto compiuto dalla proprietà che ha fatto sapere che vuole chiudere lo stabilimento e licenziare 120 persone necessita di un'azione forte e compatta da parte del territorio per aprire un tavolo di confronto sul futuro dell'azienda e dei dipendenti. Sono 120 famiglie che da un giorno all'altro rischiano di perdere ogni certezza sul proprio futuro. Noi Sindaci abbiamo garantito massima disponibilità ad intraprendere ogni azione necessaria a livello regionale e nazionale per scongiurare il peggiore degli scenari. Come sempre in queste drammatiche situazioni colpisce la compostezza e il senso di responsabilità dei lavoratori che domani saranno regolarmente a lavorare nonostante la totale mancanza di risposte sul loro destino".

Rifondazione Comunista Empolese: "Una dittatura dell'imprenditore"

"Altro che democrazia, questa è dittatura dell'imprenditore: "Qui è mio e faccio quello che voglio io".
Eh no, non funziona così. Quello che si è costruito lo si deve soprattutto a quei lavoratori che ora si vogliono mandare a casa, in malo modo e senza nessun valido motivo.
La politica, dagli ultimi 30 anni almeno, è stata promotrice solo degli interessi dei ricchi e dei grandi proprietari, a discapito dei lavoratori, siano essi dipendenti, liberi professionisti o piccoli commercianti.

Allora dobbiamo cambiare registro, rivoluzionare la società.

Possiamo farlo votando quelle forze politiche che rappresentano la maggioranza della popolazione, quella che con fatica arriva a fine mese, sempre meno tutelata.
Possiamo farla scendendo in piazza.
Possiamo farla infrangendo anche la legge, quella legge che tutela pochi. Possiamo farla, a mali estremi, occupando la fabbrica per riprenderci/vi ciò che è nostro/vostro.

Per questo motivo, il Partito della Rifondazione Comunista  sarà sempre accanto ai lavoratori che difendono la propria dignità".



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