Gionata Fatichenti: l'impegno delle Misericordie per l'emergenza Covid

Gionata Fatichenti nell'ambulanza adibita al trasporto dei pazienti Covid

Se la risposta all'emergenza Coronavirus è arrivata da tutte le circa ottocento Misericordie sparse su tutto il territorio italiano, la mente e soprattutto il cuore dello slancio dei volontari in divisa giallo/ciano batte a Pistoia. E' qui infatti che c'è il Centro di Coordinamento Emergenze che lavora in stretto contatto con il sistema nazionale di Protezione Civile e che coordina i vari interventi in ogni angolo d'Italia. Un luogo che, da qualche settimana, è diventato la casa di Gionata Fatichenti. Empolese, Provveditore e Consigliere della Misericordia di Empoli dove è un volontario, riveste il ruolo di direttore nazionale Area Emergenze ed in questa veste è uno dei punti di riferimento del tavolo di crisi che lavora ormai ininterrottamente h24 da quando l'emergenza Coronavirus è esplosa

Pistoia è diventata la casa mia ma anche quella di tanti altri, perchè questa emergenza ha bisogno di risposte che vanno fatte quasi ad hoc. In questo centro di coordinamento, ogni giorno, siamo a dare il massimo per la gente ma anche per i nostri fratelli e sorelle che, a bordo delle ambulanze, non si stanno risparmiando ed hanno bisogno di sentirci vicini e di avere indicazioni che cambiano ogni giorno

Nel tuo lavoro hai visto terremoti, alluvioni ed altri eventi atmosferici gravi. Come vivi questa strana emergenza?
La parola strana è giusta, il paese non era preparato e così, se nelle altre emergenze siamo sempre stati pronti per fronteggiarle con materiale, protocolli e l'esperienza delle esercitazioni, questa volta è tutto diverso. Quindi il solo modo è essere concentrati, capire le situazioni, confrontarsi con il Dipartimento di Roma, con la sala Cross e vedere tutti insieme se le risposte che mettiamo in campo sono efficaci. E' un lavoro molto più stressante e difficile. Un terremoto fa rumore, il Corona virus è più subdolo e drena molte più energie

Le vostre giornate sicuramente si articolano secondo un programma non predefinito, ma qual è il primo passo?
La riunione mattutina dell'unità di crisi che si compone di tutte le professionalità e specializzazioni necessarie a fronteggiare l'emergenza. La riunione è preceduta dalle indicazioni che ci arrivano da Roma nella video conferenza che faccio col comitato operativo. Anche le sale iniziano a lavorare prima ed effettuano una ricognizione su tutto il territorio nazionale per portare poi il punto della situazione sul tavolo dell'unità di crisi. A quel punto iniziamo a confrontarci e su questa base si articola tutta la giornata

Come è organizzato questo centro di coordinamento emergenze pistoiese?
C'è una sala situazione nazionale che monitora ed organizza le risorse di tutta la nostra rete a livello italiano ed è in stretto collegamento con la Cross: dai trasferimenti dalle terapie intensive all'organizzazione degli aiuti alla Lombardia. Circa 16 ambulanze sono andate finora in supporto con relativi equipaggi e si tratta di spostamenti che vanno organizzati in modo serio con un duplice obiettivo: assicurare professionalità, garantire il miglior trasporto possibile per il paziente e allo stesso tempo non sguarnire i territori. Oltre a questo è stata allestita in 18 ore una struttura sanitaria per aiutare il pronto soccorso di Mantova, una trentina di posti letto che hanno permesso di trattare in luoghi separati i casi Covid e non

Ci sono anche le sale regionali?
Sì, in totale 14, quella toscana è qui a Pistoia e tutte lavorano in contatto con quella nazionale. Gestiscono le risorse del proprio territorio ed hanno quindi un ruolo importante

E' possibile avere una stima dei volontari delle Misericordie in campo?
In questo momento sono circa 2mila800 volontari in campo e sono impegnati in molteplici campi: dai diversi servizi sociali ai soccorritori sulle ambulanze, tutti ugualmente preziosi ed importanti. E, siccome sappiamo che è un'emergenza particolare, abbiamo anche organizzato un servizio psicologico dedicato proprio ai confratelli ed alle consorelle impegnati sul campo. Specie a Nord, infatti, c'è chi ha bisogno di un aiuto per reggere la situazione ma, di questi tempi, ogni servizio comporta uno stress particolare. Oltre a questo, per quelli che finiscono in quarantena, abbiamo sanitari che li seguono contattandoli due volte al giorno

Avete acquistato anche nuovi mezzi?
Abbiamo attrezzato alcune ambulanze per il trasporto in alto biocontenimento, barelle speciali dove alloggia il paziente restando isolato con l'esterno e quindi col personale che è in quel momento sul mezzo. C'è poi un sistema che filtra anche il respiro del paziente così da garantire la massima sicurezza di tutti

Direttore area emergenze nazionale, ma volontario della Misericordia di Empoli. Come ha risposto la tua Arciconfraternita?
Io sono soprattutto Misericordia di Empoli, ormai da qualche decennio quella è la mia casa. Sono contento della risposta e devo dire che non ci siamo smentiti. Il nostro è un movimento grande fatto di circa 800 sedi e, fra queste, ci sono le piccole Misericordie e quelle grandi come lo siamo noi a Empoli, con un potenziale operativo in più. Ogni cosa che abbiamo chiesto dalla centrale è stata fatta e questo è un aspetto importante di questa emergenza perchè se ognuno, mosso da proprie iniziative seppur lodevoli, lavora senza coordinarsi diventa un problema. Empoli è in stretto contatto con questa sala, ha già mandato un soccorritore in Lombardia a fare servizio, ha partecipato alle operazioni di trasferimento di pazienti dalle terapie intensive lombarde a quelle di altre regioni mettendo a disposizione anche un medico rianimatore che è il confratello Stefano Giannoni, una risorsa fondamentale in questa criticità. Penso poi al sociale ed al grosso numero di volontari che è in sede sempre a disposizione e che assicura continuità nel servizio. Come non essere contenti della risposta della mia Misericordia?

La lotta al Coronavirus va avanti, le Misericordie, come sempre, ci sono per aiutare chi ha bisogno

Marco Mainardi

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