“Ricreare un’alleanza, un equilibrio sociale all’interno del quale l’obiettivo della tutela, del benessere e dello sviluppo del singolo, bambina, bambino o adolescente, sia condiviso da tutti. Solo una comunità in grado di generare una interazione di relazioni sociali di prossimità può condurre verso un reale percorso di accoglienza, di tutela, di benessere e di sviluppo”. Così la Garante toscana per l’Infanzia e l’Adolescenza, Camilla Bianchi, interviene al seminario “Capaci di ascoltare, liberi di dire” promosso dal centro antiviolenza Artemisia, in corso al Teatro della Pergola di Firenze.
La giornata promuove una riflessione onesta sulla necessità di una responsabilità condivisa e di una co-costruzione dei percorsi di tutela delle bambine e dei bambini. “In una società fluida in cui i confini si dilatano e talvolta si perdono, è più che mai necessario recuperare relazioni, riferimenti solidi, certezze necessarie per la crescita e lo sviluppo di bambine, bambini ed adolescenti” dichiara la Garante.
Bianchi non si sottrae all’analisi di “storie e realtà troppo a lungo taciute e sottovalutate”, cita la “aberrante” vicenda del Forteto e ricorda che “ancora oggi sono numerose le discriminazioni, gli abusi e le violazioni che a tutti i livelli, psicologico, fisico e sessuale e in tutti gli ambiti, familiare, scolastico, educativo, sportivo, digitale si consumano nei riguardi di bambine e bambini, ragazze e ragazzi”. “Oltre i dati, i tristi e tragici fatti di cronaca, esistono le realtà degli orfani speciali, di quelli scomparsi, delle persone di minore età fuori dalla famiglia, delle malattie mentali, dei disturbi del comportamento, delle dipendenze, della povertà educativa, della dispersione scolastica, della deprivazione alimentare”.
Discriminazioni e violazioni che non sono sempre riconducibili al contesto privato familiare che “naturalmente dovrebbe rappresentare il luogo principale deputato alla protezione, al benessere, allo sviluppo e all’ascolto”, ma anche nelle “pieghe di una società talvolta non capace di garantire in maniera sostanziale e continuativa il loro superiore interesse” continua.
“Solo attraverso una partecipazione reale e condivisa riusciremo a riportare la persona di minore età al centro delle relazioni e degli interessi di una comunità e prevenire e contrastare fenomeni drammatici come quello della discriminazione, della violazione e del maltrattamento istituzionale” rileva ancora la garante, che auspica il “recupero di un sempre maggiore esercizio di responsabilità condivisa di famiglie e società tutta”.
Rivolgendosi poi a “tutte le bambine e bambini che sono stati violati, oggi donne e uomini adulti”, Bianchi esprime “sentita gratitudine per aver reso testimonianza delle loro storie e dei grandi dolori subiti. Il vostro è stato un atto di grande dignità, coraggio e generosità che deve essere raccolto con umiltà”.
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